Francesca da Rimini (Pellico)/Atto secondo

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Atto secondo

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ATTO SECONDO.


SCENA I.


GUIDO, FRANCESCA


Francesca.Qui.... più libera è l’aura.
Guido.                                                   Ove t’aggiri
Dubitando così?
Francesca.                                    Non ti parea
La voce udir.... di.... Paolo?
Guido.                                                       Timore
Or di vederlo non ti prenda. Innanzi
Non ti verrà, se tu noi brami.
Francesca.                                                            Alcuno
Gli disse ch’io.... l’abborro? glien duol forse?
Guido.Assai glien duol. Volea partir; Lanciotto
Ne lo trattenne.
Francesca.                                 Egli partir volea?
Guido.Or più queto hai lo spirto. Oggi Lanciotto
Spera che del fratel suo la presenza
Tu sosterrai.
Francesca.                         Padre, mio padre! Ah, senti....
Questo arrivo.... deh, senti, come forti
Palpiti desta nel mio sen! — Deserta
Rimini mi parea; muta, funèbre
Mi parea questa casa; ora.... — Deh, padre,
Mai non lasciarmi, deh, mai più! Sol teco
Giubilar oso e piangere; nemico
Tu non mi sei.... Pietà di me tu avresti,
Se....
Guido.          Che?
Francesca.                    Se tu sapessi.... — Oh, quanto amaro
M’è il vivere solingo! Ah, tu pietoso
Consolator mi sei!... Fuorchè te, o padre,
Non evvi alcun dinanzi a cui non tremi,

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Dinanzi a cui tutti del core i moti
Io non debba reprimere.... Nascosto
Non tengo il cor; facil s’allegra e piange;
E mostrar mai nè l’allegria nè il pianto
Lecito m’è. Tradirmi posso; guai,
Guai se con altri un detto mi sfuggisse!...
Tu.... più benigno guarderesti i mali
Della tua figlia.... E se in periglio fosse....
Ne la trarresti con benigna mano.
Guido. No, il cor nascosto tu non tieni.... I tuoi
Pensier segreti.... più non son segreti
Quando col tuo tenero padre stai.
Francesca.Tutto.... svelarti bramerei.... Che dico?
Ove mi celo? Oh terra, apriti, cela
La mia vergogna!
Guido.                                    Parla. Il ciel t’ispira.
Abbi fiducia. Il fingere è supplizio
Per te....
Francesca.                     Dovere è il fingere; dovere
Il tacer; colpa il dimandar conforto;
Colpa il narrar sì reo delitto a un padre,
Che il miglior degli sposi alla sua figlia
Diede.... e felice non la fe’!
Guido.                                                   Me lasso !
Il carnefice tuo dunque son io?
Francesca.Oh buon padre! nol sei.... — Vacillar sento
La mia debol virtù. — Tremendo sforzo,
Ma necessario! Salvami, sostiemmi!
Lunga battaglia fin ad ora io vinsi;
Ma questi di mia vita ultimi giorni
Tremar mi fanno.... Aita, o padre, ond’io
Santamente li chiuda. — Ah, sì! Lanciotto
Ben sospettò, ma rea non son! fedele
Moglie a lui son, fedel moglie esser chieggo!... —
Padre..... sudar la tua fronte vegg’io....
Da me torci gli sguardi.... inorridisci....
Guido. Nulla, figlia... raccontami....
Francesca.                                              Ti manca

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Lo spirto. Oh ciel!
Guido.                                    Nulla, mia figlia. — Un breve
Disordin qui.... qui nella mente.... — Ah, dolce
A vecchio padre è l’appoggiar le inferme
Membra su figli non ingrati!
Francesca.                                                        Oh, è vero!
Giusta è la tua rampogna; ingrata figlia,
Ingrata io son! Puniscimi....
Guido.                                                  Qual empio
Di sacrilega fiamma il cor t’accese?
Francesca.Empio ei non è; non sa, non sa ch’io l’amo;
Egli non m’ama.
Guido.                                   Ov’è? Per rivederlo
Forse a Ravenna ritornar volevi?
Francesca.Per fuggirlo, mio padre!
Guido.                                                   Ov’è colui?
Rispondi; ov’è?
Francesca.                               Pietà mi promettesti;
Non adirarti. È in Rimini....
Guido.                                                        Chi giunge?


SCENA II.

LANCIOTTO e detti.


Lanciotto.Turbati siete?... Eri placata or dianzi.
Guido.Diman, Francesca, partirem.
Lanciotto.                                                        Che dici?
Guido.Francesca il vuol.
Francesca.                                    Padre!
Guido.                                                   Oseresti?...1


SCENA III.

LANCIOTTO, FRANCESCA.


Francesca.                                                                                          Ahi, crudo
Più di tutti è mio padre!
Lanciotto.                                                 Abbandonarmi

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Più non volevi; io ti credea commossa
Dal dolor mio. Per fuggir Paolo, d’uopo
Che tu parta non è; partir vuol egli.
Francesca.Partir?
Lanciotto.                Funesta gli parria la vita
Ne’ suoi penati, ove abborrito ei fosse.
Francesca.Tanto gl’incresce?
Lanciotto.                                         Invan distornel volli;
Di ripartir fe’ giuramento.
Francesca.                                                  Ei molto
T’ama....
Lanciotto.                          Soave e generoso ha il core.
Debole amor (pari m’è in ciò) non sente....
E pari a me, d’amor vittima ei vive!
Francesco.D’ amor vittima?
Lanciotto. Sì. Non reggerebbe
Il tuo medesmo cuor, se tu l’udissi....
Francesca.Or perchè viene a queste piagge adunque?
Cred’ei ch’io m’abbia alcun altro fratello
Onde rapirmel? Per mio solo danno,
Certo, ei qui venne.
Lanciotto.                                    Ingiusta donna! Ei prega,
Pria di partir, che un solo istante l’oda,
Che un solo istante tu lo veggia. — Ah, pensa
Ch’ei t’è cognato; che novelli imprende
Lunghi viaggi; che più forse mai
Nol rivedrem! Religïon ti parli.
Se un nemico avoss’io, che l’oceàno
In procinto a varcar, la destra in pria
A porgermi venisse.... io quella destra
Con tenerezza stringerei, sì dolce
È il perdonar!
Francesca.                               Deh, cessa!... Oh mia vergogna!
Lanciotto.Chi sa, direi, se quel vasto oceàno,
Fin che viviam, frapposto ognor non fia
Tra quel mortale e me? Sol dopo morte,
In cielo.... E tutti noi là ci vedremo....
Là non potremo esser divisi. Oh donna,

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Il fratello abborrir là non potrai!
Francesca.Sposo, deh, sappi.... Ah, mi perdona!....
Lanciotto.                                                            Vieni,
Fratello!
Francesca.               Oh Dio!2


SCENA IV.

PAOLO e detti.


Paolo.                                        Francesca!... Eccola.... dessa!
Lanciotto.Paolo, t’avanza.
Paolo.                                   E che dirò? — Tu dessa? —
Ma s’ella niega di vedermi, udirmi
Consentirà? Meglio è ch’io parta; in odio
Le sarò men. — Fratel, dille che al suo
Odio perdono, e che nol merto. Un caro
German le uccisi: io nol volea. Feroce,
Ei che perdenti avea le schiere, ei stesso
S’avventò sul mio brando; io di mia vita
Salvo a costo l’avria.
Francesca.3                                          Sposo, è partito?
Partito è Paolo?... Alcuno odo che piange;
Chi è?
Paolo.           Francesca, io piango; io de’ mortali
Sono il più sventurato! Anche la pace
De’ lari miei non m’è concessa. Il core
Assai non era lacerato? assai
Non era il perder.... l’adorata donna?
Anche il fratello, anche la patria io perdo!
Francesca.Cagion mai non sarò ch’un fratel l’altro
Debba fuggir. Partir vogl’io; tu resta.
Uopo ha Lanciotto d’un amico.
Paolo.                                                        Oh! l’ami?...
A ragion l’ami. Io pur l’amo.... E pugnando
In remote contrade.... e quando i vinti
E le spose e le vergini io salvava
Dal furor delle mie turbe vincenti,

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E d’ogni parte m’acclamavan tutti
Fortissimo guerrier, ma guerrier pio....
Dolce memoria del fratello amato
Mi ricorreva, e mi parea che un giorno
Mi rivedrebbe con gentile orgoglio....
E tutta Italia e sue leggiadre donne
Avrian proferto amabilmente il nome
Dell’incolpabil cavaliero. — Ah, infausti
M’erano que’ trionfi! il valor mio
Infausto m’era!
Francesca.                                    Dunque tu in remote
Contrade combattendo.... ai vinti usavi
Spesso pietà? Le vergini e le spose
Salvavi? Là colei forse vedesti
Che nell’anima tua regna. — Che parlo?
Oh insana! — Vanne. Io t’odio, sì!
Paolo.4                                                            Lanciotto,
Addio. — Francesca!...
Francesca.(Udendo ch’egli parte, gli getta involontariamente
uno sguardo.)
Paolo.(Vorrebbe parlarle; è in una convulsione terribile, e
temendo di tradirsi, fugge.)
Lanciotto.                                              Paolo, deh, ti ferma!


SCENA V.

LANCIOTTO, FRANCESCA.


Francesca.Paolo!... Misera me!
Lanciotto.                                              Pietà di lui
Senti, barbara, o fingi? A che ti stempri
In lagrime or, se noi tutti infelici
Render vuoi tu? Favella: io ragion chieggo
De’ tuoi strani pensieri; alfin son stanco
Di sofferirli.
Francesca.                               E sono pure io stanca
Di tue ingiuste rampogne; ed avrò pace
Sol quando fia ch’io più non veggia.... il mondo!

Note

  1. Parte guardandola minacciosamente.
  2. Si getta nelle braccia di Lanciotto.
  3. Sempre abbracciata al marito, senza osar di levar la faccia.
  4. Risolutamente.