Della imitazione di Cristo (Cesari)/Libro III/CAPO XXVIII

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XXVIII. Contro le lingue de’ detrattori.

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Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo (XIV secolo)
Traduzione dal latino di Antonio Cesari (1815)
XXVIII. Contro le lingue de’ detrattori.
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CAPO XXVIII.


Contro le lingue de’ detrattori.


1. Figliuolo, non ti dolere, se altri abbia rea opinione di te e quello dica, che mal volentieri tu senti. Tu [p. 187 modifica]dei anzi aver di te stesso sentimento peggiore, e nessuno giudicar più infermo di te. Se tu ti porti da uomo spirituale, non farai troppo caso delle parole che volano via. Ella è non poca prudenza saper tacere ne’ casi avversi, e a me dentro rivolgersi, nè per l’umano giudizio punto turbarsi.

2. Non istia nelle parole degli uomini la tua pace; conciossiachè o in buona, o in mala parte la prendan essi, tu non ne diventi un altro per questo. Or dov’è la pace, e la vera gloria? non forse in me? Ma pur chi non appetisce di piacere agli uomini, nè teme di dispiacer loro, questi potrà godere di molta pace. Dallo amore disordinato, e dal vano timore nasce ogni angustia del cuore, e distrazione de’ sensi.