Libro quinto - Capitolo 62
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17 settembre 2008
75%
letteratura
<dc:title> Filocolo </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Giovanni Boccaccio</dc:creator>
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Filocolo - Libro quinto - Capitolo 62 Giovanni Boccaccio1336
Libro quinto - Capitolo 62
Rendé la chiara luce di Febo i raggi suoi confortando le tramortite erbette, e Filocolo di quella vago, levato con Menedon lieto tornò ad Ilario, il quale sopra la porta del santo tempio trovarono: e lui salutato, con esso passarono nel tempio, e con chiara verità ciò che fatto aveano gli narrarono, e come i loro compagni di tal conversione letizia incomparabile aveano avuta e mostrata, per la qual cosa disposti alla predicata credenza erano del tutto. Allora Ilario, lietissimo di tanta grazia, quanta il datore di tutti i beni avea nelle sue parole messa, ringraziò Iddio e disse a Filocolo: - Dunque niuno indugio sia a questo bene; chiama i tuoi compagni, e ricevete il santo lavacro -. A cui Filocolo rispose: - Sì faremo, ma prima, ove io di voi fidare mi possa, alcuno mio segreto vi vorrei rivelare, acciò che, come all’anima porto avete salutifero consiglio, così similemente provveggiate al corpo -. - Ciò mi piace - disse Ilario, - e con quella fede a me parla ogni cosa che con teco medesimo faresti, sicuro che mai per me niuno il sentirà -. Per che Filocolo così cominciò a dire: