Elena (Euripide - Romagnoli)/Secondo episodio

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Secondo episodio

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Euripide - Elena (412 a.C.)
Traduzione di Ettore Romagnoli (1931)
Secondo episodio
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Entra Teoclimeno. Lo seguono servi, alcuni dei quali portano cani al guinzaglio.

teoclimeno

Salve, o tomba del padre! All’uscio presso
per questo, seppellir, Pròteo ti feci,
per salutarti: entrando, uscendo, sempre
Teoclimèno ti saluta, o padre.
Famigli, i cani e i lacci per le fiere
voi riportate nella reggia. Ora, io
molto me stesso rampognai, perché
non mando a morte i malfattori. So
che un uomo è giunto in questa terra, un Èlleno,
sicuramente, e le vedette ha eluse,
certo a spiare, od a tentare il ratto
d’Elena. Se sarà preso, morrà.
Si accorge che Elena non è piú sulla tomba.

Ehi ehi!
Tutto, mi sembra, già compiuto io trovo.
Abbandonato questo avel, di Tíndaro
fugge la figlia via da questa terra.
Oè, famigli, sfilate le spranghe,

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le stalle aprite dei cavalli, i carri
recate fuor, sí che, se fugge, almeno
non fugga, quella che sposare io bramo,
per negligenza mia, da questa terra. —
Esce Elena avvolta in negri panni.

Fermi: ché quella che inseguir volevo
è dentro casa, vedo, e non fuggiasca. —
Ehi, perché, dunque, negre vesti hai cinte,
e deposte le bianche, e i crin’ recisi,
vibrando il ferro, dalla fronte bella,
e di fervide lagrime, piangendo,
bagni la guancia? A gemer ti suasero
forse notturni sogni? o qualche nuova
udisti della patria, e il cuor ti strugge?

elena

O signor mio — ché omai cosí ti chiamo —
son perduta: non ho, non son piú nulla.

teoclimeno

La tua sorte qual’è? L’evento quale?

elena

Menelao... come, ahi, potrò dirlo?... È morto.

teoclimeno

Come lo sai? Lo dice mai Teònoe?

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elena

Lo dice. E chi morir lo vide, è qui.

teoclimeno

È qui chi certa la notizia reca?

elena

Sí. Fosse giunto ov’io che giunga gli auguro!

teoclimeno

Chi è? Dov’è? Fa’ ch’io meglio lo sappia.

elena

Costui, che tremebondo sta sul tumulo.

teoclimeno

Apollo come in quelle vesti è orrendo!

elena

E tal sarà, lo credo, anche il mio sposo.

teoclimeno

Di che terra è costui? Donde qui giunse?

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elena

Ellèno, Achèo, di Menelao seguace.

teoclimeno

E di qual morte mai lo dice morto?

elena

Della piú trista: fra gl’irati vortici.

teoclimeno

Per che barbaro mar spingea le navi?

elena

Piombò di Libia sopra gli erti scogli.

teoclimeno

E costui si salvò, ch’era in quel legno?

elena

Spesso fortuna i tristi han piú che i buoni.

teoclimeno

Della nave i rottami ove lasciò?

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elena

Dove morto foss’ei, non Menelao!

teoclimeno

È morto. — E con qual nave costui giunse?

elena

Marinai lo trovâr, dice, e salvarono.

teoclimeno

E il guaio ov’è, mosso in tua vece ad Ilio?

elena

L’imagine di nebbia? In aer si sfece.

teoclimeno

O Priamo, o Troade, come invan periste!

elena

Comune sorte io m’ebbi coi Priàmidi.

teoclimeno

Da lui sepolcro ebbe lo sposo, o no?

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elena

Non l’ebbe. Ah, quanto sventurata io sono!

teoclimeno

E per questo hai recisi i flavi riccioli?

elena

Certo: che sia nel mar, che qui sia, l’amo.

teoclimeno

La sciagura che piangi avvenne proprio?

elena

Tua sorella ingannar sarebbe agevole?

teoclimeno

No, certo! E stanza eleggi in questo tumulo?

elena

Perché mi beffi, e non rispetti il morto?

teoclimeno

Perché serbi a lui fede, e da me fuggi.

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elena

Ora non piú. Con me le nozze appresta.

teoclimeno

Tarda giunta ci sei; ma pur t’approvo.

elena

Sai che conviene? Oblio cuopra il passato.

teoclimeno

A qual patto? Il favor paghi un favore.

elena

Tregua facciamo, e meco rappattúmati.

teoclimeno

La nostra lite oblio, la sperda il vento.

elena

Supplice, se pur m’ami, ora t’imploro.....

teoclimeno

Che vuoi, che innanzi a me ti prostri supplice?

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elena

Vo’ seppellir lo sposo mio defunto.

teoclimeno

Sepolcro a chi non c’è? Sepolcro a un’ombra?

elena

Fra gli Ellèni usa. E chi morí nel pelago.....

teoclimeno

Che farne? Saggi in ciò sono i Pelòpidi.

elena

In vuote vesti a lor dare sepolcro.

teoclimeno

Fallo: nel suol che vuoi la tomba innalzagli.

elena

Non seppelliam cosí chi morí naufrago.

teoclimeno

E come? Degli Ellèni io gli usi ignoro.

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elena

Gittiamo in mar ciò che ai defunti devesi.

teoclimeno

Procurarti che mai devo pel morto?

elena

Costui lo sa: finor non ebbi lutti.

teoclimeno

Grata fu, stranïer, la tua novella.

menelao

Non già per me, né per colui ch’è spento.

teoclimeno

Come l’esequie celebrate ai naufraghi?

menelao

A ognun secondo la sua facoltà.

teoclimeno

Grazie a costei, qual vuoi ricchezza chiedi.

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menelao

Prima si svena agl’inferi una vittima.

teoclimeno

Quale? Tu dilla, ed io te la darò.

menelao

Sceglila tu: quale tu dia ci basta.

teoclimeno

Un cavallo od un toro usa fra i barbari.

menelao

Purché dia, ciò che dài, di buona razza.

teoclimeno

Nei pingui armenti non ce n’è penuria.

menelao

Vuoto e coperto un letto anche si reca.

teoclimeno

E sia. Che cosa ancora aggiunger s’usa?

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menelao

Armi di bronzo: vago era ei dell’armi.

teoclimeno

Ne darò, che sian degne dei Pelòpidi.

menelao

E poi, quanti bei frutti il suolo gèrmina.

teoclimeno

E come tutto questo in mar gittate?

menelao

Anche una nave e rematori occorrono.

teoclimeno

Quanto il legno esser dee lungi dal lido?

menelao

Tanto che la risacca appena scorgasi.

teoclimeno

E perché tale usanza ha sacra l’Ellade?

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menelao

Perché le scorie al lido il mar non spinga.

teoclimeno

Una Fenicia avrai rapida nave.

menelao

Assai gradita a Menelao sarà.

teoclimeno

A far tu ciò senza costei non basti?

menelao

Di madre o sposa è ufficio, oppur di figli.

teoclimeno

Deve essa dunque seppellir lo sposo?

menelao

Non deve ai morti i dritti un pio contendere.

teoclimeno

Vada: la sposa mia vo’ che pia resti.
Entra in casa, e pel morto i doni eleggi.

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Né te da questa terra a mani vuote Ilio
rimanderò, quando tu compi un’opera
a costei grata. E poiché tu recasti
buone novelle, dei tuoi cenci invece,
tu vesti avrai, provianda avrai, che basti
a ricondurti in patria: ora ti vedo
proprio in miseria. E tu, senza crucciarti
d’un mal senza rimedio.... Al suo destino
soccombé’ Menelao; né mai potrebbe
lo sposo morto piú tornare a vita.

menelao

Convien, Signora, a te. Lo sposo vivo
amar tu devi, ed obliar lo spento:
nella sorte presente il meglio è questo.
E ov’io trovi salvezza, e giunga in Ellade,
se tu moglie sarai quale devi essere,
fine all’antico biasimo porrò.

elena

Sarà cosí; né mai potrà lo sposo
biasimo appormi; e tu, stando a me presso,
ben lo saprai.
a Menelao.

                         Ma ora entra, o tapino,
e un bagno prendi, e càmbiati le vesti:
non vo’ che indugi il beneficio mio;
ché piú volonteroso al mio carissimo
Menelao presterai gli onori debiti,
se me trovata avrai quale esser devo.
Entra nella reggia.