Libro quinto - Capitolo 61
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17 settembre 2008
75%
letteratura
<dc:title> Filocolo </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Giovanni Boccaccio</dc:creator>
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Filocolo - Libro quinto - Capitolo 61 Giovanni Boccaccio1336
Libro quinto - Capitolo 61
Levansi lieti i giovani dal santo parlare, e tra gli altri, più che alcuno, Ascalion, però che il suo lungo disio, il quale per tiepidezza mai mostrato non avea, vede venire ad effetto. E essendo già tempo più di dormire che di ragionare, Filocolo entrò nella sua camera, e con Biancifiore cominciò le sante parole a ragionare, la quale da Clelia sua zia, santissima donna, di tutte era informata; ma udendole a Filocolo dire, contenta molto gli rispose: - Quello che tu ora vuoi che io voglia, io ho già più dì disiderato, e dubitava d’aprirti il mio talento: però qualora ti piace, io sono presta, e già mi si fa tardi, che io sopra mi senta la santa acqua versare, e nella salutifera legge divenga esperta -. Queste parole udendo Filocolo contento ringraziò Iddio e ne’ pensieri della santa fede il più della notte dimorò, con disio attendendo il giorno, acciò che in opera mettesse il suo diviso con la sua sposa e co’ compagni.