De mulieribus claris/IX

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Capitolo IX. Europa, Reina di Creta

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Giovanni Boccaccio - De mulieribus claris (1361)
Traduzione dal latino di Donato Albanzani (1397)
Capitolo IX. Europa, Reina di Creta
VIII X


PENSANO alcuni1 che essa fusse figliuola di Fenice; ma molti più dicono, quella essere stata generata da Agenore, che fu re di Fenicia, e fu di sì maravigliosa bellezza, che, non avendola veduta, Giove re di Creta s’innamorò di lei, e per rubare quella, egli uomo possente mettendo agguati, dicono, che per ruffianeccio di parole di alcuno avvenne, che sollazzandosi quella fanciulla, seguendo gli armenti di suo padre, discese della montagna al lido di Fenicia; e presa incontanente, e menata in mare in una nave, nella quale era per insegna un bianco toro, fu condotta in Creta. E penso, che non sia da lodare che alle fanciulle sia commessa troppa licenzia di andare sollazzando, o che elleno ascoltino le parole di ognuno; perchè ho letto, quelle essere state macchiate, che fanno questo, di brutte macchie, le quali eziandio non può tanto lavare la bellezza di perpetua castità. Da queste cose ha tolto materia la favola nella quale si legge, che Mercurio costrinse al lido gli armenti di Fenice2, e che Giove si convertì in toro, e nuotando portò Europa vergine in Creta. Ma gli antichi si discordano in che tempo fusse fatta questa rapina. Quegli che la pongono più antica, dicono che fu fatta regnando ancora Danao in Argo3; altri dicono, che regnando Acrisio, e quegli di dietro dicono che fu regnando Pandione, re di Atene: la qual cosa pare agli tempi di Minosse suo figliuolo, e d’Europa. Alcuni dicono che Giove la sforzò, e che dappoi fusse moglie di Asterio, re di Creta, e che di quelli avesse tre figliuoli, Minos, Radamante e Sarpedone, i quali sono chiamati figliuoli di Giove, perchè alcuni affermano che Asterio e Giove sono una medesima cosa. La quale discordia appartenendo ad altri molti, s’accordano, Europa essere stata famosa per lo matrimonio di grande Dio. Affermano ancora alcuni; che dal suo nome è denominata Europa, che è la terza parte del mondo, perpetualmente, o che fosse perchè fu di singolare nobiltà, essendo quelli di Fenicia famosi nel suo tempo per molte virtudi, essendo quelli adornati di molti stemmi dei suoi antichi4; o che fusse per riverenzia del divino marito, e per rispetto dei figliuoli; ovvero per ispezial virtù di Europa medesima, la quale io concedo non solamente maravigliosa donna per la virtù, essendo denominata parte del mondo da lei, ma eziandio per una maravigliosa statua di metallo consacrata per Pittagora, sommo filosofo, a Taranto a nome di Europa.


Note

  1. Cod. Casa. Pensando alchuni. Test. Lat. arbitrantur.
  2. Cod. Cass. chostrinse gli due armenti di Fenicia. Test. Lat. impulisse ad littus armenta, ecc. Betussi volge: Aver cacciato al lido gli armenti, ecc.
  3. Le parole Danao in Argo omesse nel Codice non sono state da noi tralasciate seguendo il Test. Lat. regnante Argis Danao.
  4. Cod. Cass. essendo quelli di Fenicia famosi nel suo tempo per molte virtudi essendo quelli adornati di molti dei suoi antichi. Test. Lat. multis meritis suo aevo prae ceteris stemmatibus claruere majorum.