Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 73

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[p. 186 modifica]i86 AL PRIORE DE’FRATI DI MONT’ OLIVETO PRESSO A SIENA (A).

i f I. L’esorta ad essere buon pastore de’suoi sadditi, mostrando come ciò non può farsi senza la carità, e questa ottenersi salendo l’arbore della croce, cioè con la memoria della passione e del sangue di Gesù Cristo sparso per noi, e gli raccomanda due pecorelle cli

gli mandava colla presente da vestirsi l’abito di qnell’ Ordine.


Al nome di Jesà Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I ^dilettissimo e carissimo padre, per -riverenzia di quello santissimo sacramento e fratello in Cristo dolce Jesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi quello pastore buono e virile, che pasciate e governiate con sollicitudine perfetta le pecorelle a voi commesse, imparando dal dolce maestro della verità, che ha posta la vita per noi pecorelle, che eravamo fuore della via della grazia. E vero, dolcissimo fratello in Cristo dolce Jesù, che questo non potete fare senza Iddio, e Iddio non potiamo avere nella terra; ma un dolce rimedio ci veggo, che essendo con cuore basso e piccolo, voglio che facciate [p. 187 modifica]come Zaccheo, che essendo piccolo salì sull’arbore per vedere Dio, per la quale sollicitudine meritò d’ udire quella dolce parola, dicendo, Zaccheo vattene alla tua casa, che oqgi è di bisogno eh io manti con teco.

Così doviamo fare noi, che essendo noi bassi, con stretto cuore e poca carità, noi saliamo in sull arbore della santissima croce, ine vedremo e toccaremo Iddio!

ine trovaremo il fuoco della sua inestimabile carità ed amore, il quale l’ha fatto corrire insino agli obbrobrj della croce, levato in alto, affamato ed assetato di sete dell’onore del padre e della salute nostra.

Ecco dunque il nostro dolce e buono pastore, che ha posta la vita con tanto affamato desiderio ed affocato amore, non raguardando alle pene sue, nè alla nostra ignoranzia ed ingratitudine di tanto benefìcio, nè a rimproveri de’giudei, ma come innamorato ubidiente al padre con grandissima reverenzia. Bene si può adunque, se noi vorremo adempire in noi quella parola, se la nostra negligenza non ci ritrae, salendo in su l’arbore, siccome disse la dolce bocca della Verità.

Se io sarò levato in alto, ogni cosa trarrò a me.

E veramente così è, che l’anima che ci è salita, vede versare la bontà e potenzia del padre, per la quale potenzia ha data virtù al sangue del Figliuolo di Dio di lavare le nostre iniquitadi. Ine vediamo l’obedienzia di Cristo crocifìsso, che per obbedire muore; e fa questa obedienzia con tanto desiderio, che maggiore gli è la pena del desiderio, che la pena del corpo!

vedesi la clemenzia e l’abondanzia dello Spirito Santo, cioè quello amore ineffabile, che’l tenne confitto in sul legno delia santissima croce, che nè chiovi, ne fune 1’ averebbe potuto tenere legato, se il legame della carità non fusse: ben sarebbe cuore di diamante, che non dissolvesse la sua durizia a tanto smisurato amore, e veramente il cuore vulnerato di questa saetta, si leva su con tutta sua forza; e non tanto è l’uomo in sè mondo, ma è monda l’anima per la quale Dio ha fatto ogni cosa. E se ini diceste, io non posso salire, [p. 188 modifica]183 perocché esso è molto in alto, dicovi, cli

egli ha fatti gli scaloni nel corpo suo, levate l’affetto a’piedi del Figliuolo di I)io, e salite al cuore che è aperto e consumato per noi, e giognerete alla pace della bocca sua, e diventarele gustatore e mangiatore dell’anime, e così sarete vero pastore, che porrete la vita perle pecorelle vostre. Fate che sempre abbiate l’occhio sopra di loro, acciocchè’l vizio sia stirpato e piantatavi la virtù, ed io vi mando due altre pecorelle (Z?); date a loro l’agio della cella e dello studio (C), perocché sono due pecorelle, le quali nutricarete senza fatica, ed avereteue grande allegrezza e consolazione. Altro non vi dico: confortatevi insieme; legandovi col vincolo della carità, sagliendo in su quello arbore santissimo, dove si riposano i frutti delle virtù maturi sopra al corpo del Figliuolo di Dio; corrile con sollicitudine.


Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio, Jesù dolce, Jesù amore. [p. 189 modifica]1% Annotazioni alla Lettera 73.

(A) A lato quasi de!!e mura di Siena è altro monastero de padri olìvetaci, iabbricato da Bonaventura Valcherino, e per esso donato a! beato Bernardo, il quale monastero dal santo istitutore dell’Ordine monastico in Occidente ha il nome, dicendosi di sia Benedetto. In esso cesso di vivere il be?to Bernardo, mortovi dalli si terribile pestilenza del i3z|8, cioè l’anno che segai alla nascila di santa Caterina.

II superiore di questo monistero è detto priore, costumandosi di que’tempi d?re qnesto titolo a superiori deTmonisteri stati per intero eretti, e riserbandosi quello di abbate a quelli cbe presedevano ne’ monisteri che dapprima fossero stali badie. 31a nel ■ 53r» il generale Fra Cipriano da Yerooa, ottenne da Paolo III, che tutti i superiori dell’Ordine in avvenire si dicessero abbati: e I titolo di priore o vicario rimase per que’che governavano in luogo degli abbati.

(B) Pi mando due olire pecorelle, (guanto la serafica vergine amasse questi buoni religiosi, h può arguire e dalle lettere che scrisse loro, che sono dodici, e dall’ajutars che faceva ad accrescerne il numero con inviar loro de’ nuovi compagni, come qoi vedesi; noo restando di farlo nè pnre quando era in cielo, come s’ avvertila nelle annotazioni alla lettera 266; e ben ess» n erano de gni per la vita religiosissima cbe menavano.

(C) Date a loro Fagio della et Ila e dello studio. Non avendo quei buoni religiosi, a tal epoca, un tempo destinalo specialmente allo stadio, perchè menavano vita eremitica, bisogna credere che i giovani che la santa loro inviava, siccome cupidi d apprendere colle virtù religiose anche le scienze e le aiti liberali, avessero interposta l’autorità di lei per averne l’agio da’snperiorì; tuttavia dopo il secolo XVI troviamo da loro aìla soliti ci ne ed alla fatica del coro accoppiata 1 applicazione allo studio a tale da farvi borire coll’osservanta anche le scienze e le lettere.