Considerazioni intorno ai Discorsi del Machiavelli sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo XXVI

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Capitolo XXVI

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CAPITOLO XXVI

[Uno principe nuovo, in una cittá o provincia presa da lui, debbe fare ogni cosa nuova.]

Sono alcune cittá o regni e’ quali tengono poco conto delle mutazione del principe, né sono anche solite a essere governate sí legittimamente che non possino comportare uno principe che domini poco politicamente. In quelle che sono di questa sorte non sono necessari remedi sí forti, a fondare el principato, e se vi è alcuno particulare non contento della mutazione, uno principe savio ha molti modi di guadagnarlo, pure che questa displicenzia sia fondata in sul rispetto dello interesse proprio, perché non gli mancano modi a contentare gli uomini collo utile e con l’onore. Ma la difficultá è dove la inclinazione del popolo è tutta contraria al nuovo governo, [p. 33 modifica] come sono le cittá solite a essere libere, quando vengono sotto uno tiranno; come e’ regni che sono stati lunghissimamente sotto una progenie, che amano communemente quello nome e quella memoria; benché questi si potria sperare di guadagnare co’ buoni trattamenti, e’ quali al fine potrebbono fare dimenticare la memoria de’ príncipi passati. Ma a quelli che hanno per inclinazione la libertá, non è sufficiente remedio el trattarli bene, perché non si può con alcuna dolcezza eradicare del petto loro quello desiderio di [non] ricognoscere superiore, di governare; e però in simile caso bisogna usare de’ rimedi forti, avendo però innanzi agli occhi che quella parte che si può guadagnare co’ benefíci, di guadagnarli; perché e’ remedi violenti, se da uno canto ti assicurano, dall’altro, massime a uno principe che non sia fondato in sulle arme proprie, fanno in mille modi debolezza. Però bisogna che el principe abbia animo a usare questi estraordinari quando sia necessario, e nondimeno sia sí prudente che non pretermetta qualunque occasione se gli presenti di stabilire le cose sue con la umanitá e co’ benefíci, non pigliando cosí per regola assoluta quello che dice lo scrittore, al quale sempre piacquono sopra modo e’ remedi estraordinari e violenti.