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Er predicatore

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Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi II.djvu sonetti letteratura Er predicatore Intestazione 19 aprile 2025 100% Da definire

La luna Er madrimonio de la mi' nipote
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

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ER PREDICATORE.

     Un gran predicatore ha ppredicato
Oggi a la cchiesa de Sant’Agostino!
Sèntime:[1] un antro padre Remolino
Nun c’è oro che ppòzzi[2] èsse pagato.

     Pe’ pperzuade[3] a ttutti ch’er peccato
Nun è una cosa bbona, Ggiuacchino,
Sto bbon zervo de Ddio parla latino,
E sse smazza,[4] che ppare un spiritato.

     T’abbasti cuesto cqui, cche a l’improviso
Ha ddato sopr’ar purpito un cazzotto,
Che mm’ha ffatto strillà: “Ppòzzi èsse impiso!„[5]

     Che aratore,[6] per dio! che omo dotto!
Sino è arrivato a ddì cche in paradiso
Nun pò entracce[7] oramai che un cacasotto![8]

Roma, 19 gennaio 1833.

Note

  1. Sentimi.
  2. Possa.
  3. Persuadere.
  4. Smazzarsi: scalmarsi.
  5. Che tu possa essere impiccato: frase napolitana, in onore anche a Roma.
  6. Oratore, intendiamoci bene.
  7. Entrarci.
  8. Un fanciulletto.