Gazzetta Musicale di Milano, 1844/N. 22

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N. 22 - 2 giugno 1844

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[p. 87 modifica]— 87 O ANNO III Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica aulica e moderna, destinali a comporre mi volume in 4." di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio si intitolerà Asroi.om* classica mi suoi.k. — Per quei Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. Siimi pezzi di musica, dal quale possono far scelta di altrettanti pezzi coi rispondenti a N. 150 pagine, e questi vengono dati gratis all’atto che si paga I’ associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. Leggasi I’ avvertimento pubblicato nel Foglio N. 50, anno II, 1S43. GAZZETTA MUSICALE N. 22 SOMMARIO. 1. Musica k poesia. - II. Breve Notizia intorno all’Archivio musicale dell’!. IL Biblioteca di Vienna. - III. A arista. Viaggi (iella partizione di Boberto il Diavolo prima delia stia discesa in Italia. IV. Carteggio. Parigi. - V. Gazzettino settimanale di Milano.- VI. Notizie.-VII. Nuove pubblicazioni musicali. MUSICA E POESIA Articolo III. (Continuazione. Vedi i numeri 14 e 18). ominciamo a distinguere nella musica e poesia la forma dalla sostanza: nella poesia è forma la verseggiatura e quanto vi ha d’estrinseco, sostanza i concetti} così nella musica 1 armonia è forma, la melodia è sostanza. Quanto alla forma poetica nulla è di più facile nella lingua nostra per sè armoniosa ed arrendevole al verso. Tutti sanno (forse anche i filarmonici) che il Parnaso italiano non ha verso più breve del quadrisillabo, nè più lungo dell’endecasillabo} egli è chiuso tra il quattro e 1 undici. Si sa pure che i versi parisillabi hanno gli accenti sulle sillabe dispari, e viceversa: che quest’accento è una sillaba lunga su cui la voce si posa} che I armonia del verso non dipende tanto da questo, quanto dalla scelta de’ vocaboli, dal miscuglio di essi, dall urto delle vocali e consonanti, ecc. Le rime poi, e le stanze o strofe di versi eguali o disuguali, più o meno licenziose, spettano alia forma. Tale debbe pur essere la forma musicale} perchè all armonia in quanto è semplice ordinamento di suoni contemporanei appartengono i tempi, i ritmi, la durata delle note, la misura de1 periodi, la simmetria delle frasi, i toni, le cadenze, i passaggi, ecc., cose tutte che i musici conoscono, e che forse i poeti ignorano. Veniamo dunque a questo doppio formale: musico e poetico. L’uno e 1 altro riducesi a suono e tempo, od a suono misurato dal tempo: le sillabe sono le note della poesia, le note sono le sillabe della musica, le une e le altre semplici elementi di quel suono metrico o ritmico che genera il verso e 1 armonia. I! metro poetico poi. ovvero la specie de versi e loro mistura, corrisponde al tempo musicale, la cui varietà, perfino la biforma sestupla si O DI MILANO • La musique, par des inflexions vives, accentuées, et, • pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sinus, peint tous les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière a ses savantes imitations • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir. • ’ può ridurre al 2 ed al 5. Veggo però che la pratica è poco scrupolosa in questa parte, non volendo i musici acconciare i i tempi ai metri. Cosi p. e. il verso ottoi natio male si acconcia alla Iripola che ha I movimento di polacca, come vediamo 3el e jaror delle tempeste.. Certo le due prime ti sillabe in levare danno a maraviglia babbrivo alla terza che è tronca} ma tosto il mal tempo la cantare dellè^ e le tempeste in tempo debole e sul fine della battuta non dicono niente. Un’altra prova di quest errore abbiamo in quel (pialletto simposiaco epicureo: Ridiamo, cantiamo, che tutto sen va... Il maestro, adattalo il metro pari al tempo pari, non pensò più oltre, I e con grave danno della prosodia e grammatica costrinse i quattro cantanti a sini copare ogni battuta, ed a pronunziare: ridiamolo, cantiammo. la viltà, piacerne, ecc. | Cito pochi esempj, ma i lettori debbono sollointenderne mollissimi. Egli è però gran danno che i compositori non si curino di queste cose} mentre essi o al teatro, od in piazza non sosterrebbero che un tragico, od un menestrello proferisse viltà, piacene, dolorre. I versi più sono brevi, più amano ritmo e tempo omogeneo: ma più sono lunghi, ammettono maggiore libertà} e prova ne ’ sia l’endecasillabo, che a mio parere può acconciarsi a qualunque tempo per una ragione che emana dalla sua struttura} perI che si può riguardare come composto d un l quinario e senario} il che pur dicasi del verso di nove sìllabe, la qual ragione non I estendesi all’ottonario, nè serve per il cleca! sillabo. Quanto al verso più lungo di nostra lingua, Ì moderni stentano un poco a metterlo in musica ritmica: ma gli antichi, i quali contrappuntavano 1 Orfeo, V Egle, la Dafni, i madrigali, le canzoni, i sonetti lo trovavano mollo arrendevole alla cantilena: forse questi badavano alla grande varietà che esso endecasillabo può avere. Quando abbonda di pause e (P elisioni, i quando il quinario ed il senario vi sono ben distinti, e gli accenti sono a toro luogo, nulla è di più sonoro e musicabile.?ion parlo de’ versi antimusicali: । Con tre. gole caninanie.nte latra. Esser può in prima ogni impossibil cosa, ecc. i Ma musicabili assai sono questi del Petrarca: i L’aura gentil, che rasserena i poggi. o DOMENICA 2 Giugno 4 844. siccome quelli die hanno accento e posa sulla quarta. Poi quelli che cominciano con un quinario piano: Pasco la. mente dun sì nobil cibo. mutarsi le sonore e spiccate vocali nei gorgheggi, od ululati canini. Oh come e facile trovare in una cadenza la i 7 elisioni Il prezzo dcH’iissofiazione alla Gazzetta t: alla.Musica è di effettive Austriache L. 12 per semestre, cd ctTellivc Austriache L. li affrancata di porto lino ai contini della Monarchia Austriaca; il doppio per h associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicalo nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l l tlicio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Omenti N." 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli lltliei postali. ■— Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto. i! Di cinque. perle orientai colore. Quindi se movono da un settenario tronco: Così di bene amar poi lo tormento. Ali trovo in allo mar senza Governo. Si dirà che in un sonetto p. e. la struttura de versi variando continuamente, la musica compassata a ritmo non potrà tenerle dietro, e bisognerà guastare la cantilena moltiplicando o sottraendo qua e la note alla battuta. Cosi nel sonetto: Laura gentil... giunti noi al terzo verso: y/Z soave suo spirto riconosco. volendosi ripetere il motivo del primo, troviamo ostacolo, non rassomigliandosi i due versi nella struttura. Questa difficoltà è solo apparente. Se avete cominciato il soseconderà la forma della poesia. Del resto se con tanta facilità mettons! in musica i decasillabi, non so perché una sillaba di più debba recare impiccio. In generale poi la buona verseggiatura non ama d’essere lacerala da quelle crude morsicature che sappiamo } perchè ella non vuole appoggiare i suoi accenti e troncamenti ai tempi deboli, sdegna di allungare una siilaba breve, abbreviare una lunga, fermarsi (piando vuol correre, sentirsi divorare le pietà, e la felicità con un codazzo di a a à. [p. 88 modifica]w li a — 88 — Q=~ fl (Dai fogli Austriaci, 6 aprile 1814. - N. 2.) (Continuazione. Vedi N. 19j. un’asipa od affanno dove il verso ride, un balbettare di note quando la poesia parla sciolto! Egli è meglio che in questi casi i maestri usino del privilegio del.G, e del no, e diano come l’imperatore Claudio la cittadinanza a quei pleonasmi, die i poeti rifiutano per non guastare la prosodia. Biglie ini. Erere notizia Intorno all’Archivio musicale esistente nella Biblioteca della (torte Imperiale di Vienna. li. Le opere antiche della musica di Chiesa di vario genere contengono i nomi seguenti: G. Caccini, P. Cadcac, G. B. Cali, IT. Garoso, A. Castellino, G. de Castro, Gin. Casaccio, G. Celano, P. Cerimi, c IL Chamatcrò, ecc., con altri duecento (I) che seguono, ed olire ai «piali trovansi altri nomi, le di cui opere però sono incomplete. Appartengono a questa Categoria anche varie raccolte, che trovansi segnate coi seguenti titoli in ordine alfabetico: Bicinia, Canti, Cantica, Cantiones, Carigoni, Canzonelle, Carmina, Chansons, Conccntus, Corona, Couronne, Dialoghi, Evangelia, Fior de’Mottetti, Fiori, La Fleur, Flores, Frollale., Cenimi musicalis, Himni, Inardin, Inlabolatura, Lamentali afte s, Laudi, Liber Canticum, Liber Missarum, Lodi, Madrigali,.Magnificat, Melodiae, Melpomene, Missae,’.Modulaliones, Molletta. Mottetti, Muse, Musica, Musiche, Opus tiovum musicum, Psalmi, Recueil, Scelta, Theatrum Musicum, ’Thesaurus, Villanelle, Villette, e Vittoria amorosa. 111. Fra le opere, di musica di Chiesa in partizione trovansi nominali 124 «le’ più distinti autori di varj secoli, tra quali: L’Imp. Leopoldo I c Carlo VI Max., Joseph Elettore di Baviera, Allegri, G. G. Aiblinger, Alhrechtsbcrger, G. F. Ancrio, P. Anfossi, J. Animuccia, ccc. Una quantità di simili opere rinchiude pure l’Archivio in parti cavate: dell’imperatore Leopoldo I, Aprile, Bay, Caldara, A. Draghi, Durante, Fux, Grami, liasse..fornelli, Mono, Olii, l’allotta, Porpora, Prustmann, Paleslrina, Sauces, Scarlatti, Schmclzer, Timer, Toma, Wagcnscil, e. Ziani. Nella generale raccolta «le’ manoscritti trovansi inoltre varj antichi originali del XVI e XVII secolo, contenenti messe «; monelli. Trenlalrè sono gli autori nominati, e tra questi; Alex. Agricola, Jae. Barbirianus, Ani. Brunici, Nic. Carlir, Amanus Taber, Kaiser Ferdinand III, ecc. Fra gli antichi manoscritti dello stesso Archivio musicale si rincontrano nominati 87 compositoi i; la maggior parte uniti in raccolta; Petrus Alamire (Verosimilmente Pietro Editarti Lugger), F. Ancrio, Jo. Animuccia, Annibaie Patavino, Const. Anlegnati, ecc. Della ricca raccolta di libri (’.orali venne già data estesa notizia nel giornale periodico intitolato Cecilia; ed ivi comparirà anche, una descrizione di tulli i manoscritti più antichi. IV. Dei compositori di oratorj, e cantate sacre trovansi i seguenti nomi: G. F. Albergati, A. Ariosli, C. Arrigoni, G. P. E. ed J. S. Bach, C. A. Badia, J. Balbi, L. Beethoven, A. Bernasconi ed altri G6. li) L!Atìtore per convalidare la dovizia dell’Archivio Imperiale, schiera dinanzi un gran numero di autori; ma il traduttore, temendo che poco garbar potesse ai lettori una si lunga ed arida nomenclatura, ne, segna soltanto alcuni, riferendone però la somma infine d’ogni articolo. Egli però ha la compiacenza di rimarcare che la maggior parte di codesti autori sono italiani; come rilevasi che fra 210 cento c cinque sono (ali: c difatti dopo un breve, interregno dei Fiamminghi, l’Italia, sino dai tempi di Palesirina, tenne ognora lo scettro musicale; ed era invalsa l’opinione. che un compositore alemanno non potesse essere valenti; particolarmente nella composizione teatrale, se non avesse studialo, dimorato, e scritto in Italia; come lo comprovano i famosi compositori del passato secolo, Sinistri’, Naumann, liasse, c persino il sublime Gluch. V. La musica da Camera, di cui furono già rammentali alcuni de’ più antichi compositori nella Sezione delle opere stampale, in cui si pàrld «Iella musica di vario genere, contiene ancora opere di 84 autori, tra quali; N. Dòlhel, A. Ziani, G. Tariini, A. Bononcini, G. Gentili, B. Gilles, G. Ghinzer, A. liasse, San Martino Waghenseil, ccc. VI. La musica di Teatro consiste; a) In opere italiane, antiche, di A. M. Abballini, A. Adolfati, F. Albinoni, Fr. Araya, A. Ariosti, G. Abos, C. A. Badia, G. IL Baldassari, ccc., in tutto «li tifi compositori. b) In opere italiane più moderne di 53 autori nominati, tra quali; M. T. Agnesi, Felice Alessandri, P. Anfossi, F. Bertoni, Blum, B. Cataro, V. Ciampi, D. Cimarosn, G. Cocchi, C. Coccia, ecc. c) Iti opere c melodrammi con poesia di Anna Amalia duchessa di Vcimar, Ir. Benda,.1. Baria, L. di Beethoven, L. Cherubini, C. V. Diltersdorf, N. Delayrac, Fribcrlh, A. Grovvelz, ecc. «/) In opere francesi di Aubcr, Audinol, J. C. Bach, Berlin, Blaise, Compra, Cherubini, Cifolelli, Le Clair, P. Colasse, La Coste, Desbrosses, IL Desinarci», A. C. Dcstouchcs, Dezide, E. R. Duny, J. Edchnann, C. S. Favori, P. A. Fioco, N. E. Framery, Frigcri, Gillicr’,, Che. V. Gluck, F. J. Gossec, A. A. Grclry, Lamelle, Louis, Lully, J..Malto, Martini, Meycrbecr, E. MehuI, N. J. «le Moraux, J..1. Mondonville, Monsigny, M. Le, Moine, Morin, Mocerct, A. Philidor, N. Piccini, J. P. Rameau, IL J. Rigai,.1. Rossini, J..1. Rousseau, A. M. G. Sacchini, A. Salieri, Salomon, P. Vachon, P. Wintcr, ccc., ccc. c) In feste di Corte, serenate, cantale c simili composizioni d’occasione, di 57 ed altri autori nominali, de’quali A. Caldara, C. A. Badia, A. G. Bcrnabei, A. Polarolo, G. Reutter, Orlandini, P. A. Ziani, G. Pederz.uoli, Graf Schlìck, A. c G. Bononcini, G. Porsilc, G. Colle, F. Albinoni, A. Draghi, L. A. Prodieri, G. Arigoni, A. Ariosli, M. A. Ziani, G. Bono, C. Waghenseil, Gianneltini, G. Ilelmann, Torri, ccc., ecc. fSarà continuato.) VARIETÀ Viaggi della partizione di KOBERTO IE DIAVOLO prima dello fina di» scesa in Italia. Esiste tuttora nell’olanda un ricco signore, il quale si è formala una biblioteca «T un migliajo di volumi coi soli affissi di teatro che furono stampali nel mondo da circa (cent’anni. Egli ebbe una regolare corrispondenza in ogni città di qualche importanza; si fece dirigere regolarmente lutti quei cartelloni rossi, gialli, verdi, celesti, che i teatri fanno incollare ogni giorno sui loro muri; di tutti questi fece una scelta giudiziosa, li classificò in bell’ordine, li fece legare in volumi, c niente insomma ha risparmialo onde raccogliere gli originali documenti che potrebbero servire alla più singolare statistica del mondo. Là, nella detta biblioteca, si trovano lutti i débuts, tutte le beneficiale, tulli i nomi degli allori e tulle le invenzioni de’ sodi innumerabili allori, che precipitando di teatro in teatro, applauditi in alcuni luoghi, in altri fischiali, passando da un personaggio all’altro, ora coperli «li diamanti ed ora d’oro falso, s’innalzano a forza di talento e di fortuna, riempiono il mondo della loro fama, cadono più (ardi dalle prime parli nelle, secondarie, alcune volle, rappresentano la parie di primi amorosi in compagnia di cinque o sei successive generazioni, e finiscono per scomparire, del (ulto ritirandosi ne’ loro paesi natii, oppure all’ospitale. Tutta questa tumultuosa storia di un mondo separato che si rinnovella ogni sera alla luce della ribalta è scritta negli affissi, soccorsa da tulli i caratteri che la stampa può fornire. Nella biblioteca appunto del ricco Olandese i caratteri gotici, il gigantesco egiziano e l’impercettibile mignonne hanno un’eloquenza particolare, e si vede, la fama degli artisti ingrandita dei caratteri tipografici. Le partizioni teatrali la loro storia c le loro Un fatto curioso che o diminuita in proporzione hanno pure in questi archivj lettere di nobiltà. si è reso evidente mediante I la collezione di questo ammasso d’affissi così ingegnosamente raccolti, si è che le tre opere, le, quali, da venticinque anni in poi furono più frequentemente rappresentate nel mondo, sono Freyschùlz di Weber, Tancredi di Rossini, e Roberto il Diavolo di MeyerH becr. Io non mi tenterò di stabilire una teoria sopra | questo singolare ravv icinamenlo; poiché sarebbe per • esempio «Ufficile «l’indicare la ragione per cui il pubblico abbia preferito il Tancredi a tulli gli altri capolavori di Rossini. Forse si dovrebbe atlribuire una tal ■j scelta all’aria tanto conoseiuta Di tanti palpili, che: fu cantala in (ulto il mondo, c che alcuni viaggiatori hanno riferito d’aver udita lino nel fondo dell’America meridionale, nel mezzo dei molili delle Cordigliere ed alle rive del Paraguai. L’esito ottenuto sopra tutti i teatri dall’opera Roberto il Diavolo si spiega più facilmente e senza timore d’ingannarsi. La mugica conlienc tutti i generi,! e. ciascun gruppo di spcllatori vi può trovare un pezzo di predilezione. Il soggetto dell opcra sembrerà filosofico in Francia, poetico in Germania, pilloresco in Italia, interessante dappertutto. Tulli i popoli c lutte le età si dilettano dei racconti ed hanno un gusto appassionalo per le favole. Il Diavolo, che ha un figlio, e che vuole, per amore paterno, condurlo all inferno, parve mollo verosimile a Lullo il mondo: che se si voglia unire a situazioni, la in scena, la decorazioni, lutto questo la straordinaria varietà delle novità di alcune passioni che furono poste diversità e la ricchezza necessaria delle il movimento delle danze graziose e lugubri a un tempo, le soprannaturali apparizioni, c per di più l’ammirabile musica, così perfettamente composta da scoprirvi delle nuove bellezze ogni volta che la si ascolta, non recherà più sorpresa alcuna se Roberto il Diavolo ha fatto c rifatto il giro del mondo, se continuerà ancora a portare T incantesimo a lutti gli occhi ed a tulle le orecchie. Ecco l’itinerario «li Roberto il Diavolo- il «piale devesi ritenere esatto, perchè redatto dietro le norme infallibili date dagli archivj del nostro dilettante olandese. Roberto è stato rappresentato per la prima volta nel novembre dell’anno 1831; è facile in conseguenza l’immaginarsi «piale influenza abbia esercitala in Lullo questo tempo solfarle e sopra gli artisti Tesilo straordinario di una tale opera. Quanti1 generazioni successive di tenori, di cantanti d’espressione c di agilità passarono per le parli «li Roberto, d’Alice e d’isabella! Quanti maestri «li musica islrumentalc hanno appresa, eseguila, variala, accomodata questa musica! I cantanti hanno breve durala; particolarmente i tenori si dileguano presto, come i morti della ballata. All’opera di Parigi, in soli otto anni, si ebbero quattro Roberti, cinque o sci Alici, senza parlare delle altre parti. Si potrebbe riempire un magazzeno di musica coi soli pezzi inspirati ad ima turila di compositori dai temi di Roberto il Diavolo: il terzetto del quinto atto fu messo in eontradanze, come tutte le, arie ed i cori dell’opera; l’evocazione dell’alto terzo trascritta in duetto per due flauti: la chiesa vi rinvenne dei canti religiosi: fu intesa nel 1854 una messa intera cavata da questo inesauribile spartito! A Vienna, a Parigi c dappertutto s’intese Roberto il Diavolo alla bettola come al teatro, alla chiesa ed ai balli di Corte. Goethe aveva «piasi predetto l’esito del Roberto, indicando Meycrbecr come il solo compositore che, secondo lui, potesse comprendere e far degnamente cantare Mefislofele. 11 celebre autore del Faust avrebbe sperato, così diceva egli, da Meycrbecr una magnifica opera fantastica, qualora T ingrato non avesse obliala la patria per sacrificare agli dei stranieri, e non avesse avuta la debolezza di tornire delle cavatine pei cantanti italiani. Goethe professava contro la musica italiana una palriolica antipatia, c non avrebbe trovalo Roberto il Diavolo abbastanza orlotlosso. Nulladimeno anche la Germania si è impadronita di Roberto come di sostanza sua propria, ed al termine di due o tre anni questo capo-lavoro avea fallo il giro degli Siali germanici. Il Roberto è sempre stata l’opera favorita degli imperatori c de’ re, e non gli venni; meno qualunque sorta di popolarità. Roberto fu rappresentalo a Berlino nell’occasione della visita solenne che f imperatore dcljq Russie fece a suo suocero; alla prima rappresentazione di Roberto il re Carlo X aveva pure abbandonalo il suo ritiro con tutta la sua famiglia: e Spuntini direttore del teatro di Berlino fece rappresentare Roberto nell’occasione dell’arrivo dei principi francesi in quella città nel 183(i. Fra le città della Germania dove Roberto il Diavolo è slato rappresentato colla maggior perfezione è duopo citare anzi tulle Carlsruhe e Francfort. A Carlsruhe, Hailzinger nella parte di Roberto, la signora Fischer in quella d’Alice, c Reichel, che morì poco «lopo, nella parte di Boriranno, eseguirono degnamente «piesla bella l musica e, molle volte fecero arrivare al colmo l’entusiasmo del pubblico. A Francfort il tenore Schmctzer e la signora Fischer Achten operarono prodigi. La cantante la più rimarchevole di tutta la Germania che abbia cantalo nel Roberto il Diavolo è senza alcun dubbio madamigella Schelzel, dotala di una voci; i possente e nello stesso tempo pieghevole, «T una viva e sicura intelligenza, d’una sensibilità profonda, c d’un talento straordinario; in «piesla giovine ed incantevole attrice si trovavano riunite le qualità le più disparate. Ma il matrimonio, che fu sempre il flagello dei teatri, la rapì all’ammirazione del pubblico, alle spc■ ranze dell’arie. [p. 89 modifica]— 89 A Londra Roberto il Diavolo fu rappresentato cento mpo ranca mente sopra quattro teatri. Sei mesi dopo la prima rappresentazione del Roberto all’Accademia reale di musica, mentre il colera infieriva a Parigi, Nourrit, Levasseur e la Damorcau misero in iscena al teatro Italiano di Londra il capolavoro di Meyerbeer. In questo frattempo si era tentalo di rappresentare Roberto il Diavolo tradotto in lingua inglese: ma la partitura per pianoforte non era fino allora pubblicata, ed il grande Sparlilo era stalo espressamente riservato per la compagnia francese e pel ti’atro Italiano. M. Bishop venne spellilo a Parigi; egli fece l’acquisto di alcuni pezzi staccati che erano stampati in quel mentre; indi assistette regolarmente a tulle le rappresentazioni che ebbero luogo durante il suo soggiorno in Parigi, mettendo a memoria (pianto poteva, procurando di supplire al resto, istrumentando alla sua maniera, e facendo uno sbozzo dell’opera ch’egli ascoltava come un viaggiatore che abbozza in passando un puplo di vista che si trova sulla sua strada. La misera partitura, in tal maniera ridotta, fu portata in Inghilterra, messa in iscena frettolosamente c ricolmala d’applausi. Si può quindi giudicare quanto abbia dovuto perdere anche di volume quest’opera traversando la Manica, stantechc, come si legge nella raccolta del nostro Olandese, Roberto il Diavolo fu sempre accompagnalo sul teatro Inglese da altre due operette necessarie a compiere il divertimento serale. La storia di Roberto il Diavolo in Francia è assai interessante: essa venne dettagliatamente raccontala dai giornali nel corso di lutti questi anni; eccone i principali tratti. Prima del Roberto i teatri di provincia si erano presso a poco esclusivamente, rinserrali nei limili del repertorio dell’opera buffa. D’allora in poi l’esempio di Roberto ha straordinariamente accresciute le esigenze del pubblico in ogni singola città, cd i teatri dovettero mettere in scena la maggior parie delle grandi opere che ebbero un buon esilo sulle scene di Parigi. Si può immaginare quali sforzi furono fatti per dare un’opera di tale importanza india maggior parie de’teatri secondarii. Quante mutilazioni nelle, parli d’orchestra! quante lacune nei cori! (pianta insufficienza nelle prime parli! E nondimeno l’esito fu trionfale dappertutto. Nelle, maggiori città venivano occupali gli artisti di Parigi che. ottenevano un temperano permesso, e gli spettatori hanno potuto vedere uno alla volta un Roberto, un Bertramo, una Alice, una Isabella, la presenza d’un solo dei quali bastava spesso ad elettrizzare il restante della compagnia, a renderla superiore di sè stessa, c ad operare meraviglie. D’altronde le città si prestavano un po’ l’una un po’ l’altra i cori ed i loro principali artisti. A Nizza, nel 1854, passando per quella città Meyerbeer, si fecero venire i cori da Marsiglia, cd al termine della rappresentazione, fu collocata la partitura sopra un piedestallo, fu coronata di allori, e vi si cantò in coro la marcia del torneo. Finalmente Roberto fu rappresentato alla Nuova Orleans su due teatri in una volta (piatirò mesi di seguito, in francese cd in inglese, e sempre con incredibile fortuna. CARTEGGIO Carissimo! Parigi 27 maggio. (1) Eccomi all’ultimo de’ mici bollettini, musicali di Parigi: sarò breve, clic temo di avervi già recato soverchia noja colle precedenti mie relazioni scritte in tutta fretta e senza troppo curare lo stile. Quanto io scarabocchiai non è che il verace eco delle impressioni che di mano in mano ricevetti; ma fortunato che di esse ne ho potuto provare di sovranamente deliziose ed incancellabili. La musica è pur una inesausta sorgente di piaceri! Quale altra capitale può competere con Parigi neH’offrire tanti e sì variati godimenti musicali di ogni genere?... L’Anligone. di Sofocle prodotta all’Odeon fu una solennità di cui non avevasi idea. L’istcsso spettacolo che. or sono circa due. mila e. trecento anni trasportava gli ateniesi, al presente sulle rive della Senna fa palpitare di emozione i cuori del XIX secolo. Questa tragedia fra l’universale stupore trovossi ridondante di freschezza e d’interesse drammatico. È impossibile descrivere le sublimi situazioni di questo capolavoro, in ispecie le incomparabili disperazioni di Antigone condannata a morte e di Emone a’ piedi del cadavere di Creonte. L’Odeon volle riprodurre esattamente le antiche rappresentazioni teatrali della Grecia, sul palco s’introdussero molti cangiamenti per un tale scopo, (1) fili. In alcuni numeri della nostra Gazzetta di Domenica scorsa 26 Maggio, N. 21, nella data del Carteggio del signor collaboratore Cambiasi (pag. 86), è corso T errore: Parigi 16 Marzo 1814. Devcsi leggere invece 16 Maggio. cd i vestiarj c le decorazioni ad esso pienamente corri- । spendono. Madamigella Bourbier ha degnamente compresa la parte della protagonista; l’affettata ed esagerata declamazione di Bocage, (Creonte) venne riprovata da tutti. Sonvi nell’.lntù/one sci cori, ad uno de’ quali è intercalato un solo di basso; cd un sctlimino, senza calcolare varj andamenti d’orchestra che assecondano gli allori, non che un preludio. Alcuni squarci di questi pezzi | vanno commendali per uno stile largo, imponente ed i impresso di un profondo sentimento, in ima parola cor- j rispondente alla eminenza di caratteri della tragica epo- I pea; altri mi sembrano mancare del grandioso colorito che la poesia avrebbe richiesto: il sctlimino va distinto per valore intrinseco e per effetto, le armonie eie modulazioni vi son poste c trattate in un modo veramente magistrale. Anche questa nuova composizione di Mendelssohn contribuì ad assegnare al dotto maestro alemanno uno de’ più luminosi seggi in (pianto ad elaborazione contrappuntistica ed a convalidare | eziandio I’ opinione di coloro che escludono Meni delsshon dal primo rango de’compositori di genio.! Liszt ora non è più travagliato da dolori articolari: le prestigiose sue dila hanno riacquistatola primitiva loro onnipotenza. Dòhler a quest’ora sarà già carico degli allori e delle ghinee inglesi: l’ottimo artista merita e gli uni c le altre. Dovrei passare in rivista anche l’esecuzione del Guglielmo Teli-, ma è. meglio che mi astenga per non adoperare espressioni troppo dure coll’amministrazione del teatro (lell’.lccadeim’a reale di musica, la (piale dovrebbe arrossire che l’opera delle opere | eompaja alla presenza del primo pubblico di Francia । in sì barbara guisa mutilala. Lo sparlilo senza rivali, j ora si fa terminare niente meno che collana da Ros’sini immaginata per aprire, il terzo atto. Si può dare una più scandalosa profanazione? Ed a Parigi, la città; della compitezza e la più artistica, si dovrà tollerare? | 1 piccolissimi pianoforti a coda di lier/., il famoso pianista, sottoposti all’esame de’ più eletti membri dell’istituto di F rancia, furono giudicati assai favorevolmente e pienamente appagarono. Il rapporto di i Onslovv onora più che mai il valente fabbricatore, | la cui innovazione deve produrre de’ grandi risultali nc! sistema di costruzione del pianoforte. । Con una notizia che ad ogni milanese deve riuI scir gradita, da voi mi accommiato. Cavallini la sera del 25 al teatro Italiano fece stupire; nè qui nè altrove mai si ammirò un concertista di Clarinetto dotato di maggior bravura. Leggete in proposito il giudizioso cenno pubblicalo jeri nella Gazelle Musicale, giornale superiore ad ogni altro che in Francia si occupi della bell’arlc (I). Is. Cambiasi. (1) Di questo concerto del sig. Cavallini riparleremo nel prossimo numero. GAZZETTINO SETTIMA1ULE I»K MILANO — AIT I. R. Teatro alla Canobbiana l’Olivo e Pasquale prosegue le sue rappresentazioni interpolate dalla Drammatica Compagnia francese. Quantunque quest’ultima sembri a poco a poco voler prendere il sopravvento, non mancano cionnonostante anche nell’Opera caldi applausi a’signori Bozzetti c Galli. - Ora si sta attendendo per secondo spartito una farsa di Rossini, {intitolata Il signor Bruschino. Dalle poche istruzioni che abbiamo potuto ottenere in proposito sarebbe codesta quell’0pera siffatta, intorno alla quale vuoisi che lo stesso Rossini raccontasse ad un suo biografo il seguente aneddotino. • Pochi giorni avanti la prima rappresentazione del signor Bruschino l’impresario del teatro chiedeva scusa a Rossini per avergli dato un così brutto libretto da musicare. Consolatevi, disscgli sorridendo il maestro; me ne sono avveduto; e perciò feci la mia musica ancora peggiore del libretto ■>. Noi staremo attendendo lesilo del signor Bruschino, e vedremo allora quanto di vero vi sia nella risposta dell’illustre maestro. — Al Carcano Roberto il Diavolo, come noi lo speravamo, attira buon numero di viglielti, e mercasi applausi d’ammirazione. I cantanti pure vi sono festeggiali. 11 signor Euzet in ispeciai modo fa conoscere ogni sera più con quanto acume egli sappia sostenere quella difficile parte di Bertramo. Riteniamo che l’impresa potrà contare sul successo del Roberto per tutto il tempo che durerà l’attuale stagione. - Non ostante si sta apparecchiando La figlia del Reggimento. । — Il Teatro Re doveva dare jeri sera la nuova opera di Lauro Rossi, Il Borgomastro di Schiedam. Se ne preconizzava assai bene. — La Nobile Società del Casino tenne Giovedì scorso la terza delle sue deliziose sedute di musica classica. Il O programma componcvasi questa volta L° ti’una sinfonia in mi bemolle di Haydn, che si risentiva alquanto d’un fare troppo di inveterata convenzione: torna però inutile I avvertire che la mano del grande compositore tuttavolla vi traspariva franca c spontanea: 2." d’un’Ouverture di Boildieu, la (piale, tranne l’attacco dell’aiiegro non rinchiude in vero un’idea che tenga desta l’attenzione: 3°. d’un Ouverture del celebre alemanno Lindpaintncr, del (piale ancora qui nulla conoscevasi. Questo pezzo, quantunque sembri alquanto mancante di una impronta melodica sufficientemente periodata e ritmata, è non pertanto un lavoro di mano maestra, la (piale sembra compiacersi assai di eleganti e minuti dettagli strumentali, giocati d’altronde con grande novità e sicurezza d’effetti. Desideriamo udire ancora questa, od altre composizioni di questo ingegnoso Autore per poter darne qualche opinione più matura e più dettagliata, li Ouverture dell Obéron di Weber teneva il quarto loco nel programma. Vi ha là tutta una tragedia, tinto un poema; non si può creare più oltre. La sinfonia pastorale di Beethoven che destò tanto entusiasmo l’anno scorso all’epoca delle stesse sedute, si volle, c ben a ragione,replicata anche quest’anno. Chi la richiese fé mostra di sano sentire, e della più retta passione per l’arte. Beethoven in questa superò sè stesso; egli ha toccato al non plus ultra ed al trascendentale della musica imitativa e descrittiva. Anche in questa circostanza questo pezzo ha ridestato nell élite dell’uditorio 1 impressione della prima volta, c fors’anco maggiore. Noi adunque non cessiamo un momento di fare ogni elogio all’ottimo pensamento di codesta istituzione di lettura di musica classica: e le distinte persone che più l’appoggiarono,e fermamente la sostengono, avranno sempre con sè la gratitudine degli artisti, e il vanto di essere stati i primi a dare in questa nostra capitale, un più retto cammino ali arle e alle idee musicali dei nostri amatori. Di ciò nc è sempre indubitabile garanzia il concorso che a codeste sedute si fa ogni volta maggiore, sì nelle sale, come nelle loggie, alle quali cortesemente i Nobili Socj offrono la gratuita entrata a quei molli che amano gustare la buona, la vera, la grande musica. — L’editore Canti pubblicò per Canto c Pianoforte in questi ultimi giorni il bello De Profundis dell’illustrissimo signor Conte Latta. La veramente magnifica edizione è degna sotto ogni riguardo e della religiosa composizione e del nobilissimo chiaro Autore. Di questo De Profundis tenne discorso in queste medesime pagine il nostro collaboratore sig. Maestro Mazzucato. (Vedi il N. 12, anno corrente, pag. 48). NOTIZIE — Fibeaze. • Una sontuosa festa musicale ebbe luogo • in Firenze nelle sere dei li, 18 e 24 maggio. La • principessa Elisa ed il principe Carlo Ponjfllowski • uniti al principe Giuseppe loro fratello, alla marchesa ■ Zappi loro sorella, alla signora Nanni-Luigi, al signor • Cav. Ippoliti, e al signor Pellegrini eseguirono in cia• scuna di quelle serate nel teatro del Cocomero, come • fosse in propria casa, l’Opera Linda di Chamouni.c. • Un insieme così completo e perfetto mai videsi, uè • forse mai potrem combinare nei nostri pubblici tea• tri; tutto corrispondeva ad una perfezione unica, I’a• bilità cioè dei cantanti, dei coristi e dell’orchestra: • a ciò si univa la ricchezza del vestiario, delle decora» zioni e dell’addobbo in generale del teatro. Ma so» prattnito la principessa Elisa nella parte di Linda, cd • il principe Carlo nella parte del vecchio Marchese,» superarono quanto vi ha di notabile fra le sommità» artistiche attuali d’Italia a noi note. Questo spartito» che al suo primo apparire in Firenze nell’anno scorso • non avea risvegliato favorevoli simpatie, e che dai • più teueasi per una delle Opere minori del fecondis» suno Donizetli, è salito ora in gran favore presso tulli • quelli che ebbero l’onore di essere ammessi a godere ■> (li queste brillanti società. La Corte pure vi intervenne • nella prima e nell’ultima serata». (Da lettera} — Padova. Nella prossima fiera del Santo onderà in scena l’Opera di Meyerbeer Gli Anglicani. — Bologna. Il Sindaco burlato del maestro cav. Carlo Cappelletti fu dato sulle scene del Contraili la sera del là Maggio, a teatro pienissimo. - Quest’Opera nuova per Bologna, non è in sostanza che 1,’amor mulinavo dello stesso maestro, scritto già da anni, e che dove venne rappresentato divertì. Qui non sono che cambiati ed aggiunti varj pezzi, e rifatta l’istrumcntazione con soprabbondauie ricchezza! - Forse gli anni di vita ch’ella conta, la fecero sì conoscere, c la resero sì popolare da far giudicare a questa nuova comparsa di poca novità di motivi! - Relatori puramente del fatto, diremo che la prima sera, afl’atto primo, il maestro fu dimandato varie volte al proscenio da ilari voci, ma che il secondo alto non apparve sì fortunato. - Un primo male di questo spartito buffo fu di appai ire troppo lungo e per quanto il pubblico sia disposto a ridere, la lunghezza nuoce, e mostra vero l’assioma del moderata durant. - Non siamo più stati a i indirla, ma ci si assicura che, accorciata subito alla seconda recita, la musica del Cappelletti ottiene applausi. 1 (Dalla Farfalla) o [p. 90 modifica]— Civita-a eci mia. L’Fustorgia (ossia Lucrezia Bargia) di Donizelli venne qui eseguita col più brillante successo. In quanto riguarda i cantanti, le signore Antonietta Marini, MariellaTaglioni, ed i signori Francesco Pedrazzi e Gaetano Ferri, fecero risaltare le bellezze di questo spartito; ciò che si sarebbe voluto anche dall’orchestra, la quale malgrado la sua diligenza, lasciò a desiderate negli ottoni una maggiore esattezza. — Roma. Al teatro Argentina il Torquato Tasso di Donizelli venne accolto con entusiasmo, mercé la perizia del sig. Colini che sostenne la parie del protagonista in modo da venir proclamato in quella sua patria uno de’ più grandi cantanti ile’ nostri giorni. La signora Grmlz |Eleonora) fu degna compagna del Colini; il sigedalo; questo stabilimento non sussisteva che per mezzo di una sovvenzione che aveva degli avversar] accaniti, NUOVE PI BBLICAZIOM MUSICALI gnor Raflaelli (l). Gherardo) si mostrò valente artista, ed il signor Bordas, ristabilito da una indisposizione ‘ " favorevoldella prima sera, venne in seguito accollo mente. — Livorno. Lo Stabat Mater, capolavoro sacra dell’immortale Mossili i, fu eseguito il di musica 12 Maggio in questa città. Il successo fu trionfale, cosi pel grande compositore, come pei cantanti. Fu ripetuto il versetto /nflammatus, etc., ed il coro senza strumenti, i quali due pezzi eccitarono la meraviglia ed un generale entusiasmo. Il maestro Gabussi bolognese diresse l’esecuzione con sommo zelo e bravura, riscuotendone debili plausi. Giovedì 16 ebbe luogo la seconda esecuzione con più esito della prima. (Bazar.)

 Vienna. L’esecuzione della Gazza Ladra di Rossini

all’Ì. IL Teatro di Corte a Porla Cantina, fu poco soddisfacente. Sieno però rese le dovute iodi alla signora Garcia-Viardot, che alla mirabile perfezione della voce unisce un vero carattere artistico. La parte di Giannetto, sostenuta dal signor Guidoni, venne accomodala pc’suoi mezzi, cioè oltremodo accorciala. Il sig. Marini come Podcflà soddisfece ove poteva far valere la sua voce sonora. La signora Alboni nella parte di Pippo lasciò qualche cosa a desiderare. Dal signor aresi si speravano mezzi vocali più ricchi. Il signor Rovere intese bene la piccola sua parte d Isacco. La parie di Francesco venne dal signor Benciolim meglio rappresentata che cantata. - Gli applausi del pubblico aumentarono al secondo atto, ma scemarono in line. — 1,’Otello di Rossini venne rappresentalo in lingua tedesca al teatro Josephstadt, ed accollo con unanime applauso. — Parigi. Le celebrità del pianoforte ci abbandonano una ad una. Chopin è già parlilo per andarsi a riposare in un castello in provincia, I lialberg si è imbarcato per Londra; Prudent e Dohler lo seguiranno (pianto prima; Liszt farà una gita in provincia. Non si dice se Alkan si serberà fedele alia sua buona città di Parigi. Thalberg, durante il suo soggiorno in questa città, fece sentire a suoi amici una Fantasia da lui composta sul Don Pasquale, e che eseguirà nei suo pi imo concerto a Londra. Questo pezzo, clic dicesi liceo d’elicili nuovi, sarà dedicato a Lablache, il sublime creatore di Don Pasquale, e ritiensi destinato a produrre una grande sensazione. — Le opere che si stanno allestendo in questo momento al teatro dell’Opéra sono primieramente Othello, per la rappresentazione a beneficio di Barroilhct, la Bohémienne, opera in tre atti di Balfe (sullo stesso soggetto della Gipsy), e Richard eu Palestine, opera in due atti di Adam. — Liszt che come già si sa, era ammalalo, trovasi ora molto meglio. Però la sua salute non bene ristabilita fece si che dei due ultimi concerti, ch’egli aveva promesso avanti la partenza uno a suo proprio profitto e l’altro pei poveri, non si trovò in islato che di darne un solo. Il generosissimo pianista non esilò ad ommeltere il suo, decidendo di suonare per l’ultima volta a beneficio, come si disse, dei poveri. Questo concerto deve aver avuto luogo in casa della Principesa Czartorischa il 28 dell’ora spirato Maggio. — Il signor Vatel, il direttore del Teatro Italiano di Parigi, è partito la scorsa settimana pcr Londra. Di là si recherà a Vienna, da Vienna a Venezia, e percorrerà una gran parte dell’Italia. A Parigi non si dubita che questo viaggio non abbia dei risultali felici per gli interessi personali del Teatro Italiano c per i suoi abituati, i quali vogliono della novità, ma della novità ben scelta. — Lisbona. Firginia del maestro Nini.-Il successo di quest’Opera, la cuijprima comparsa ebbe luogo verso la metà di aprile, fu assai lieto ed in bel grado vi emersero la prima donna Giovannina Rossi-Caccia e il tenore Flavio, che nella precedente Maria Stuarda avevano ottenuto si gloriosa palma. (Dalla Fama.) — Londra. Al teatro Drury-Lanc l’opera di Benedici, Les Fiancées de Denise. prosegue le sue brillanti rappreseli fazioni. È composizione di inerito superiore, il di cui successo cresce ogni sera che si riproduce, e durerà lungo tempo. Così la France Musicale. Altri fogli invece ne dicono poco bene. — Stoccarda. Il re ha concesso centocinquantamila fiorini per la costruzione d’una nuova sala per spettacolo; ma, siccome si ha l’intenzione di costruirla sopra una grande scala, questa sovvenzione è riguardata come insufficiente, cd è probabile che verrà aumentata. — Stocolha. Il teatro reale resta chiuso definitivamente; tutto il personale della compagnia e stato coule di stati, reale cui protestazioni si producevano ogni anno agli Stocolina c in questo momento la sola residenza che non abbia teatro nazionale. Madrid. Ramon Carni, er licenziò dispoticamente DELL’l. R. STABILIMENTO NAZIONALE PRIV1I.EG. DiGIOVAVM ricordi dai teatro della Cruz tre capi-coristi, il di cui delitto era d aver prestalo il loro concorso ad un concerto del giornale musicale la /beria. Nelle arti, come nella politica, si ritrova ancora il vecchio sangue africano che bolle daperlutto in Ispagna. — Il teatro reale di Manchester, come fu già altrove annunzialo, fu preda delle fiamme, e più non esiste. L’incendio, comincialo alle sei del mattino lutto ridusse in cenere nello spazio di un’ora. Malgrado gli sforzi dei pompieri e il giuoco attivo della tromba delta /Magar, lutto e arso. L’edificio era assicuralo per 4-iJfJÙ lire sterline. Mentre il teatro di Manchesier era divorato dalle fiamme, il fuoco_era sul punto di attaccare il teatro di Liverpool al momento della rappresentazione. Il fuoco s appiccò a qualche decorazione. Il pubblico si e precipitato verso le porle; per buona fortuna i accidente non ebbe alcun seguito. — Servais, il celebre violoncellista, è partito I’ S del corrente da Berlino per Pietroburgo. I concerti ch’ei diede a Dresda ed a Lipsia, terra classica della musica, hanno attiralo un concorso incredibile. Il re di Sassonia, al pari del suo popolo, entusiasmato del talento di quest’artista, gli fece rimettere un diamante di gran va— La capitale dell’Inghilterra si trova in piena stagione musicale. successi al teatro ili S. La compagnia italiana prosegue i suoi M.; ma a Londra essa non limita a sparliti italiani. Rappresentò testé il Zampa d llérold. Fornasari, Lablache e la signora Persiani sostengono le parli principali. Si I’ opera che 1 cantanti furono accolti con grandi applausi. — Salvi é scritturato per cantare a Manchester, in qualche città del nord delflngiiillerra e a Dublino. — Thalberg, Dohler e Piiis hanno ultimamente visitato all esposizione il nuovo pianoforte di Boissciot di Marsiglia, clic lia la proprietà di produrre le oliare con un dito solo. Questa rimarchevole innovazione fu f oggetto di un allento esame per parlo dei tie illustri ailisti, die assai soddisfalli accordarono i più grandi elogi al signor Boissciot. — 1 coristi del teatro nazionale di Pesili si riunirono per accordarsi allo scopo di levare un grosso da ogni fiorino del loro onorario colia somma risultante, risparmio, ad un loro mensile, per porgere soccorso, che veri à posta nella cassa di compagno ammalato. Questo esempio di carila merita ogni elogio. — Luigi Spohr scrive una nuova Opera Die fìreusfahrer, (/ Crociali): *1 libretto e della moglie del compositore, ud e tolto dal dramma di kotzebue dello stesso titolo. — Il pianista Leopoldo Mayer venne nominalo membro onorario della Società degli austriaci dilettanti di musica in Vienna. — L’Opera che il maestro Verdi scrive per Roma, sopra poesia del signor Piave, porta pcr titolo l Due F oscuri. — 11 celebre Lablache, padre, fu aggregato alla compagnia italiana di Pietroburgo per autunno e carnevale 18-44 in 45; Rubini adunque, Tamburini e Lablache, i veterani deli’ opera a Parigi, si trasmuteranno in riva alla Neva; finóra la prima donna e la sola signora Garcia-Viardot. (Fama) — I nostri lettori forse ornai sapranno che il magnifico Trattato di Strumentazione di Berlioz, (del quale abbiamo già inserito più brani in queste pagine) venne dall’esimio Autore ofierto al le di Prussia, e che Sua Maestà si compiacque di accettarne la dedica. Ecco a proposito cosa si legge nel Débats: • Il re di Prussia fece tenere ultimamente al signor Berlioz una magnifica tabacchiera d oro ricca di lavori a cesello di squisita fattura, con entro la Grande Medaglia d’oro delle arti e delle scienze. Questo presente era accompagnato dalla presente lettera: JJo ricevuto, o signore, con sommo piacere F opera sulla Strumentazione da voi leste pubblicala. Professo un troppo rivo interesse per la musica, per non essere sensibile all’offerta di un lavoro che non può mancare di contribuire al progresso d’un’arte che voi coltivate con tanto zelo e successo, Bìiujraziandovi adunque dell’attenzione usatami col dedicarmi quest’opera, ho voluto darvi un contrassegno della mia soddisfazione e della mia benevolenza, facendot i rimettere una tabacchiera d’oro, unita alla grande medaglia destinala a ricompensare il merito scientifico. Berlino, 23 Marzo 1844. Sono, o signore, vostro affezionato Federico Gioi.ielmo. Mi. Di questo Trattato è imminente la pubblicazione nello Stabilimento Bicordi, la filale seguirà in separali fascicoli. pour le Piano à 4 maints SUR LES THEMES FAVORIS DE L OPERA MARIA DI KO1IAA DE DOAIZETTI COMPOSÉ PAH 15769 Op. 39S. N. 1S Fr. & />»»«>• le Piatto à 4 mains SUR DES MOTIFS DE LOFERA BEATRICE DI TENDA DE BELLINI COMPOSÉ PAR 3. mi» 3ï ia. mraà Op. 49. Souvenirs òe Srljubert FANTAISIE ffoue Piano st li!> PAR Fr. 5 16012 10121 Op. li. Fr. 5 50 STO1TATA Per Pianoforte e Violino Fr. 5 50 GRANDE FANTAISIE pour l iolo» et Piano SUR L OPER A MARIA DI ROIIA3V de DOAIZETTI COMPOSÉE PAR 16122 GIOVAWI RICORDI EDITOBE-PROPRIETARIO ÏVII. Si unisce a questo foglio il pezzo IV. 5 dell’ANTOLOGIA CLASSICA ’HI.’SI CALE. Anno III, 0==^^-^---=- — — -r— .

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