E fino a quando voi sì molli, o giovani
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E fino a quando voi sì molli, o giovani
Giacenti inerti, un forte core avrete?
E quando del vicin, che intorno v’abita,
Arrossirete?
Dormir sperate in seno a pace placida
Or che la guerra tutto il mondo guasta?
Siavi chi pugni e infino a morte impavido
Avventi l’asta.
Bello e fonte d’onor per la sua patria,
Pe’ figli della sua giovin consorte
Pugnar: quando le Parche il filo tronchino,
Verrà la morte.
Orsù, diritto alla battaglia corrasi
Levando con la man l’asta guerriera:
Lo scudo copra il forte cor, si mescoli
La pugna fiera.
Inver la morte, se mai fato impongala,
Ad impedire nessun uomo vale,
Nè pur s’egli discenda di purissimo
Sangue immortale.
Chi fugge pugna ovver di dardi sonito
Lui spesso in casa la sua Parca insegue,
Nè di popolo poscia il desiderio
Giammai lo segue.
Ma dal valente, se mai morte colgalo,
Vive la brama desta in ogni core.
Ai semidei, mentre ancor vive, è simile
Egli in onore.
Innanzi agli occhi lor, qual torre, il veggono:
Inver di molti i generosi gesti
Egli protrebbe oprar, pugnando intrepido,
Pur se sol resti.