Farsaglia/Argomento dell'opera

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Marco Anneo Lucano

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Marco Anneo Lucano - Farsaglia (61)
Traduzione dal latino di Gaspare Cassola (1791)
Argomento dell'opera
Farsaglia Libro I


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ARGOMENTO

DELLA FARSAGLIA.


E SSENDO date le provincie Consolari, la Spagna a Pompeo, a Crasso la Siria e la guerra dei Parti, a Cesare la Gallia e la Germania; ed essendo morto Crasso, e prolungato il governo a Cesare per un altro lustro, e decretatogli dalle dieci tribù il Consolato, e avendo Pompeo dopo la morte di Giulia sospetto della potenza di Cesare, Marcello Console intraprese a trattare intorno al successore di Cesare. Egli però tranquillata nello spazio di nove anni tutta la provincia non si ritirava, quando nei vicini comizj si facesse conto di lui lontano. Ma contrariando i fautori di Pompeo si fermo decreto, ch'egli licenziato l'esercito si appresentasse, e chiedesse secondo il costume dei maggiori. Egli rispondendo che non lascerebbe l'esercito, se Pompeo pure non si disarmasse, e se non si stesse ai decreti, fu dichiarato per nemico. Adirato pertanto dalla provincia se ne move verso Roma coll'esercito, e tale spavento diffonde per la Città, che Pompeo col Senato fuggì a capua, indi a Brindisi. Ivi assediato da Cesare appena scampò nella Grecia; Cesare ritornato a Roma saccheggia l'erario, e lo divide co' suoi soldati. Quindi innoltrando nella Spagna commette per istrada l'assedio di Marsiglia a Bruto, ed egli nella Spagna sconfisse [p. 8 modifica]Petrejo e Afranio Capitani di Pompeo. Di là restituitosi a Roma tragittò nell'Epiro, dove e per disagio di vettovaglia, e attorniato strettamente da Pompeo, e quasi disfatto trasportò gli accampamenti nella Tessaglia. Quivi Pompeo in battaglia campale vinto e sbaragliato sen fugge a Lesbo; indi con Cornelia sua Consorte fece vela in Egitto fidandosi dell'amicizia del re Tolomeo, per di cui col parere di Fotino fu ammazzato su gli occhi della consorte, e del figlio minore. Cesare inseguendo il fuggitivo Pompeo fu assediato in Alessandria da Achilla comandante del Re, da cui si sottrasse in faro. Quivi oppresso dai nemici si lanciò in mare, e per due cento passi si portò a nuoto alla sua flotta. In appresso vendicando la perfidia dei nemici, detronizzato il Re, diede il regno a Cleopatra sorella di Tolomeo.