Della ragione di stato (Settala)/Libro VI/Cap. X.

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Cap. X.

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Capitolo X

Della ragion di stato de’ pochi potenti,
che riguarda il modo di governarsi di questi con la plebe.

La cosa piú cara al popolo, e che in maniera l’addormenta, che di altro non curandosi si accontenterá del presente stato di republica, è l’abbondanza delle cose pertinenti al vivere. Non si dubiterá dunque molto di movimenti o sollevazioni popolari in qual si voglia forma di republica, dove si ha l’occhio a consolare il popolo con l’abbondanza.

Mostrerassi non esser nell’animo de’ signori cosa piú fissa, che il ben del popolo, la protezione de’ poveri e il non lasciar fare offesa alcuna al popolo da persona alcuna: sia ella come si voglia grande, e di autoritá.

Si procurerá di trovare qualche ufficio, ancora con qualche utilitá, con il quale resti contenta: non essendo cosa, che piú sdegni la plebe, che il mostrare di non stimarla; né cosa che piú l’acquieti, come il vedere che sia fatto capitale di lei.

Perciò se le concederanno le abbazie, secondo la varietá dell’arti nelle cittá grandi, i collegi, le confraternite, le congregazioni, e simili cose: o sotto titolo di pietá o d’altro, con i suoi priori o rettori od altro, con suoi ufficiali, perché da queste preeminenze fra loro acquetati non pensano al reggimento publico; non permettendo però mai tali congregazioni senza l’intervento di un confidente da’ rettori eletto e datogli. [p. 129 modifica]

Per acquistarsi l’animo de’ popolani, e levargli l’odio del modo del governo de’ pochi potenti e il pensiero di sollevarsi e procurar mutazione di governo, doveranno i rettori introdurre nella cittá nuove arti, con le quali il popolo possa avanzarsi ne’ guadagni, o introdurre nelle cittá mercati publici o fiera libera.

Deverassi per spie secrete sapere, se tra il popolo vi siano alcuni di animo inquieto, bellicoso e sedizioso: sopra’ quali sempre doverassi aver l’occhio, considerare le loro pratiche, e scorgendovi qualche cosa o relegarlo con qualche occasione, o vedendolo incamminarsi a qualche impresa pregiudiciale, carcerarlo senza lasciargli parlare, né lasciandogli sapere la causa della prigionia.

Per nissun modo si deve concedere l’uso dell’armi al popolo in questa forma di republica: né è bene agguerrirli, né per sé, né per altri militando.

E se ben forsi nella republica degli ottimati si possa dar luogo nei comizi alla plebe per l’elezione de’ magistrati, nella oligarchia però ciò non si deve concedere: acciò, con le ricchezze facendosi la strada a’ maggiori magistrati subornandola con donativi, non si apparecchi la strada ad alcuno de’ rettori alla tirannide.

Non si deve essere con la plebe troppo rigoroso in certi errorucci plebei; li quali sono piú presto da condonarsi a quella condizione di uomini, come procedenti da mali costumi e mala creanza, anzi dall’inavvedutezza, che da mal’animo.