Francesca da Rimini (Pellico)/Atto terzo

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Atto terzo

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Atto secondo Atto quarto
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ATTO TERZO.


SCENA I

PAOLO.


Vederla.... sì, l’ultima volta. Amore
Mi fa sordo al dover. Sacro dovere
Saria il partir, più non vederla mai!...
Nol posso. — Oh, come mi guardò! Più bella
La fa il dolor; più bella, sì, mi parve,
Più sovrumana! E la perdei? Lanciotto
Me l’ha rapita? oh rabbia! oh!... Il fratel mio
Non amo? Egli è felice.... ei lungamente
Lo sia.... Ma che? per farsi egli felice
Squarciar doveva ei d’un fratello il core?


SCENA II.

FRANCESCA s'avanza senza veder PAOLO.


Francesca.Ov’è mio padre? Almen da lui sapessi
Se ancor qui alberga... il mio... cognato! — Io queste
Mura avrò care sempre.... Ah, sì, lo spirto
Esalerò su questo sacro suolo
Ch’egli asperse di pianto!.... Empia, discaccia
Sì rei pensieri; io son moglie!...
Paolo.                                                       — Favella
Seco medesma e geme.
Francesca.                                         Ah, questo loco
Lasciar io deggio; di lui pieno è troppo!
Al domestico altar ritrarmi io deggio....
E giorno e notte innanzi a Dio prostrata
Chieder mercè de’ falli miei; che tutta
Non m’abbandoni, degli afflitti cuori
Refugio unico, Iddio.1

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Paolo.2                                             Francesca ....
Francesca. Oh vista! Signor.... che vuoi?
Paolo.                                         Parlarti ancor.
Francesca.                                                             Parlarmi?
Ahi, sola io son!... Sola mi lasci, o padre?
Padre, ove sei? la tua figlia soccorri!
Di fuggir forza avrò.
Paolo.                                         Dove?
Francesca.                                                        Signore....
Deh, non seguirmi! il voler mio rispetta.
Al domestico altar qui mi ritraggo;
Del cielo han d’uopo gl’infelici.
Paolo.                                                             A’ piedi
De’ miei paterni altar teco verronne.
Chi di me più infelice? Ivi frammisti
I sospir nostri s’alzeranno. Oh donna!
Tu invocherai la morte mia, la morte
Dell’uom che abborri.... io pregherò che il cielo
Tuoi voti ascolti e all’odio tuo perdoni,
E letizia t’infonda, e lunga serbi
Giovinezza e beltà sul tuo sembiante,
E a te dia tutto che desiri!... tutto!...
Anche.... l’amor del tuo consorte.... e figli
Da lui beati!
Francesca.                               Paolo, deh! — Che dico?
Deh, non pianger! La tua morte non chieggo.
Paolo.Pur tu m’abborri....
Francesca.                                    E che ten cal, s’io deggio
Abborrirti?.... La tua vita non turbo.
Dimane io qui più non sarò. Pietosa
Al tuo germano compagnia farai.
Della perdita mia tu lo consola;
Piangerà ei certo.... Ah, in Rimini, egli solo
Piangerà, quando gli fia noto!...— Ascolta.
Per or, non dirgliel. Ma tu, sappi.... ch’io
Non tornerò più in Rimini; il cordoglio

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M’ucciderà. Quando al mio sposo noto
Ciò fia, tu lo consola; e tu.... per lui....
Tu pur versa una lagrima.
Paolo.                                                   Francesca,
Se tu m’abborri che mi cale? e il chiedi?
E l’odio tuo la mia vita non turba?
E questi tuoi detti funesti?... — Bella
Come un angel, che Dio crea nel più ardente
Suo trasporto d’amor.... cara ad ognuno....
Sposa felice... e osi parlar di morte?
A me s’aspetta, che per vani onori
Fui strascinato da mia patria lunge,
E perdei.... — Lasso! un genitor perdei.
Riabbracciarlo ognor sperava. Ei fatto
Non m’avrebbe infelice, ove il mio cuore
Discoperto gli avessi.... e colei data
M’avria.... colei, che per sempre ho perduta.
Francesca.Cho vuoi tu dir? Della tua donna parli....
E senza lei si misero tu vivi?
Sì prepotente è nel tuo petto amore?
Unica fiamma esser non dee nel petto
Di valoroso cavaliero; amore.
Caro gli è il brando e la sua fama; egregi
Affetti son. Tu seguili; non fia
Che t’avvilisca amor.
Paolo.                                         Quai detti? Avresti
Di me pietà? Cessar d’odiarmi alquanto
Potresti se col brando io m’acquistassi
Fama maggior? Un tuo comando basta.
Prescrivi il luogo e gli anni. A’ più remòti
Lidi mi recherò; quanto più gravi
E perigliose troverò le imprese,
Vie più dolci mi fien, poichè Francesca
Imposte me l’avrà. L’onore assai
E l’ardimento mi fan prode il braccio:
Più il farà prode il tuo adorato nome.
Contaminate non saran mie glorie
Da tirannico intento. Altra corona,

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Fuorchè d’alloro, ma da te intrecciata,
Non bramerò; solo un tuo applauso, un detto,
Un sorriso, uno sguardo....
Francesca.                                              Eterno Iddio!
Che è questo mai?
Paolo. T’amo, Francesca, t’amo,
E disperato è l’amor mio!
Francesca.                                              Che intendo?
Deliro io forse? che dicesti?
Paolo.                                                   Io t’amo!
Francesca.Che ardisci? Ah taci! Udir potrian.... Tu m’ami?
Sì repentina è la tua fiamma? Ignori
Che tua cognata io son? Porre in obblio
Si tosto puoi la tua perduta amante?
Misera me!.... questa mia man, deh, lascia!
Delitto sono i baci tuoi!
Paolo.                                              Repente
Non è, non è la fiamma mia. Perduta
Ho una donna, e sei tu; di te parlava;
Di te piangea; te amava, te sempre amo;
Te amerò sino all’ultim’ora! e s’anco
Dell’empio amor soffrir dovessi eterno
Il castigo sotterra, eternamente *
Più e più sempre t’amerò!
Francesca.                                                   Fia vero?
M’amavi?
Paolo.           Il giorno che a Ravenna io giunsi
Ambasciator del padre mio, ti vidi
Varcare un atrio con feral corteggio
Di meste donne, ed arrestarti a’ piedi
D’un recente sepolcro, e ossequïosa
Ivi prostrarti, e le man giunte al cielo
Alzar con muto ma dirotto pianto.
Chi è colei? dissi a talun. — La figlia
Di Guido, mi rispose. — E quel sepolcro?
Di sua madre il sepolcro. — Oh, quanta al coro
Pietà sentii di quell’afflitta figlia!
Oh qual confuso palpitar!... Velata

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Eri, o Francesca; gli occhi tuoi non vidi
Quel giorno, ma t’amai fin da quel giorno.
Francesca.Tu.... deh, cessa!... m’amavi?
Paolo.                                                   Io questa fiamma
Alcun tempo celai, ma un dì mi parve
Che tu nel cor letto m’avessi. Il piede
Dalle virginee tue stanze volgevi
Al secreto giardino. E presso al lago
In mezzo ai fior prosteso, io sospirando
Le tue stanze guardava; e al venir tuo
Tremando sorsi. — Sopra un libro attenti
Non mi vedeano gli occhi tuoi; sul libro
Ti cadeva una lagrima.... Commosso
Mi t’accostai. Perplessi eran miei detti,
Perplessi pure erano i tuoi. Quel libro
Mi porgesti e leggemmo. Insiem leggemmo
Di Lancillotto come amor lo strinse.
Soli eravamo e senza alcun sospetto....
Gli sguardi nostri s’incontraro.... il viso
Mio scolorossi.... tu tremavi.... e ratta
Ti dileguasti.
Francesca.                          Oh giorno! A te quel libro
Restava.
Paolo.                Ei posa sul mio cuor. Felice
Nella mia lontananza egli mi fea.
Eccol; vedi le carte che leggemmo.
Ecco; vedi, la lagrima qui cadde
Dagli occhi tuoi quel dì.
Francesca.                                              Va, ti scongiuro,
Altra memoria conservar non debbo
Che del trafitto mio fratel.
Paolo.                                                   Quel sangue
Ancor versato io non aveva. Oh patrie
Guerre funeste! Quel versato sangue
Ardir mi tolse. La tua man non chiesi;
E in Asia trassi a militar. Sperava
Rieder tosto e placata indi trovarti,
Ed ottenerti. Ah, d’ottenerti speme

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Nutria, il confesso.
Francesca.                                         Oimè! ten prego, vanne;
Il dolor mio, la mia virtù rispetta.
Chi mi dà forza, ond’io resista?
Paolo.                                                   Ah, stretta
Hai la mia destra! Oh gioja! dimmi, stretta
Perchè hai la destra mia?
Francesca.                                        Paolo!
Paolo.                                                   Non m’odii?
Non m’odii tu?
Francesca.                               Convien ch’io t’odii.
Paolo.                                                             E il puoi?
Francesca.Nol posso.
Paolo. Oh detto! ah, mel ripeti! Donna,
Non m’odii tu?
Francesca.                               Troppo ti dissi. Ah crudo!
Non ti basta? Va, lasciami.
Paolo.                                                   Finisci.
Non ti lascio se in pria tutto non dici.
Francesca.E non tel dissi.... ch’io t’amo? — Ah, dal labbro
M’uscì l’empia parola!... io t’amo, io muojo
D’amor per te.... Morir bramo innocente;
Abbi pietà!
Paolo.                    Tu m’ami? tu?... L’orrendo
Mio affanno vedi. Disperato io sono;
Ma la gioja che in me scorre fra questo
Disperato furor, tale e sì grande
Gioja è, che dirla non poss’io. Fia vero
Che tu m’amassi?... E ti perdei!
Francesca.                                                   Tu stesso
M’abbandonasti, o Paolo. Io da te amata
Creder non mi potea. — Vanne; sia questa
L’ultima volta....
Paolo.                                    Ch’io mai t'abbandoni
Possibile non è. Vederci almeno
Ogni giorno!...
Francesca.                               E tradirci ? e nel mio sposo
Desiar sospetti ingiuriosi? e macchia

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Al nome mio recar? Paolo, se m’ami,
Fuggimi.
Paolo.               Oh sorte irreparabil! Macchia
Al tuo nome io recar? No! — Sposa d’altri
Tu sei. Morir degg’io. La rimembranza
Di me scancella dal tuo seno; in pace
Vivi. Io turbai la pace tua; perdona.
Deh, no, non pianger! non amarmi! — Ahi, lasso!
Che dico? Amami, sì; piangi sul mio
Precoce fato.... — Odo Lanciotto. Oh cielo,
Dammi tu forza! — 3 A me, fratel!


SCENA III.

LANCIOTTO, GUIDO e detti.


Paolo.                                                            L’estremo
Amplesso or dammi.
Lanciotto.                                        E invan....
Paolo.                                                  Nè un detto solo
A’ miei voleri oppor. Funesti augurj
Qui meco trassi; guai s’io!...
Lanciotto.                                                  Che favelli?
Sdegno ti sta sul ciglio?
Paolo.                                             — Ah! non di noi....
Del destino è la colpa. — Addio, Francesca.
Francesca.4Paolo.... ferma!
Lanciotto.                         Qual voce!
Guido.5                                                  Oimè! Le manca
Il respiro.
Paolo.6                    Francesca....
Francesca.                                        Ei parte.... io muojo!7
Paolo.Francesca.... oh vista! Si soccorra.
Guido.                                                            Figlia....8

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SCENA IV.

LANCIOTTO e PAOLO.


Lanciotto.Paolo.... Che intendo?... Orrendo lampo scorre
Sugli occhi miei.
Paolo.                                        Barbaro! godi; è spenta....
Morir mi lascia; fuggimi.9


SCENA V.

LANCIOTTO.


                                                  Fia vero?
Essa amarlo! E fingea!... No; dall’inferno
Questo pensier mi vien... Pur.... — Dalla reggia
L’uscire a Paolo s’interdica; a forza
Gli s’interdica. — Oh truce vel! si squarci.




Note

  1. Per partire.
  2. Avanzandosi.
  3. Chiamando.
  4. Quasi fuori di sè, e con grido convulso.
  5. Reggendo la figlia.
  6. In atto di partire.
  7. Sviene nelle braccia di Guido.
  8. Francesca è recata nelle sue stanze.
  9. Parte.