Er fatto de la Con v'entri

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Giuseppe Gioachino Belli

1836 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti caudati letteratura Er fatto de la Con v'entri Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

La festa der Papa Er bene der Monno
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1836

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ER FATTO DE LA CON V'ENTRI1

     Oh cquesto nò, nnun dirò mai che Rrocco
Sii omo da fà onore ar zu’ paese,
Né un zanto da incenzallo pe’ le cchiese:
Rocco è un birbo, e sti tasti io nu li tocco.

     Le mi’ parole nu l’avete intese.
Io discevo accusì cche ssenza un stocco
O antr’arma un omo nun è ttanto ssciocco
D’annà a ffà er ladro a una mileda ingrese.

     Tutta poi sta sparata s’è aridotta
A entrà ddrento a lo scuro, e sto gran male
A cquattro sgraffi e una camiscia rotta!

     Eh vvia, queste sò ccause der cazzo:2
Cose da pènne3 avanti ar tribbunale
D’un scopator segreto de Palazzo.

13 marzo 1836

<!-1 2 Da nulla. 3 Da pendere. -->

Note

  1. Si vuole che Lady Conventry impiegasse Rocco, suo facchino di credenza, in altre più umane fatiche. Accaduta fra loro in una notte di febbraio 1836, una certa scena di percosse, nella quale Milady perdé due denti posticci, fu Rocco accusato di tentato assassinio. La verità al suo luogo.
  2. Da nulla.
  3. Da pendere.