Gazzetta Musicale di Milano, 1844/N. 14

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N. 14 - 8 aprile 1844

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N. 13 N. 15

[p. 55 modifica]ANNO Ili.-N. 14. DI MILANO LUNEDÌ 8 Aprile 1844. Si pubblica ogni domenica, — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.” di centocinquanta pagine circa, il (piale in apposito elegante frontespizio si inlilo’cià Astuiogi* classica?n sii ale. — l’or quei Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. 2000 pezzi di musica dal quale possono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N. 150 pagine, e questi vengono dati gratis all’atto che si paga l’associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. Veggasi l’avvertimento pubblicato nel Foglio N. 50, anno 11, 1843. • La musique, par des inflexions vives, accentuées. et. • pourainsi dire., parlantes, exprime. toutes les pas• firn, peint tous les tableaux, rend tous les objets. • soumet la nature, entière à ses savantes imitations, • et porte, ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• ti-tnenls propres a l’émouvoir.» J. J. Ilo rssea r. il prezzo dell’associazione alla Gassetta c alla Musica v di effettive Austriache L. 12 per semestre, ed effettive. Austiache L. 14 affrancata di porlo lino ai contini della Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porlo ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicalo nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso rUllicio della Gassetta in casa Ricordi, contrada degli Omenoni N’.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. — Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porlo. S O M M A lt I e. Lo stretto vincolo adunque che annoda musica e poesia, sebbene in tutte le età I. Musica e poesia - IL 1. R. ("osservatorio di musica. - 111. Miscellanea. - IV. Carteggio. - V. Cm nuovo ORGANO DEL SERASSI. - VI. NOTIZIE MUSICALI DIVERSE. - VII. Pubblicazioni musicali. MUSICA E POESIA Articolo I. uanto piacere non mi arrecò t-f 1 apparizione di un Salmo K Jjgdi Marcello in bella carta, e formato moderno! (I) Io appi au dirò sempre agli eroici sforzi del signor Ricordi, il quale va risuscitando i dormenti dalle tombe musicali, e ricordando a’suoi italiani le dimenticate glorie. Da cinquanta Salmi difficile non era la scelta, e stampandone uno solamente non cor revasi rischio d’urtare troppo la sensibilità dei dilettanti. La scelta fu pure felice nella parte poetica, poiché in questo Salmo: Coeli enarrati!... il traduttore seguì un cerio metro, e ritmo più lirico che in molti altri, dove, sebbene non udiam rime, pure que’ settenarj sdruccioli: I Cieli immensi narrano, poi que’ dolci quinarj piani: Al di che nasce, che precedono gii sdruccioli: flou avvi popolo, e finalmente i decasillabi: Per magnifica tenda l Altissimo per l’armonia, e varietà ci dilettano assai. A dir vero, salve alcune disgrazie di verseggiatura, e qualche altra di musica a cappella, l’opera marcelliana è un capo-lavoro degno di essere riconosciuto dal nostro bel paese. Esso rivedrebbe la musica dolce, espressiva, profonda, udirebbe la melodia, l’armonia, il cantabile di cui tanto compiacevansi i maggiori nostri. Solo colla analisi del presente Salmo potrei dimostrare questa mia asserzione, e poi conchiudere su un punto capitale, che è: grandissimi e nuovi effetti potersi ottenere nell’arte dalla stretta concordia della musica e della poesia. Dando adunque per comprovata quella asserzione mi tratterrò a ragionare di (piesto punto primario, contento che il Salmo di Marcello m’abbia porto e materia d’esordio, e soggetto di ragionamento. (1) Vedi il N. 7 dell’Antologia Classica Musicale, Anno II. avvertito, può nondimeno porgere argomento ad ulteriori ricerche; ancora perchè ogni parola esser buona, mente intendere quel che giudizio fu cosi funesto >oIrà più facilino. Il <pial preche il rimedio nelle arti. anche quando non vi è progresso dal lato dell invenzione, cioè quando non sorge più ingegno a far cose nuove. non ne manca dal lato dell elaborazione, ufficio che è proprio dell ingegno, del giudizio e del buon gusto. Il (piai progresso,. negativo se volete, consiste nel seguire 1 ottimo, nel prenderlo ad esempio, od almeno nel non rinnegarlo. Anche lo studiar bene l’arte sua, non abusare dei mezzi, i non deviare dal senso comune, non regalar fumo per luce, e sopra lutto conoscere, e praticare 1 aurea mediocrità sono cose che se non ci spingono innanzi, non ci ributtano indietro. E questo è dovere dei pratici, voglio dire dei maestri. Tengono poi vivo il progresso dell’elaborazione i critici. che han pur nome di giornalisti, ceni sori. articolisti, osservatori; i quali stanno in sull’avviso, e vanno avvertendo o quej sto. o quello de’ pratici, ora correggendo, i ora sferzando, ora insegnando, adesso compassionando. e poi incoraggiando, a fine che l’arte si tenga su, e si mova, e non retroceda, ed il mondo intento al vapore, i ed al fondaco non resti senza musica. So; pra lutto hanno i critici da far guerra । ai pregiudizj del secolo, de* quali voglio! qui, cosi per passatempo, assaggiarne uno. Leggo in un’opera sul bello, lavoro di pensator profondo, che la musica tiene coll’architettura tra le belle arti la primaI zia; ed io ne ho gran piacere. Il diritto I d’anzianità, la primogenitura egli è gran favore della fortuna. Forse il fatto d An(ione che edificava colla musica sarà un simbolo di cotesto armonioso dualismo. Sia; ma questa osservazione fu per me un lampo che mi disnebbiò le tenebre dell’intelletto. Ora capisco un altro fatto che è degli Anfioni moderni. Persuasi essi che la musica fosse la primogenita, e la poesia la cadetta, con sviscerata predilezione materna lutto alla prima, niente alla seconda concedettero, e concedono. E così cotestoro hanno dimostrato col fatto, ma contro 1 esperienza di molli secoli, che tra poesia e musica non vi è legame di che qualunque musica può applicale si voglia parola. E chi ricorsorta, e carsi a quale si voglia parola. E chi ricordasi del fatto di alcuni lassisti in lettere, i quali sostenevano ad esprimere i concetti ritrovato per guarirlo riuscì peggiore del male: In vitjum ducit ecc. cioè: Se manchi (Parte. vai dì male in peppio. Uno che abbia ultimamente udite le composizioni del Verdi, eseguite appuntino secondo le intenzioni del maestro, e con lutte le forze gutturali, e strumentali, debbe conchiudere, che il dramma presente non può spremere di più per I’ espressione che si cerca, e che quanti vorranno in avvenire andar oltre, non più coi soliti mezzi, ma con straordmarj v. g. coi cannoni, e colle macchine infernali bisognerà ajutarsi, giacché i tuoni, i vulcani, ed i tinimondi terrestri e marittimi non possono essere a disposizione de’ maestri. Ora che cosa è cotesto fracasso ultimamente immaginato, e sostituito alla buona musica? Egli è uno sforzo duna maggiore espressione, rimedio peggior del male, come diceva pur dianzi. Perchè a correggere quella insignificanza derivata dal disprezzo della poesia, e che manifestossi principalmente negli imitatori rossiniani, avendo data opera il Bellini di felice memoria, i seguaci suoi o per errore, o per impazienza, forse per impotenza credettero di riempirne i vóti lasciati dal caposcuola in quella strumentazione, che egli, inteso al canto, aveva un po’ trascurata, operazione che da una parte doveva avere un limile, essendo f accompagnamento cosa secondaria, non principale, e dall’altra movere subordinata alla poesia, ed al canto. Non si fece ne l’uno, nè 1 altro, e si progredì precipitosamente al fracasso, quella vuota magniloquenza, quello scialacquo di colori, quel caos filosofico che andiamo lamentando nelle lettere, nella pittura, nella metafisica. Bisogna adunque nel progresso di questa elaborazione retrocedere qualche passo. rimettersi al punto in cui il giovare Siciliano crasi collocato, e di là guardare ciò che meglio possa avvantaggiar farte. lo indico (piesto punto nello stretto vincolo della musica e poesia, ed invilo tulli i cultori ed osservatori a cotesta stazione, la fosse anche da parere un carcere di penitenza. un luogo di correzione. Certo Ira l’apatia ed il fracasso, tra la trascuraggine e faffettazione corre Cl spazio tale che i musici presenti e futuri E possono trovare di che acconciarsi onesta- b mente; ma la somma concordia delle pa-=-Oi [p. 56 modifica]iole c delle noie, fequilibrio perfetto del libretto e dello spartito credo essere il vero luogo di sicurezza. (Sarà continuato} Prof. Bigliani. I.?.. COnSZF.TATO^IO DI M’JSIIA La mattina di domenica 51 scorso marzo nella grande sala dell I. IL nostro Conservatorio ebbe luogo un solenne intrattenimento di musica Sacra. Si udirono con grande soddisfazione una magnifica sinfonia di Stunz. eseguila con raro accordo, /*ultima parola del Redentore^ di Haydn, un mottetto di Asioli, per voce di soprano, cantalo con garbo, con sicurezza e bella eleganza, dalla giovinetta allieva signora Moltini^ e finalmente la Messa da Requiem di Mozart, immortale monumento di un genio che fu grande nei più disparati generi di musica, in tutti sublime, in molti unico! Sono da farsi le più sincere congratulazioni a chi presiede alla direzione degli studii del nostro Conservatorio per la scelta di simili esercizi!, che di tempo in tempo, sebbene troppo di rado, ricordano ai milanesi buoni e zelanti cultori della musica che nel meraviglioso patrimonio di quest arte sublime vi ha qualche cosa di meglio che non le solite dozzinali ed effimere partizioni onde il moderno teatro si occupa quasi esclusivamente. Ammettiamo come savio principio che la scena debba essere aperta principalmente alle produzioni dei migliori compositori della giornata^ uniamo volentieri anche il nostro applauso a quello della moltitudine, alloracln clamorosamente entusiastica saluta la gloria nascente de’ giovani maestri che con zelo ed amore studiano ad affratellare la vigoria del pensiero colla forza dell’affetto, il nerbo della scienza collo slancio deli ispirazione; ma crediamo ad un tempo che alle incessanti ovazioni in parte meritate, in parte prodigale ai saggi più o meno duraturi de1 compositori viventi, non siano da sacrificarsi troppo esclusivamente i tesori dell arte dovuti al genio delle epoche passale. Se un po’ più di frequente vedessimo alternate sulle nostre grandi scene le opere dei Donizelli, dei Merendante. dei Verdi, dei Pacini. con quelle degli antichi capiscuola, d teatro avrebbe il gran vantaggio di una più svariala e piccante vicenda di impressioni, il gusto del pubblico per forza di confronti si verrebbe educando ed affinando molto più di quanto non fa ora, e le arti musicali in gemere progredirebbero con passo più sicuro, e guidate da una critica molto più illuminata e feconda. Ma quest epoca di savio e desiderabile eclettismo non è ancor giunta pel nostro teatro, e ciò per ragioni che sarebbe troppo lungo il qui indicare e discutere. Intanto ci è di somma soddisfazione il potere intrattenere i nostri lettori con qualche cenno intorno ai pochi tentativi che si vanno facendo tra noi per richiamare in onore i grandi capi d opera musicali. In questo proposito non poteva essere più felice la scelta della Messa da Requiem di Mozart, che si eseguì nel IL Conservatorio domenica mattina. Grandioso e imponente ne fu I* effetto, il quale si dovette alla sublimità delle ispirazioni di cui abbonda quella musica, e in parte anche al buon accordo e al magistero degli esecutori diretti con particolare perizia dal Censore sig. maestro Nicola Vaccaj. MISCELLANEA ( Con (in nazione c fine. Vedi il N. 12 e 15). Abbiamo asserito che senza un sensibile aggravio di spese si potrebbe, aumentare d un terzo il numero de’ suonatori del Teatro della Scala. Cerchiamo prima di particolarizzarc questo aumento. Ai violini converrebbe aggiungerne altri dieci; cinque primi e cinque secondi: altre (piatirò viole riuscirebbero indispensabili: come pure altri sette violoncelli e Ire contrabbassi. Il che farebbe il numero di ventiquattro suonatori assolutamente, indispensabili per gli odierni bisogni della musica. Si elimini dunque la banda dal palco scenico, e i colle parecchie migliaja di lire che questa assorbe si pensi a fissare un emolumento a*nuovi ventiquattro professori d’orchestra. 0 l’emolumento della banda basterebbe, o almeno è certo che l’aumento delle spese necessario allo stipendio dei nuovi suonatori non ammonterebbe a un’aggiunta di sei od otto mila lire. -Eliminando questa banda apporteremmo anche un bene reale ali arle, perchè sarebbe tolto così ai compositori la possibilità di servirsene antidrammaticamente, come dal più al meno fan tulli. Nè il sig. Fétis avrebbe più a sorridere ’ del drôle di effetto che gli facevano i Romani nella Vestale o i Druidi nella Norma, vedendoli con innocente anacronismo suonare i Clarinetti ed i Fagotti. Infatti i danni che F uso della banda sul palco apporla a’più giusti principi della drammatica sono incalcolabili; ed è impossibile o almeno assai difficile, adoperandola, non cadere in qualche urtante controsenso. E non è che in Italia che ancora prevale (e (pianto!) (piesto sistema. In tulli gli sparliti che ci vengono d’oli remont e, la banda non ha giammai la più piccola parte, e sullo questo rapporto n’è d’uopo confessare che in quei teatri si mostra molto più buon senso che non nei no stri. A Berlino, nel gran Teatro dell’Opera tedesca, v’ha [raddoppiamento ambe degli slromenti a fiato: hannosi in conseguenza «piatirò oboi, quattro clarinetti, ecc., ecc. Noi non pretendiamo cbe (pii si abbia a praticare per intero quest’innovazione; ma tuttavia vogliamo notare che in alcuni de’strumenti di legno la sarebbe adottabilissima ed anzi pressoché di stretto bisogno. Ne’ [orti per esempio, alla Scala, riesce quasi impossibile distinguere siffatti stromenli, e. per renderne la forza sufficientemente proporzionata a quella degli alici di ’metallo, converrebbe, appunto raddoppiare i flauti, gli oboe, i clarinetti ed i fagotti, o almeno almeno i più muti, vale a dire i flauti ed i fagotti. Riteniamo inutile F avvertire che i suoni raddoppiali di codesti stromenli non dovrebbero adoperarsi se non nei forti, come pure. la massa de’ strumenti d’arco dovrebbesi dimezzare nei piano e negli accompagnamenti. L’effetto de’ chiaroscuri che si potrebbe ottenere con tale sistema sarebbe immensamente annientalo. In (pianto poi risguarda la nuova disti ibuzione che si è data ultimamente ai suonatori nell’orchestra (parliamo sempre della Scala), abbiamo trovato lodevole ravvicinamento che. rettamente s’è fatto de’suddetti slromenti di fiato in legno: da ciò si ottenne. tra loro assai più d’unione che per lo innanzi; non sappiamo in conseguenza perchè in vece glislromenti di metallo sieno così gli uni dagli altri distanti, in guisa tale, che i due gruppi (imo dei corni, l’altro delle trombe e de’ tromboni), non soltanto non possono vedersi reciprocamente, ma riesce loro perfino impossibile sentirsi, e perciò l’accordo fra trombe, tromboni e corni non è ottenibile che meccanicamente dall’impulso del direttore | (1 orchestra. Noi siamo «F opinione die i tre gruppi! de’stromenli d’arco, di fiala in legno, e di [alo in metallo compongano, per così dire, tre orchestre a sè, e perciò che, siccome per aver accordo in un’orchestra propriamente detta, conviene (Lessa sia il più possibilmente stretta ed unita, così anche «piesle parziali orchestre debbano essere ben distinte c tra loro । unite senza che nessuno estranio ostacolo venga ad intermezzarle. Non abbiamo trovalo mollo commendevoli nemmeno quelle due lunghe file laterali di vio| lini: è impossibile, che lo stacco riesca simultaneo: cd aggiungasi che anche qui, come tra corni c tromboni, è impossibile vedersi tra primo ed ultimi violini, danno peggiore ancora, perchè questi suonano g all’unisono, nel quale è chiaro che la simultaneità dei suoni esigesi ancor più rigorosamente. Notisi poi an- fi cora che al primo dal suo sedile, riesce pressoché impossibile, dominarli col suo sguardo, meno poi col comando. Inoltre la fila dell’orchestra nel suo complesso è troppo, è eccessivamente lunga; avrebbesi dovuto allargarla al centro e ristringerla ai lati: e non sappiamo, a vero dire, perchè a ciò non si abbia provveduto, mentre fu sempre lamentalo un sì grande inconveniente. Fino a che l’orchestra Sara disti ibuila su d’nna linea così stretta c lunga non sarà dato giammai di ottenere simultaneità di tocco; ed invano si desidererà, con ludo il buon volere e l abilità del direttore e de’professori, quella precisione, quell’accordo, quell" aplomb (pcr servirsi dei termine d’uso) che, per quanto sia numerosa un’orchestra, si può pur ottenere quando la distribuzione delle parli suonanti sia relia ed avveduta. In «pianto all’attuale, corpo dei cori del suddetto gran teatro, è nostro dovere di far elogj all’impresa, sapendo noi che ella lo ha aumentalo di assai più non glielo impongano i suoi obblighi. Gli uomini in ispecial modo sono in sufficiente numero da potere far fronte anche, al peso della maggior massa d’orchestra, da noi progettata più sopra nel suindicato aumento di suonatori. Le. donne trovansi pcr Io contrario scarse e di numero c di buone voci, cd anche un po’d’abilità: ma (piesto è un male negli attuali momenti irreparabile, ed al (piale nè l’impresa nè altri saprebbero applicar riinedj: male clic deriva da quella gran cagione,che non esistendo in giornata più neppur una di quelle artiste che appcllavansi anticamente seconde donne, conviene anche per i cori rivolgersi al grande emporio delle prime donne assolute, le (piali, se dotale di buona voce c robusti polmoni, è assai difficile che amino cambiare il primo maestoso lilolo in quello sì modesto di coriste. E verissimo: ella è cosa assolutamente impossibile formare in giornata un sufficiente corpo di cori femminini, c le voci di soprano specialmente non si assoggettano a così umile ufficio. I contralti sono più arrendevoli, perchè meno favoriti dai moderni compositori: e perciò anche alla Scala sentiamo alcun poco predominare (piesle belle voci gravi, nel mentre i soprani in certi momenti di energia si distinguono appena’. Non metteremo fine a queste nostre osservazioni senza fare un cenno anche di altri strumenti, che negli odierni sparliti vengono adoperati in altri grandi teatri, e che perciò o presto o tardi converrà pur qui adottare; e all’introduzione de’(piali, o almeno de’più ne.cessarj, sarebbe saggia cosa fin d’ora provvedere. Per esempio Donizelli mi Don Sebastiano ha fatto uso, così ne fu dello, di due clarinetti bassi, strumento assai caratteristico, all’ottava de’ clarinetti ordinari, c che può rimpiazzare col suo timbro grave c cupo in parte anche la mancanza de’corni-bassetti, mancanza pur assai da lamentarsi. Lo stesso dicasi del trombone contralto, al (piale si sostituisce comunemente una tromba, che naturalmente resta troppo bassa e soffocata dai tromboni tenori. Nelle ultime due grand’operc di Meyerbeer hanno pure gran parte in orchestra due cornette a pistoni, altro strumento del (piale noi app.ena conosciamo il nome ed al (piale non si saprebbero rinvenire appropriale e convenienti sostituzioni. Noi manchiamo del Fagollone, strumento all’ottava del fagotto ordinario, clic nelle sinfonie di Beethoven specialmente vi è adoperai issimo, e che qui l’anno scorso per l’esecuzione delle medesime al Casino della Nobile Società non si è potuto trovare. Passiamo sotto silenzio tanti altri strumenti che di giorno in giorno si vanno adottando in lutto le, più accreditate orchestre, e che danno campo ai compositori di variare i loro effetti; ma ciò di che non possiamo tacere si è del bisogno di un grande organo sul palco. Questo è cosa innanzi lutto indispensabile. In più cenlinaja di sparliti l’organo è introdotto, eppure ci è forza continuamente farne senza. SÌ deve * aver presente che e nel Corrado e ne’ Puritani c ne’ t Lombardi ed in tante altre moderne partizioni riusciva > affatto perduta tutta quella solennità e santità d’effetto S c quel bel contrasto di tinte che l’organo solo può & [p. 57 modifica]■Ba (lare. A questo è assoluto obbligo di provvedere e legt® immediatamente. A proposito d’Organi ne viene in mente che era ZAv già da qualche tempo nostro dovere di parlare d una Memoria (1) dell’esimio sig. dottore Paolo Giani sul gigantesco organo di S. Colombano, fattura dell ormai celebre Adeodato Rossi-Urbani di Bergamo. Ella è qucsla un’interessantissima Memoria, che oltre all’essere scritta con ogni eleganza di stile, distinguesti anche! por un dotto cenno clic l’Autore fa precedere sugli organi pneumatici in generale, come ancora per la lettera del chiarissimo Fr. Davide da Bergamo all Autore diretta, nella quale trovasi la più demagliata descrizione di questo magnifico strumento, che sembra essere, a della del signor Giani, o il più grande od uno dei i più grandi della Penisola, perchè composto di 107 registri c di 44G5 canne. ii. Alberto Mazzvcato. (1) L’Organo, e particolarmente del grandioso Organo di S- Colombano e del dì lui autore Adeodato Bossi-Urbani di Bergamo, Memoria del dottore. Paolo Giani. - Lodi, dalla Tip. di C. Wilmanl e figli, 1845.


CARTEGGIO il Caro Amico. Parigi 18 marzo 1844. Vi ho promesso alcune notizie musicali del mio sog- I giorno a Parigi, il tumultuoso emporio artistico di Europa. Ma oh Dio! da (piale dovrò mai incominciare nel caos di spettacoli, di com edi, di serale, di mallii naie grandi e, piccole, buone c cattive a cui in meno I di dieci giorni ho assistilo? In quaresima ogni artista,; I per poco che si creda forte, cerca di dare la sua accademia: ogni amatore o sedicente tale si compiace i settimanalmente invitare le sue conoscenze a serale in cui la musica ha la precedenza; non pochi fabbricatori di pianoforti per melici’ in evidenza il merito ’ della propria merce combinano de’ concerti a cui con1 corrono le, celebrila pianistiche; i più fastosi ricchi! estendono i proprj lussureggianti piaceri alla div ina arie, degni guiderdoni porgendo agli esecutori predi- | 1 ledi dalla moda. - Tutta Parigi ora fa musica c vuol musica; in questa stagione la grandiosa capitale seni- j i bra quasi tramutata in una smisurata sala ove inccs- | | santamente si suona e si canta. A dirvi il vero le mie j orecchie rimasero sbalordite, il mio spirilo cadde in I abbattimento, le mie fibre ebbero troppo frequenti scosse; mi sento come oppresso da una replezione. musicale. Per ora non mi sarebbe possibile informarvi delle molliplici sensazioni avute che facendovi di esse una sfuggevole enumerazione. Ilo sempre avuto fisso in mente die i concerti al! Conservatorio di musica, dovessero essere il non plus uliva della perfezione islrunientale-eseculiva. Arrivai pertanto ansioso più che mai di attingere alla delii ziosa fonte, c mia prima cura fu di cercare de’ biglietti. Mi si rispondo esser pressoché impossibile trovarne; ■ corro dalle persone più infliienli e ne ho la stessa j risposta. Aon mi perdo perii di coraggio; finalmente ne ebbi sospiralo il risultato; e per la gentilezza di. un ottimo signore arcivai ad essere collocato nel paradiso dell’elegante teatrino del Conservatorio. La parola paradiso non poteva meglio convenire a quell’angolo ove i miei sensi furono inebbriali da un incanto incI sprimibile; in quel punto era trasportato in una sfera celeste. Qual meravigliosa esecuzione nel colorilo, nella fusione e nel portamento de’ suoni, nella delicatezza e nella forza! Mirabile era il vedere la coorte de’violini, I 1 O delle viole, de’ violoncelli, de’bassi moversi come se fossero guidali da una sol mano, e più mirabile ancora era I’ udirli (alilo uniti da farli credere, per un solo istromento. Ora potevano paragonarsi ad un Rubini che deliziosamente ammorzasse la voce, ora ad una Teresa Milanollo che angeliche vibrazioni traesse. Prima della mali ina del 10 marzo non avrei potuto persuadermi che l iniera massa di una grande, orchestra potesse ottenere sì toccanti e finiti effetti nel pianissimo, nel cantabile, legato e nella accent nazione. Quand’anche non dirigesse il rinomato Habenek, per un fatale accidente ammalalo (1), a me parve che tutto fosse eseguilo a meraviglia, c questa mia opinione non si accorda con quella esternata da alcuni giornalisti parigini, i quali forse, avvezzi a prodigi ancor maggiori. avran potuto rilevare la differenza fra l’esecuzione del (punto eoncerlo c, quella de’precedenti; per me, nuovo a tale perfezione, essa riesci al sommo soddisfacente, e non mi dimenticherò mai del magico adagio della sinfonia in mi bemolle di Mozart e dello scherzo ed orage della sinfonia pastorale di Beethoven, il nume della benemerita Società del Conservatorio. M’interessò assai un religioso coro a voci sole, del XV secolo, un’aria dell’Ir-mida di Giuk con scelti accompagnamenti, ed un grandioso coro delle Buine di Alene pure di Beethoven. Per intermezzo l abile Klozé disse, alcune, variazioni. Troppo difficile io sono ad accontentarmi dei concertisti di clarinetto; ciò deve, succedere ad ognuno che sia avvezzo alla bravura di un Cavallini. In altra mia vi parlerò con qualche particolarità della pi ima orchestra del mondo c delle portentose sue prove. Con negligenza ed inesattezza s’interpretarono alla Grand’Opéra il l’reyschülz di Weber e Z’Assedio di Corinto, ed all’Opera comique l’Ambassadrice di Aubcr, relegante compositore francese, solerte direttore del Conservatorio di musica. Parlo |solo degli spartiti da me uditi. Al Teatro italiano invece fui più che mai soddisfatto di rinvenirvi una nuova luminosa > conferma della preminenza della nostra Opera nella lodevdiissima esecuzione de’ Puritani colla Grisi, Ronconi, Lablache e Mario. Quest’ultimo è di un merito superiore alla sua riputazione, possiede, una voce, non forte ma la più simpatica; ei la sa modulare con bel metodo e. con insinuante espressione. Lablache per l’imponente sua posatezza c. per compitezza e coscienziosità artistica non teme tubiera rivali: la voce di lui è sempre tale da sorprendere e. toccare. La Grisi, in ispecie nella polacca, mi aggradì; così pure Ronconi nell’adagio della sua cavatina. Gli abituati al teatro italiano di Parigi pretendono che si abbia a cantare nello stretto senso della parola c rifuggono dalle grida c dal frastuono. Fra noi fa altrimenti! è (piesta forse, la presente nostra supremazia musicaledrammalica’?.... Quasi tulle le mattine dalle due alle cinque, e, tulle le sere, dalle nove alle due sono stato introdotto in sale rigurgitanti di persone c di musica. Ommctlcrò di parlarvi delle romanze francesi per me sì stucchevoli nelle triplici loro riprese; ma peri» non tralascierò di encomiare Ponchard, Dupont, Geraldy i (piali han fatto meglio valere il non volgare, loro merito ne,’pezzi! di Mehul, Monsigny, Grelry, Donizelli. - Replicala-! mente, la signora Ronconi, la Castellila che lauto acqui- j1 sto in voce, la Dorus-Gras dall’agile gola, la Capdeville ■ alla (piale sorride un lido avvenire, si meritarono congratulazioni. Salvi e Ronconi non han bisogno che io mi occupi de’loro fasli nelle, società nelle (piali sono ’ sì ricercali. Lo stesso pulì pure applicarsi al bravo maestro Alary,:.le cui belle composizioni da camera si pregiano da tulli. Il novero de’ molli pianisti finora da me qui conosciuti va aperto col nome dell’egregio Halle il degno interprete di Beethoven e di Liszt. Fra i violinisti emerge. Alarti. - Seligiuann pel metodo, per l’omogenea cavata e pel giusto senlimento ognora si procaccia fervidi applausi. Piatti, violoncellista sorprendente, da molli suoi ammiratori viene qualificalo ■ per bravura a nessuno secondo; la sera del l.’i nella sala Erard ebbe, un compitilo incontro: (pianto prima ’ si esporrà al Conservatorio e poscia darà il suo concerto. ’- Applaudii Dorus suonatore di flauto notevole per dolcezza e, scorrevolezza; egli si produsse, nella magnifica sala di llerz, il pianista compositore sempre in voga. i Dòhler giovedì darà un concerto: lutti i posti da varj giorni sono già presi; il gran pianista italiano suonerà (piatirò suoi pezzi nuovi. - Aspettatisi Liszt, Thalberg, Sivori. Berlioz ha annunzialo un’interessante serata pel fi di aprile. Ecco quanto nella confusione delle mie, rimembranze musicali mi venne fatto alla meglio raccapezzare. Se poi ri» avere un po’ di calma le mie succes(1) Vedi alle Notizie. sive relazioni saranno meno informi. Scusatemi e credetemi tutto vostro. Is. Cambiasi. P. S. (1!) marzo). Jori sera la contessa Samoyloff, la cui generosità e, splendidezza son pari alla gentilezza e cortesia, aprì il sontuosissimo nuovo suo appartamento di uno straordinario lusso unito al miglior buon gusto, con una grande accademia alla (piale, giusta il programma, presero parte Lablache, Mario, le tirisi c Brambilla, il Piatti ed il maestro Vera, i cui nomi equivalgono ai maggiori elogj, (piindi ad essa parteciparono due dilettanti milanesi che io e voi conosciamo. Tulio quanto offre Pai igi di talenti distinti, di persone eminenti era accolto nello sfarzoso ed elegante palazzo dell’illustre straniera; le orecchie e gli occhi degli invitati rimasero veramente affascinali. I V M OVO OKG tXO SERASSI (Articolo comunicato). Il signor Serassi da Bergamo, fabbricatore di Organi meritamente rinomalo per tutta Italia e fuori, ne coslrusse ora in Milano, nell’appartamento del signor Conte Giulio Lilla, imo di otto piedi reali, degna opera delle sue. mani. E questo superbamente islrumcntato con corno inglese, tromba soprano, violoncello, fagolto, tromboni ai pedali, contrabbasso, viola, fluito, ecc.; ha un ripieno dolce, e robusto, è insomma «piale doveva compirlo un Secassi per un munifico signore ed appassionato cultore della musica. Noi ne diamo notizia, perchè la perfetta fabbricazione degli istromenli di un’arte c di non lieve interesse. a’suoi studiosi; e chi appena conosce il meraviglioso meccanismo di un organo, c sa quale squisito senso dell’armonia si richieda in chi deve fabbricarlo, ammetterà con noi che l’industria del signor Serassi merita d’essere divulgala, e che ogni suo lavoro vuoisi attentamente. esaminare, come si fa dell’opere degli eccellenti artisti. Bergamo, (piesta città così famosa nei fasli musicali, ha dunque diritto di andar superba eziandio del suo Serassi; come gode la splendida Milano di udire, la solenne voce, dei di lui organi non solo nelle sue chiese e. nella imperiale sua scuola di musica, ma benanche nelle stanze di que’ suoi cittadini che possiedono colle, ricchezze, la rara scienza di profonderle come solo è utile ed onorevole. G. M. NOTIZIE MUSICALI DIVERSE — Parigi. Dohler di ritorno a Parigi dal suo brillante giro nelle principali città della Francia la mattina de) 21 diede un gran concerto che riusi i oltremodo soddisfacente. Il pezzo che destò maggior interesse nei veri apprezzatoli del Dello musicale si fu un magnifico trio di Beethoven maravigliosamente interpretato dal sommo pianista in compagnia del finito Seligmann e dèli’abile Alani. 1/elettrizzante Tarantella ebbe l’onore del bis-, piacquero pure la Fantasia sulla Saffo c l’andante sopra una romanza del Don Sebastiano, squarci (die appena verranno pubblicati formeranno le delizie dei cultori del pianoforte. — Ecco come si esprime la Berne de Paris nel Numero del tO marzo in rapporto al violoncellista Piatti: - fra i nuovi islromci.listi comparsi questo inverno nella ■ nostra capitale, un solo italiano chiamalo Piatti pro» dusse una distinta sensazione Egli suona il violoncello» come Paganini suonava il violino. Piatti non ha lo sguar» do celeste, nè la fisonomia rafaellcsca di Batta: egli è • un uomo piccolo di statura, molto semplice, che ri» fogge da qualsiasi anellazione e ciarlatanismo. Sola• mente al sentire il proprio istromento fremere sotto» le sue dila s’inspira, i suoi ocelli scintillano dietro • i suoi occhiali ed allora egli si potrebbe dire un per» sonaggio di Hoffmann. Piatti sembra aver rinvenuto» nel violoncello de’profondi accenti ignoti ben anco a • lui stesso. La voce, umana non ha inflessioni più vi» braie c più patetiche: talvolta si supporrebbe udire» il corno di Galluy. Merita poi speciale menzione un • jiezzo da lui composto sopra motivi della 5onn«m• buia c che eseguisce a meraviglia. Per la portentosa • di lui facilità nel superare i più ardui e complicati • passi, Liszt prima di noi lo aveva paragonato a Pa» gannii: che si potrebbe dir di più?» 10 [p. 58 modifica]— Londra. (18 marzo). L’Zdelia di Donizetti ha ottenuto un brillante successo, che continuerà durante la stagione. Il talento del sig. Persiani ha contribuito assai al buon esito dell’opera. Domani avremo il capolavoro fi’Hérold, lo Zampa. Duprez ottenne a Drury-Lane un successo colossale. Ei prova la Favorita che sarà rappresentala venerdì prossimo. Nuovo allettamento pel pubblico, e nuovi trionfi per il re dei tenori di Francia, come qui lo si chiama. /?. et G. m. — Londra. Mendclssohn venne incaricato di dirigere sci concerti della società filarmonica, a partire del terzo di questa stagione che è fissalo al ‘29 aprile. - I concerti dell’accademia reale hanno cominciato. I nomi dei più grandi maestri e quelli dei migliori esecutori figurano sul programma. Il sig. Cramer gli dirige. Idem. — Burlino. Lord Westmoreland ambasciatore straordinario alla corte di Prussia, venne nominato membro onorario del conservatorio di musica di Vienna, e le sue composizioni furo» poste nella biblioteca del Conservatorio. Egli dà nel suo palazzo delle mattinale musicali, ove vengono eseguile sinfonie, ouvertures, con ed arie di sua composizione, sotto la di lui direzione, dall’orchestra dell’Opera reale e dagli artisti più distinti, in maniera da soddisfare le più severe critiche. Le sinfonie si distinguono per la soavità delle melodie c per una istromentazionc in cui scorgcsi la mano del vero artista. Lo stato del ferito si migliora di giorno in giorno. Bentosto eipotrà uscire c prima d’un mese riprendere il suo posto, che frattanto il sig. Battu continua a rimpiazzare con zelo c talento. lì. et G. M. — Ora s’introducono i quesiti anche nella musica. In Ileiligcnstadt si pubblicarono tre quesiti sull’istruzione del canto nelle scuole; sciolti da K. Ludwig, maestro di canto al ginnasio in Ileiligcnstadt. (Segnale di Lipsia) — Il negoziante di libri Voigl in Veimar ha fatto stampare un ragionato ciitico catalogo (piale, per sua quiete, loda la propria vuol dii e che non avvi mancanza ne stamperie. di musica, nel musica. Questo di carta nè dj Idem. — Un’ambulante truppa comica rappresentò in una piccola città della Slesia il Belisario sotto il seguente titolo: oggi si rappresenta por la prima volta con musica turca: Belisario, vittorioso eroe, marito, presunto traditore di stalo, mendico e vecchio accecalo, ovvero; il vittorioso esercito romano di ritorno dagli stali africani. La stessa compagnia rappresentò: Griseldis, o ella deve stare in ginocchio. Idem. Yi&ea â/ ISM AD OTTO VOCI 111. 11.1 concertalo l’oU’Oryano COMPOSTO PEU LA PROTO-BASILICA DIS.PIETRO 15 VATICANO 15 ROMA 45060 Fr. 5 — L’ARTE DI RENDER AGILI FORMANTE 50 STUDJ BRILLANTI Idem. — Leggesi nel giornale el Castellano: Abbiamo l’occhio i primi numeri della Gazzetta musicale e teraria dell’accademia spaglinola. Questa società solfe tche si è costituita sotto la protezione di S. M. la regina donna Isabella II, ha fondato una raccolta unicamente dedicata alle questioni musicali c letterarie, e che conta le prime notabilità dell’epoca fra’ suoi redattori. Il personale della compagnia cantante dei teatro del Circo a Madrid è composto dei signori Basso-Borio, Gariboldi, Rocco, e dei signori Salvatori, Confortini c Unanue. Idem. — - All’ultimo concerto dell’/teri’a musicale, il 29 febbraio, si rimarcò come un sintomo della stima accordata alla nostr’arle, che la principessa Hobanoff di Rostoff ha cantato un duetto colla signora Borio, cantante del teatro del Circo. Non applaudiamo a questa fusione del mondo aristocratico coll’artistico. E bene che questo esempio, diggià dato in Francia, si propaghi in Ispagna, terra fin qui classica della fierezza aristocratica. — Liszt ha dato dei concerti a Stellili. Fu accollo a Berlino con entusiasmo; ma ad onta di tutte le domande e le preghiere, non ha voluto darvi concerto, e doveva essere a Parigi il 25 marzo. — Nella sala del museo a Monaco lesse il dottor Schafhàuth, professore di geologia a quella università, una spiritosa dissertazione sulla musica antica e sul suo passaggio sulla moderna. Materia e trattalo eccitarono pari interesse. Quanto più caldamente il dottore (valoroso sacerdote d’Euterpe) volgeva la parola alla musica classica. tanto più zelante pronunciava il suo anatema sull’equivoco gusto del nostro tempo; ma maggior favore trovarono i cori d‘ opere di moderni compositori da lui disposti, mentre le prove di musica vecchia, elevata, furono accolte con indifferenza. Idem. — Ernst non è ilo in Russia, ma a Parigi. La sua patente di maestro di cappella ha egli rispedito al re di Hannover, perché questi lo aveva favorito all’udienza» c dopo di averlo fatto aspettare due ore in anticamera, gli fece dire ch’ei doveva andare alla caccia, e Ernst avrebbe potuto venire un’altra volta. Ernst è impetuoso, c diede un mal esempio. Idem. — Servais, il celebre violoncellista, non ha avuto gran fortuna in Berlino. Si dice, che ad onta della sua grande agilità, una buona parte della sua celebrità vien tenuta in conto di ciarlataneria. Idem. — Continuazione dei fanciulli prodigi. In Brussellcs la trilustre pianista Miss EMcn Day ed il di lei fratello John Day, che non è più grande del suo violino, eccitano molto entusiasmo, John giamcntc il violino, ma canta per Pianoforte facenti seguito alla Scuola della Velocità SÙMl) Ì22IÓTI In sei Fascicoli, ciascuno

Uniti..

45840 al 45. pour Piano sin 15792 Fr. 5 50» Il — Op. 740 WIA DJ K©MÂÎ3 de ©©MJSETTa COMPOSÉE PAR F. BraSKWLBR Op. 85. Fr. 5 50. Idem. — Parigi. Il programma del concerto che si darà all’Opéra-Comique sabato 6 aprile dal sig. Berlioz, sarà del più vivo interesse. Devesi attendere, fra le altre belle cose, il concerto di violino di Beethoven, eseguito da Alani, ed un altro concerto di violino di Paganini, eseguito da Sivori, che verrà a Parigi espressamente per questo concerto. Si spera di più che Liszt comparirà in questa solennità musicale. Idem. — Lrt de délier lesdoigts (1), è il titolo d’ima granfi’ opera contenente 50 studj per tutte le difficoltà del pianoforte, che Czcrny ha testé composto. Chiamiamo l’attenzione di tutti i pianisti su quest’opera importantissima, che otterrà certamente non minore successo dell’^/ri de la vélocité dello stesso autore. Idem. — Da qualche tempo l’arte si è arricchita di un nuovo stromento che da sé solo forma V Harmonium, inventato dal sig. mento che figura già con tanto tolta un’orchestra, è Debain. Quest’istrosuccesso in un gran numero di sale e riunioni musicali, ha vivamente impressionati gli artisti e gli amatori riuniti nelle soirées de’signori Zimmermann, Boulanger-Kunzé, Rinaldi, e particolarmente in quella data dal sig. Debain, per l’inaugurazione delle belle sale del suo stabilimento, a cui erano invitati tutte le sublimità del mondo artistico. (France musicale.) — Un grave accidente è avvenuto al sig. Habencck, il valente capo d’orchestra dell’OpJra, al momento in cui, rimesso da una indisposizione piuttosto lunga, riprendeva l’esercizio delle sue funzioni. Sabato, 9 marzo, recandosi dal teatro all’orchestra per la prova del Charles FI, in cui doveva debilitare il sig. ’ enghis, è caduto da una scala angusta ed oscura. Questa caduta gli accagionò una frattura alla giuntura della mano destra, una contusione alla sinistra cd una ferita alla bocca. Dobbiain rallegrarci che le conseguenze non furono più funeste(1) Pubblicata in Milano, da Ricordi. — Lipinski fu accolto in grande entusiasmo. Day non solo suona cgrcanchc con anima e fuoco. Segnale di Lipsia Lomborg sua pairia con Idem. — 11 signor Kriigcr in Berlino fece noto, che al l.° febbrajo avrebbe avuto l’onore di farsi sentire sopra un istromento con 39 chiavi. L’ingresso costava un tallero. Idem. — Il fabbricatore d’organi Evans a Londra ha inventato un nuovo istromento, ch’egli nomina • OrganoArmonica.» Il medesimo possiede la forza di un organo di considerabile grandezza, e venendo esso sonato con chiavi e pedali, cosi ha anche la varietà e magnificenza dell’organo. (G. IH. di Fienna.) NUOVE PUBBLICAMI MUSICALI DELL’I. R. STABILIMENTO NAZIONALE PRIV1LEG. Di GIOVAO] KHORDl “Jaóó, DANZATO DALLA CELEBRE FAXAY ELSSLER all’I. lì. Teatro alla Scala riduzione iter Pianoforte 16149 Fr. - 75 IL ZZSZITG-LIUTO 5WM2A 15813 15.306 biave cl con acccutp. Du ) jper chte Pianoforti Op. 39. potrr le Piano SUR DES MOTIFS DE Fr. 3 Fr. 9 — MARIA DI ROUAN DE DONIZETTI GIOVANNI RICORDI LDITOHL-PIIOPRIETARIO Fr. 2 Dall’I. II. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIOVANNI IHCO11D1 Contrada degli Omenoni A. 1720, con deposito per la vendila in dettogli» nei diversi loculi terreni situati sotto il nuovo porlico di fatico all’!. lì. Teatro alla Scala.