<dc:title> Gazzetta Musicale di Milano, 1844 </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Autori vari</dc:creator><dc:date>1844</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Gazzetta Musicale di Milano, 1844.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Gazzetta_Musicale_di_Milano,_1844/N._29&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20220110180515</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Gazzetta_Musicale_di_Milano,_1844/N._29&oldid=-20220110180515
Gazzetta Musicale di Milano, 1844 - N. 29 - 21 luglio 1844 Autori variGazzetta Musicale di Milano, 1844.djvu
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- — ’ — GAZZETTA
MUSICALE
ANNO III. - N. 29 DI MILANO DOMENICA 21 Luglio 1844.
Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si
danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica
classica antica e moderna, destinati a comporre un volume
in 4.” di centocinquanta pagine circa, il quale in
apposito elegante frontespizio si intitolerà Antologia
classica musicale. — Per quei Signori Associati che
amassero invece altro genere di musica si distribuisce
un Catalogo di circa N. suini pezzi di musica, dal quale
possono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a
N. 150 pagine, e questi vengono dati gratis all’atto che
si paga I’ associazione annua; la metà, per la associazione
semestrale. Vcggasi I’ avvertimento pubblicato nel
Foglio N. 50, anno 11, 1S43.
• La musique, par des inflexions vives, accentuées, et,
• pnur ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas•
sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets,
• soumet la nature entière à ses savantes imitations
• et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des ssn•
timents propres à l’émouvoir.»
J. J. Ho i;ss i.f f.
Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta e alla
è di elTijllive Austriache L. li per semestre, ed effettive
Austriache L. I l affrancata di porto tino ai contini della
Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale.
— La spedizione dei pezzi di musica viene fatta
mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti
dello Studio bicordi, nel modo indicato nel Manifesto.
— Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Vlfìcio
della Gazzetta in casa bicordi. cont rada degli Omenoni
N’.° 1720; all’estero presso i principali negozianti
di musica e presso gli L’Ilici postali. — Le lettere, Sgruppi,
ec. vorranno essere mandati franchi di porto.
SOMMAI IO.
F. La musica e la lingua. - IL Grande, accademia
datasi nel Salone del Palazzo vecchio in Firenze. III.
Varietà’. - IV. Gazzettino settimanale di Milano.
- V. CORRISPONDENZA PARTICOLARE. - VI. NOTIZIE.
- VII. Altre cosk. - Vili. Nuove pubblicazioni
MUSICALI.
uà oam a uà nusì(B®a
ì
• Ciò che la lingua presta alla
• musica e la musica alla
• lingua è del pari difficile
• e pericoloso il rispondere
• e decidere, ecc-, (I;.
Rentre gli scrittori, in molle cose
^discordi, in quest* una conEvengono,
di raccomandare ai
T j w-r -k» maestri compositori di musica
necessità di ben conoscere la
lingua per poter unirsi in una mente colla parola
che trattano, fa stupore si dica essere
pericoloso il determinare i rapporti dell una
coll altra, quasiché, invece di utile, potesse
venirne danno all arte dall esserne istruiti
i poeti e i maestri.
Un tale assurdo non avrebbe mestieri di
essere confutato} ed io non ne avrei certamente
fatto parola, se 1 argomento non
venisse a collegarsi strettamente colle dottrine
che io tentai di svolgere nella mia
Filosofia «Iella musica, e se la citata
proposizione non mi avesse avvertito, poter
fare un* utile aggiunta a quella mia
operetta col dimostrare appunto ciò che
la lingua presti alla musica, e la musica
alla lingua. Rimaneva l’idea della difficoltà}
ma oltreché questa, ove non sia stragrande. non mi parve giammai ragione
sufficiente per desistere da un qualsiasi lavoro
che possa recare vantaggio. sperai
poterla vincere tanto più agevolmente,
quanto che dall analisi già fatta degli elementi
costituenti la musica mi sembra già
in parte dimostrato ciò che questa ritrae
dalla parola. Per lo che la questione trovasi
ridotta a poco più della metà; a sciogliere
la quale mi sembrò dover procedere storicamente.
sia per b indole istessa dell argomento.
sia per non discoslarmi di troppo
dalle idee toccate di volo nel citato brano
del foglio viennese. Queste cose erami
necessario di premettere onde far avvisato
(1) Vedi Gazzetta Musicale anno III, pag. 05. Numero
tre brani presi dalla G. M. di Vienna.
il lettore sull* intenzione eli questo lavoro,
diretto non già a suscitare una vana polemica,
ma solo a riempiere utilmente una
laguna rimasta nella mia Estetica.
Se a rintracciare Torigine di cosa che ’
sia volessimo appigliarci alle antiche storie.
il cui capo va a perdersi nel buio delle;
favole, non riusciremmo certamente oltre
alle solite congetture, da cui poco o nés- I
sun vantaggio ridonda alla scienza: e ricercare
volendo se negli antichi tempi la
musica e la poesia fossero una o due cose,
e in questo caso qual fosse la prima
a trovarsi, non andremmo più in là che a j
Lino o ad Orfeo, oppure ad Apollo e ■
Mercurio.
Nei qual caos di storia e mitologia,
anche addiettrandoci dalla Grecia all E- I
{fitto, non sarebbe difficile al musico eru-!
dito sostenere nata prima la musica che
la parola articolata, specialmente se, facendosi
appoggio delle speculazioni del ।
gran Vico, avesse ricorso alla supposizione
che essendosi I umana razza dispersa per I
la gran selva della terra, e cosi per alcuni
secoli vissuti gli uomini isolatamente ed a
guisa di feroci belve. avessero perduto fuso
della favella,■ e solo con urli e grida va-;
lessero ad esprimere le immani passioni
da cui senlivansi agitati. >
In tale ipotesi non vi sarebbe che un
passo a fare, un po’ gigantesco invero, ma:
non eccedente la forza d’immaginazione
di chi sieda tranquillo allo scrittoio} non
vi sarebbe, dico, che un passo per canibiare
colesto urlare dell’uomo-bestia in
un canto, in un primordio di melodia } e
con un po’ di rettoriea non dovrebbe es- |
sere difficile di farlo credere soavissimo,!
ora che il gridare a piena gola non é riputato
picciol vanto nella canora gerarchia.
Ma a seguir questa via, oltre allinconveniente
di non poter dire cosa che non
sia già ripetuta da cento, vi ha anche quello ।
di non poter riuscire a qualche utile risullamento
per la scienza, il qual pensiero J
non è in verità seducentissimo per chiunque
scriva coll’intimo convincimento che ■
il nostro non è tempo di inutili ciarle.
Conviene dunque abbandonare le storie
profane, e rivolgersi a quella fonte di ve- |
rità da cui poche stille derivano. ma fecondissime
di utili conseguenze. E tal fonte
é la madre di tutte le storie, é la Genesi,
da cui avendo quella notizia antediluviana;
di Jubal pater canentitini (non importa ]
sapere cosa fossero gli strumenti di cui
parla il Sacro Testo) ci troviamo tosto assai
più in là che all’Orfeo e Mercurio
1 rimegisto, il quale secondo alcuni non
sarebbe altri che il ministro di Faraone.
Giuseppe} nunzio degli Dei perché spiegò
i sogni, e Dio della mercatura perché raccolse
i grani per venderli poi nel tempo
della penuria. Ma quel che più monta si
è, che partendo da quel punto non è d’uopo
supporre 1 uomo tanto degradato da far
vita più selvaggia degli orsi o leoni.
E quantunque Jubal e Jubalcaino appartenessero
alla famiglia Gamica. separatasi
dopo il fratricidio da quella del primo
progenitore, e di Sel, i di cui figli si chiamarono
per eccellenza figliuoli di Dio-, tale
separazioni’ non dovette impedire die si
comunicassero le scoperte e invenzioni di
cui lutti potevano abbisognare, siccome non
impedì die si contraessero malrimonii fra
i figliuoli di Dio e le figliuole degli uomini
(I), Ma anche senza di ciò potevano
i figli di Set ( tanto lungamente vivendo
gli antedduvigni ) aver fatte le medesime
scoperte, e grandemente averle perfezionate
per modo, che quel Noè. il quale visse
seicento anni prima del Diluvio, e trecento
cinquanta di poi, ebbe tempo di arricchirsi
di tutte le cognizioni de suoi maggiori, e
di trasmetterle ai figli aggiungendovi non
poco anco del proprio. Cosi per molli secoli
dovettero passare di padre in figlio le
scienze e le arti. e vi ha ragione di eredere,
non essere caduti gli uomini nell’ignoranza
fìntali lo die, pd sempre crescente
numero delle popolazioni centrali,
non dovettero sovrapporsi le razze. Nelle
(piali evenienze ebbe principio la schiavitù
imposta dai vincitori ai vinti, e quelle precipitose
emigrazioni di famiglie fuggenti
il nuovo giogo, e riparatesi alla meglio in
terre od isole inospite. prive delle cose più
necessarie. In questi casi, egualmente che
nella schiavitù, 1 animo é troppo oppresso
perché possa pensare a conservare e trasmettere
altrui un sapere divenuto quasi
inutile, e se si perdono le arti più necessarie.
(pianto più non debbono cadere in
obbho quelle di lusso, la musica e le arti
sorelle? Cattiate nobis de fanti iris Sion
dicevano i Babilonesi agli Ebrei caduti in
loro mano; ma al solo rammentare la patria
perduta il dolore serrava la gola ai!
(1) Genesi Cap. VI. [p. 120modifica]- 420 discendenti
dlsraello, e invece di cantare
prorompevano in pianto (•>.
Egli è solo ammettendo le arti e le
scienze pervenute ad alto grado fra gli antediluviani.
e da questi passate per mezzo
della famiglia Noetica alle successive generazioni.
che si può intendere la sapienza
tanto estesa de’ più antichi popoli Caldei,
Egizii, Indi, Assiri e Cinesi. Con tulio ciò
alcune arti o si perdettero in quella tremenda
catastrofe, o non nacquero se non
alcuni secoli dopo. Tali sono la scultura
e la pittura. Non cosi della musica e della
poesia, le quali dovettero esistere dalla più
rimota antichità; e in vero, se l indole di
queste colla plastica e la pittura si raffronta. è facile accorgersi come esse siano più
intime, più vitali, epperò più spontanee
ed antiche. Anche fra noi f uomo delle
campagne trovasi non di rado spinto da
canto,
fan zi a
sillabe
mente
mterno impulso a cantare: e questo
in cui prorompe sovente anche 1 insenza
articolar parole, o articolando
insignificanti, soddisfa immediataqueir
indefinibile bisogno delfanima.
La qual cosa non avviene certamente
con quelli* arti che avendo bisogno di tempo
e di materia per attivarsi lasciano frattanto
acquetarsi quelfintimo movimento.
Altronde poi di solo canto abbisognava
nei pruni tempi il culto della divinità,
come di sola poesia abbisognavano le orali
tradizioni^ epperò presso i Celli e gli Scandinavi.
la di cui storia non rimonta a secoli
cosi lontani, troviamo coltivale la poesia
e la musica, mentre un informe sasso
era tutto ciò che serviva loro di monumento
ad eternare la memoria di qualche
notevole fatto. I templi e gli idoli non si
innalzarono se non quando, affralita dalla
colpa, l’anima umana non potè più regun
Dio immenso, infinito^
gere all idea di
nè intendere d
natura che ad
gloria.
sublime linguaggio della
D O O
orni istante ne canta la
(Sarà continuato).
Raimondo Boucheron
(1) Salmo CXXXVI.
Anfora «Iella grande Accademia datasi
il 93 giugno nel Salone «Il
l*alazzo-veccliio in Firenze.
Le grandiose accademie musicali o, come ollramonle
suol dirsi, i Festivals sembra che vadano in
Firenze acquistando, una qualche importanza nazionale,
dappoiché concorrono a far parte delle feste municipali
che ad onoro del Santo Ballista in ogni anno
vengono quivi celebrale Era nel 1859, ed appunto
in tal ricorrenza, (piando ad alcuni fra i primari artisti
fiorentini cadde in mente di convocare e riunire
tutti i mezzi musicali che la città può offerire per eseguir
con la maggior solennità loro possibile uno dei
capolavori della scuola tedesca, l’opera che più onora
l’ingegno del famoso Giuseppe Haydn, vale a dire
il grand oratorio />«(’.reazione del Mondo. lauto era
lo zelo e l’amore
vca quella massa
strumentisti, che
stanze ne fu dato
dellarle che
in tale occasione modi
cinque in seicento fra cantori e
giammai nè dappoi in simili circodi
udire una esecuzione musicale sì
animata e sì perfetta. E questo io credo più che
dipendesse dal non trovarsi gli artisti in allora
colali da autorità estranee all’arte, nò mossi da
industriali, poiché a sola gloria dell’arfe ognuno
slavasi gratuilamenle all’onorevole ufficio.
altro
v inmire
11 numero degli esecutori ascendeva oltre ai fiOO
allorquando l’Oralorio medesimo ripeleasi a festeggiare
il terzo scientifico Congresso italiano tenuto in Fienze
nel settembre 181-1, e quando alcuni giorni appresso
lo stesso per la terza volta riproducevasi a benefizio
degli Asili infantili di carità. Da queU’epoca in
poi, vale a dire nei tre anni successivi, nel ricorrer
delle maggiori feste civiche, dietro la generosa protezione
sovrana, il comune di Firenze, sostenendo una ।
parte delle spese, decretava che simili festività musicali
avesser luogo nel Salone di Palazzo-vecchio, ove
fino allora tali grandiosi trattenimenti erano stati al
pubblico presentali, affidandone la direzione ai Gomitati
per gli Asili infantili, a di cui profitto rilaseiavasene
ogni provento. Dei primi due di tali Festivals
non mi occorre far menzione, giacché nei rispettivi
tempi abbastanza ne fu discorso nella Gazzetta musicale
(vedutisi i;V. 28 delle prime due annate). Soltanto
intendo ora darvi contezza di quello che ebbe
luogo in quest’anno la mattina della domenica 25 dello
scorso giugno.
In circostanze così solenni, in sì imponenti riunioni
artistiche vuoisi imprendere ad eseguire grandiose e
classiche, composizioni, e. tali che altrove, non sia dato
udirle. Di più, un doppio scopo nel caso nostro debbo
aversi in mira, quello cioè di procurare un maggiore
incremento all’arte musicale, c quello di risvegliare al
più possibile la pubblica curiosità, affinchè più vistosi
se ne ottengano i lucri destinali alla beneficenza’. Tali
in falli eran le massime che si proposero seguire coloro
che scelti vennero a convocare, anco in quest’anno
la solila generale riunione artistica; ma delusa
la speranza di ottenere una nuova ed analoga composizione
musicale da qualcuno fra i più celebri scrittori
viventi, si concepirono vari altri progetti, tra i quali
il più nuovo per l’Italia ed il più interessante ne apparve
quello di offrire al pubblico un gran Concerto
istorico. E questo, sembrava, non avrebbe potuto a
meno di risvegliar l’attenzione dei nostri amatori della
bell’arte, giacché una tal specie di intrattenimenti musicali,
assai gradili presso le altre Nazioni, c specialniente
nella Germania culla, trasportando in certo modo
la nostra esistenza nei tempi trascorsi, per alcun poco
ne fa vivere intramezzo alle generazioni che ci precedettero, e così ci offrono il mezzo di riconoscere
esattamente le loro affezioni, le loro abitudini, le loro
foggio di esprimersi, i loro costumi, quasiché quegli
uomini islessi evocati dalle loro tombe risorgessero
per farci udire, gli animali accenti di quelle passioni
da cui furono predominati. Nè la storia può aver pittura
più esalta c più fedele dei costumi dei popoli
trapassali quanto quella che si polrebbc ottenere con
la esalta riproduzione della musica da loro usata,
pittura assai più V( ra ed animala di quella che per
semplice narrazione sotto un tal rapporto possa presentare
l’istoria scritta, la quale sì fortemente non
potrà muovere la nostra immaginazione quanto lo
possa la presenza dei monumenti di quest’arte, e, direni
così, le voci istessc dei nostri maggiori. - Riguardati
poi tali esperimenti per il lato artistico, qualora
spesso venissero riprodotti, sembra che utilissimi
riescir potrebbero, non solo per ridonare una vita ad
alcune belle forme dell’arte già spente, quanto per
offrire, alcuni tipi originali, onde all’uopo improntare
di un conveniente carattere istorico e nazionale la
musica dei nostri drammi, lo che sarebbe un aprir
nuove vie di perfezionamento a simil genere di composizioni.
Per effettuare al meglio possibile un tal progetto
la prima difficoltà inconlravasi nella compilazione del
programma; giacché, dal piano che venisse adottalo,
dalla scella delle, produzioni e dall’ordine con cui le
si esponessero lui la polca dipender l’impressione c
l’cffello che un tal nuovo spettacolo potesse produrre
sull’animo degli uditori. Ricercato su di ciò il consiglio
di alcuni abili artisti, dapprima furon essi d’avviso
di doversi partire, dalle riforme di Paleslrina, ed
ordinatamente presentando le varie trasformazioni dell’arte nei tre generi di musica, da Chiesa cioè, da
Camera, e, da Teatro, giungere al nostro tempo chiudendo
con alcuno dei più sechi pezzi delle opere
Guglielmo Tell, c (ìli Ugonotti. - Questo gran quadro
istorico-musicale che le sole voci doveano in,cominciare,
ed a cui appoco appoco sarebber venuti ad
unirsi i vari strumenti che compongono oggi la nostra
’ grande orchestra, avrebbe presentato la vita dcll’arle
moderna nella sua nascila, nella sua adolescenza, c
nella sua attuai virilità.
Ma le molliplici trasformazioni, di cui rendeasi indispensabile
dar saggio, riduc.endo il programma ad
una estensione assai maggiore di quella che il comportasse
un tempo limitato ad un solo trattenimento
di due ore, o poco più, necessitavano a rinchiudersi
in un’epoca più breve, c ad accontentarsi di presentare
gli sviluppamene di un solo ramo dell’arte. Partirsi
da tempi a noi più vicini e preferire il genere
drammatico fu credula condizione più confacente alla
intelligenza della generalità degli uditori; perciò il
programma in ultimo adottato, incominciando da Pergolcse,
cioè dall’epoca in cui la musica teatrale spiegava
espressioni più drammatiche c vestìa forme più
complete, veniva a presentare con esattissimo ordine
cronologico tutte le principali trasformazioni della musica
drammatica, c chiude.vasi in ultimo con alcuna
delle più recenti produzioni di Rossini e di Meyerbeer.
L’intiero secolo dal 1755 al 1851», che pereorreasi in
questo Concerto istorici), includeva la cosi detta età
dell’oro della musica teatrale, i di cui maggiori effetti
aveasi in mira di presentare mercè la scelta delle
più classiche composizioni di quel tempo; le (piali, poste
ivi a confronto delle attuali produzioni di simil
genere, poteano offrir campo al collo uditore di pronunziare
un giudizio di preminenza fra di esse, c risolver
forse la ormai tanto agitata questione sul progresso
o decadenza dell’arte ai (empi nostri.
Superata questa prima difficoltà, ultra maggiore se
ne affacciava, la quale rimase insuperabile, almeno per
quest’anno. Al primo aspetto nulla di più facile par
che vi abbia (pianto il cantare un’aria di Pergolcse,
di Vinci, di Jomelli eco. ere., mentre al certo, per
essersene perduta la tradizione, non avvi oggi maggior
difficoltà di quella di eseguir tal musica con lo
spirilo e con le. maniere del suo tempo, senza le
(piali il carattere istorico rimane distrutto. Il continuo
movimento in che vive l’arte musicale riconosce
appunto per causa primitiva la variabilità delle maniere
di esecuzione, le quali van continuamente csercitando
una vicendevole azione e
reazione fra i coinpositori
e gli esecutori, e sono esse in fine che. ad
intervalli di tempo, mediante insensibili continue modilieazioni,
ci conducono alle complete trasformazioni
dell’arte.. Nè vi ha propriamente che un insegnamento
orale che possa trasmetterci tali maniere, giacché la
musicografi;! non può giungere ad indicarle, esattamente,‘come
appunto accade nelle lingue ove i segni
ortografici rimangono insufficienti a determinar precisamente
i modi della locuzione.
Affinchè dunque un concerto isterico-musicale possa
presentare una apparenza almeno di quella verità necessaria
in qualunque siasi esposizion di fatti, fa d’uopo
che gli esecutori si assoggettino a studi speciali sulla
musica retrospettiva, per trovar la via di supplire in
qualche modo alle perdute tradizioni delle varie maniere
di esecuzione usale, nelle epoche rispettive. Nel
caso nostro il tempo a ciò necessario ne apparve di
troppo breve, specialmente pei cantanti che dovesscr
sostenerne le parli principali; cosicché, nel timore di
cimentarsi ad un esito poco felice, più saggio partilo
si stimò il soprassedere su tal progetto, ed, altro far
non polendo, contentarsi per quest’anno di presentare
al pubblico una delle solile Accademie musicali composte
di vari pezzi staccati. Così lo stesso numero di
cinque in seicento fra cantori e strumentisti ci fece
udire la mattina del 25 giugno (I) la grand’Ovcrlura e
l’alto secondo del Guglielmo Teli, poi l’overlura delr.l.ssedio
dì Corinto superiormente eseguila, la introduzione
dei Caputeti c Montecchi, una cavatina della
Semiramide ed il finale dell’atto terzo del nuovo Mosè.
I principali cantanti erano le signore Erminia Frczzolini-Poggi
e Maria Gazzaniga, ed i signori Antonio
Poggi, Andrea Castellali, Achille De Bassini, Leone
Pellegrini ed altri. Il generai direttore fu il nostro
maestro Pietro Romani, c la grandiosa orchestra seguiva
gli ordini del professore Alamanno Biagi. Questo
complesso di nomi forma un titolo sufficiente a
garantire le mie asserzioni di felice riuscita di quesfullinio
nostro Festival.
Lw’gi Picchiatili.
(<) Vedi i due ultimi Numeri di questa Gazzetta [p. 121modifica]- 121
VARIETÀ
i. i
La Gazzetta Musicale di Vienna racconta il seguente
aneddoto: Trovandosi il celebre cantante Farinelli in
Madrid, gli venne portalo un giorno dal suo sarto j
un conto di 50 dolili. Egli voleva pagarlo, ma il sarto
ricusò il danaro, e lo pregò del permesso di esporgli
una preghiera, la di cui esecuzione gli sarebbe infinitamente
più cara. Farinelli gli disse, di esporla, a (’.alitatemi
una sola aria, cd io son pagalo, n - Farinelli i
a tale richiesta s’indispettì; ma il sarto pregava
istantemente.» Ebbene, disse finalmente Farinelli, io j!
adempirò la vostra pretesa, ma col patto che voi pure
poi facciate senza contraddizione ciò ch’io pretenderò j
Egli lo promise. Farinelli cantò tre arie invece di una;
e cantò così bene e così incantevolmente, come se si
fosse trattalo di cantare avanti la corte reale. Il sarto era
fuori di sè per I’ entusiasmo, e scongiurò il caillante
a comandargli ciò che a lui piaceva, u Ebbene, disse
Farinelli, eccovi invece dei 50, sessanta dubli. Prendeteli
senza replica e andatevene.
Il- I
La Cronaca dei teatri racconta: - 11 duello nel Flauto
Magico, allorché Papageno e Papagena si vedono per
la prima volta, era in principio diversamente composto
di quel che lo udiamo presentemente. Ambidue
cioè esclamavano con sorpresa una volta sola
u Papagena! «u Papagcno! n Ma quando Schikaneder
ciò sentì, gridìi: u O Mozart, questo non è
niente; la musica deve esprimere più stupore; am-.
bidue devono in pria mirarsi muti, (piindi Papageno
deve cominciare a cantare Pa~papapa, papa,
/’((-a, Papagena lo deve ripetere, finché ambidue pronuncino
l’intiero nome. Mozart seguì il consiglio di
Schikaneder.
III.
Beelhoven era un grande amico della natura; e I
come (ale passava in campagna la maggior parte dei i
giorni della bella stagione. Siccome egli considerava i
il danaro come cosa accessoria, e sovente dimentica- ■
vasi di munirsene, così accadeva non di rado, ch’ci
trovava»! in imbarazzo nelle sue gite. Egli dimorò una
volta per un mese in un albergo nelle vicinanze di
Vienna, ove i bei contorni gli resero aggradosolissimo ’
il suo soggiorno. L’oste vedendo che il suo ospite I
non pensava mai a pagare il conto, si prese la libertà j
di rammentarglielo con bella maniera. Beethoven era
ben lungi di trovarsene offeso; anzi promise, di tosto
soddisfarlo. Per tale scopo gli diede un mezzo foglio ’
di carta ch’era scritta di note da ambe le parli, u Inviale,
diss’egli, questa carta nella città al più vicino!
negoziante di musica, presentategli i miei saluti, cd
egli mi manderà cento ducati per questa composizione.» L’oste, che non conosceva Beelhoven, crollò in- i
credulo la lesta; ma poiché questo aveva parlato così
asseverantemente, egli non osò contraddire, e si pose >
in cammino per la città. Chi può descrivere la sua
sorpresa allorché videsi egli stesso accollo con (anta!
gioja, cd ebbe ricevuto la somma dimandala, con di più
molli ringraziamenti per Beethoven!
{Dal tedesco)
GASSE™ SEÏÏIMÀ1ULE
DI MURARIO
— Aon più, come nc si aveva fatto credere, E esordiente
Catlinari, ma invece la signora Agostini subentrerà
a sostenere la parte d’Isabella nel Roberto il Diavolo,
attesa la partenza già citata della signora Cuzzani.
— Nella serata della medesima signora Cuzzani, l’artista
di bella fama signor Filippo Talli esegui l’atto terzo
del Torquato Tasso. Non poteva essere maggiore la
festa che il numeroso uditorio fece a questo bravo cantante.
E di fatto ben sei meritava. I,’ udire, in^mezzo
a tutte le stentoree declamazioni della giornata, un cantante
che, quale è il signor Tatti, possiede una bella,
fresca, metallica voce, il di cui smorzando e pianissimo
ti giungono all’orecchio fino nel più remoto angolo del
teatro, t udire una pronuncia così invidiabilmente netta
ed articolata, un fraseggiare puro e per nulla caricato,
lo scorgere in un cantante larga dose di buon senso
nella pressoché generale mancanza di senso comune,
sono cose che ben possono giustificare i plausi che coronarono
in quella sera il signor Tatti. È questi un
artista che può far liete di sua presenza le migliori
scene.
— La scorsa Domenica nella Chiesa di S. Simpliciano
si udì, bene eseguita, ancora una nuova Messa del
chiaro nostro concittadino signor maestro (Brambilla.
Profonda filosofia, perito sfoggio di scienza, cd eleganza
unita a sacra grandezza di cantilene sono le doti
che anche in questo lavoro, come in (piasi tutti gli
altri del perito incastro, appalesatisi continuamente. Notasi
come degno di maggiori lode, per bello effetto ed
ingegnoso lavoro, un Terzetto a Canone.
CORRISPONDENZA PARTICOLARE
Fibf.sze 10 luglio 1844.
Nel Ilicoglitore, foglio volante periodico che pubbli- I
casi in Firenze, è stato ultimamente stampato un articoletto.
ove, in rettificazione di quanto non ha guari fu
avanzato nella Gazzella Musicale, si ricorda che la
prima traduzione italiana dell’Oratorio intitolato Paulus
di Mendelsshon è quella assai pregevole fatta dall’avvocato
A. L. Mazzini in Firenze d ordine di questa
Forte Gran-ducale e qui stampata nell’occasione che
dello Oratorio fu eseguito in una Accademia che ebbe
luogo nelle RR. Sale del Palazzo di residenza, or sono:
tre anni. La cosa è vera e la redazione della Gazzetta
farà della notizia (pici conto che crederà, avvertendo
però che mentre, il Capranica cerca di far pubblico il
suo lavoro, quello dei Mazzini non ottenne una perfetta
pubblicità, giacché non fu stampalo per veduta commerciale,
ma solo per distribuirsi gratuitamente agli
intervenienti alla accademia di che sopra è parola. D’altronde
la partitura, su cui la applicazione delle parole
italiane alla musica nonché le indispensabili alterazioni
a questa furono eseguile, giace sepolta cd al pubblico
inaccessibile Dell’Archivio musicale di Forte, non
essendo stato stampato die il così detto libretto. ।
— Domenica sera, 7 del corrente, si chiusero le recite
alla Pergola con (’Emani: questa musica più che è
stata eseguita, più è stata gustata dal pubblico. Il numeroso
concorso, gli applausi, le, domandate repliche
dei pezzi favoriti non mancarono. - La sera del precedente
sabato e ebbe luogo al teatro del Focomero una
accademia data dai flautista Follz. Buono fu il successo,
ma pochi gli accorrenti. Il Follz. fu trovato buon suonatore
pel lato delle difficoltà c della nettezza; ma un
poco crudo nella levala. Il nostro bravo Ciardi divise
con lui gli applausi in una fantasia per due flauti. - La
mattina dello stesso dì 7, in una delle sedute di esercizio
della società filarmonica, fu eseguito dalia signora
Sandryck il magnifico settimello di Kummel in re terza
minore, li pezzo fu eseguito benissimo. La giovine ed
avvenente Pianista merita sommo elogio per il bel tocco,
la precisione, la nettezza c la intelligenza. Solo si potrebbe
rimproverarle di suonare un poco troppo costantemente
a smorziera alzata, difetto capitale in cui pur
troppo cadono molti pianisti tra noi.
NOTIZIE
— Ambiikoo. Il sig. Riccardo Wagner, maestro di
cappella a Dresda, è qui venuto per dirigere l’esecu-!
zione della sua opera Carlo fìienzi. L’orchestra, trovandosi
troppo debole per i fortissimo, dovette essere
aumentala.come pure i cori; di più, il signor Wagner I
chiamò la musica della guarnigione in suo ajttlo. Carlo
Bienzi è una partizione di grande dimensione. Alla
rappresentazione essa dura un’ora di più delle più
lunghe partizioni conosciute. È inoltre una musica as- j
Bordante, fracassante, fulminante. AH’uscire del teatro,
le orecchie vi zufolano. La nuova produzione del signor
Wagner annunzia però un’originalità produttiva: è opera
di grande spettacolo, con forza, marcio, evoluzioni e ì
parate militari: è musica che bisogna sentirla più volte
per giudicarne.!
— diaria, Massimiliano e Michele è il (itolo di;
una nuova operetta di Carlo Blutn, rappresentata con
i molto successo. È musica semplice, vivace c melodica.
— Bo)i:x-Bai)en. D’uso immemorabile, la stagione
delle, acque chiama all’amena residenza di Baden-Baden 1
l’eletta società d’Inghilterra, d’Alemagna, di Russia, e
delle principali città dell’Europa. Parigi e la Francia
hanno pure manifestalo il loro favore per Baden. Per
mezzo delle strade ferrale Baden accoglierà quest’anno
più di trenta mila forestieri. La Polka, non la Polka
contraffatta, ma la nativa, la vera Polka, continua a
brillare nei magnifici salons delle conversazioni. Le serate
musicali si alternano coi balli. Preparansi grandi feste.
Roger, l’eccellente tenore, si farà sentire a Baden, •
come pure la Tadolini ed altri artisti celebri dei grandi 1
teatri lirici. Inoltre preparasi un festival monstre, di I
cui il signor Berlioz verrà a dirigere 1 esecuzione.! — Blckixghvh. Una grande serata musicale ebbe I
i luogo il 3 corrente al palazzo di Buckingham. S.M. la
regina Villoria e S. A. R. il principe Alberto ne hanno 1
‘ essi stessi composto il programma. Salvi, il celebre le-;
nore, di ritorno a Londra, dopo i numerosi trionfi nelle
province, vi ha eminentemente cooperato.
— Civitavecchia. Il rapimento delle spose Feneziane.
Parole nette, musicabili, ritmi armonici, calore progressivo,
e rarissimo pregio e sempre desiderabile, la brevità, offerse il giovine poeta in questo suo primo lavoro
all’egregio signor Gaetano De Laureti®, allievo della
sempre benemerita scuola napoletana; e, con bell’accordo,
cospirarono insieme il verseggiatore ed il maestro
a produrre un eletto melodramma, che rappresentato
nei di scorsi per la prima volta ne) novo vaghissimo
teatro 1 raiano, ha sortilo una splendida fortuna. Questa
nuova musica riscosse di sera in sera nuovi plausi,
e spesse e spesse volte il maestro venne evocato sul
palco scenico a ricevere non dubbie testimonianze di
pubblico gradimento.
(Dalla Rivista).
— (.»i.0Mi. Un nuovo giornale di musica va (pianto
prima a pubblicarsi in questa città. Il suo titolo sarà:
Organo musicale delle provincia renane e della Fcstfalia.
— Dki-’.sih. I u dato una nuova opera, La promessa
nuziale al tamburo, di E. l’itl, e piacque.
— Liovr. Il pianista Lacombe ha dato due concerti
in cui fece applaudire ed ammirare il suo bel talento.
— Liszt, leste arrivato in questa città, diede a) teatro
grande un concerto che attirò una folla immensa.
Il gran pianista ha entusiasmato l’uditorio nei diversi
pezzi eh egli ha eseguiti, e segnatamente nella sua fantasia
su Roberto il Diavolo, nelle sue reminiscenze di
Aorma, enei suo galop cromatico. Liszt annunciava per
qualche giorno dopo un secondo concerto, dopo il quale
doveva partire per Marsiglia.
— Lovmu. Moriani, il celebre cantante, esordì al teatro
reale colla Lucia di Lwmmermoor con immenso
successo. Il direttore l’ha, dicesi, fissalo subito per
l’anno venturo.
— Munii». Il tenore spaglinolo Unanue segnò ultimamente
un contratto vantaggioso per andare a far
parte della compagnia italiana diretta da Rubini a
Pietroburgo.
- 31 titsiGi.u. La comparsa del Dm Sébastien di
Donizetti ha dato fine ai fischi cui da qualche tempo
erano soggette le nostre rappresentazioni drammatiche.
I malcontenti furono disarmali; e, bisogna convenirne,
la grand’opera, promessa fin dall’anno scorso, è stata
messa in iscena con cura degna d’ogni elogio. Godinho
e la signora Morel-Scotl si sono particolarmente distinti
nelle due parli principali L’orchestra ed i cori operarono
meraviglie
— Pinov.v. Il nove del corrente ritornò in iscena l’opera
di Meyerbeer. Gli Ugonotti. La musica e l’esecuzione
incontrarono il più lieto aggradimento.
— Nella sera di domenica 14 coi rente andò in’iscena
VBrnani del maestro Verdi. Piacque molto la musica,
c gli esecutori, signora Bortulotti, e signori Braschini,
Vanesi e Selva furono applauditissimi. L’esito dunque
felicissisimo. In altra mia ve ne darò più distinto ragguaglio.
(Da lettera).
— Pn:mi. A quest’ora sarà arrivata a Parigi la signora
Paolina Viardot-Gareia, pai tita da Vienna il primo
corrente.
— Le prove d’Othello sono sospese.
— Il celebre Luigi Spohr è da qualche giorno in questa
città.
— La commissione eletta per giudicare gli stromenti
musicali che erano stati ammessi all’esposizione è composta
dei signori Auber, Habeneck. Gallay, Séguier,
membro dell Accademia delle scienze, e del sig. Savart.
Si coniano dugeiito pianoforti, più di cento violini, bassi
e contrabbassi, centoventi stromenti metallici d’ogni dimensione,
e altrettanti Hauti, dai incili, oboe e. fagotti.
Gli esami, per esser giusti, dovranno durare lunga pezza!!!
— Il gran festival dell’industria sarà diviso in due
giornali’. Il programma della p’rinTa (l.° agosto) si comporrà
deli ouverture della Festoie di Spontini, Scena
del terzo atto d’.Irmida di Gluck, Marcia al supplizio
di Berlioz, Preghiera di Mosè di Rossini, Ouverture
di L’reyschiltz di Weber, Inno alla Francia di Berlioz,
eseguito per la prima volta, Preghiera della Muta di
Auber, un frammento della sinfonia in do minore di
Beethoven. Benedizione dei pugnali degli l ’gonotti di
Meyerbeer, Inno a Bacco di Mendelssohn, Sinfonia funebre
di Berlioz. - L’orchestra, diretta da Berlioz, conterà
8G3 esecutori. I coristi saranno in numero di 400.
- Il secondo giorno (4 agosto) il sig. Strauss dirigerà
una numerosa orchestra di ballo.
— Pcsih. Giorgio Ronconi prodottosi su queste scene
nella Beatrice di ’Tenda ha riscosso dal pubblico i più
vivi segni d’entusiasmo. Sua moglie, che sosteneva la
parte di Beatrice, fu pure festevolmente accidia. Dopo
la Beatrice di Tenda andava in iscena I’ Elisir collo
stesso Ronconi.
— Tolosa. La compagnia italiana ha lasciata questa
città; l’opera francese darà principio alle sue rappresentazioni
colla Juive.
— Viccszv. Il successo dell’/sroani del maestro Verdi
fu quello che già sorti in tutte le altre città, cioè
di pieno aggradimento. Vi furono applauditissimi la Tcresina
Brambilla. Luigi Valli, e Geremia Bellini.
— Viexsv. Il signor G. Preyer e stato nominato direttore
del Conservatorio: la sua opera LFallndmor
sarà quanto prima rappresentata al teatro Josephstadt.
1 — La giovane pianista Giuseppina Zilli di Trieste ebbe
l’onore di prodursi il 4 correlile nella villa imperiale a
Schonbrunn alla presenza delle LL. MM. IL RR.
— Al teatro alla Porta Corinzia andò in iscena l’opera
di Bellini I Puritani in lingua tedesca, ed ebbe lietissimo
successo.
— Wi’.niAi:. Il 24 giugno, giorno natalizio di S. A. il
Gran Duca, venne eseguita con molto successo una
nuova opera - Re e fìttapioli» poesia del sig. Bieden
feld, musica del maestro di camera sig. Lobe. [p. 122modifica]altri: cose
MOVE PUBBLICAMI MISICALI
DELL’!. R. STABILIMENTO NAZIONALE PRIV1LEG.
— La signora Frezzolini canterà nel prossimo venturo
Autunno in Trieste.
— La signora Abbadia ha stretto contratto pel teatro
Carolino di Paterno.
— Il chiarissimo maestro professore di violino, e di
rettore dell’orchestra di Ferrara signor Petrilli Zamboni
è stato a pieni voti aggregato alla cittadinanza
Sammarinese lino dall’aprile scorso. (Pirata).
— Leggesi in un giornale di Lipsia.» Come in China
è tutto severamente regolato e per mezzo del governo
tutto è vigilato e diretto, cosi succede della musica. Fra
gli altri reali magistrati in Pekino, ve n ha uno sotto
la denominazione di Direzione generale della musica.
Il presidente della stessa l’amminisUa in unione di un
certo numero di persone, principi ed impiegati regi, che
hanno del talento per la musica. Questo magistrato ha
per iscopo, non solo di somministrare tulle le composizioni,
che si producono nel regno, ma anche di far
fabbricare i necessari stromcnli musicali sotto la sua
direzione, e di disporre le rappresentazioni musicali in
occasioni festive, sacrifizii. ecc. La musica che esce da
questo magistrato, e in China non se ne conosce altra,
è naturalmente eccellente; timi suddito vi può muovere
il minimo biasimo, se vuol evitare una rigorosa punizione;
e non v’ha neanche alcun partilo che si dichiari
per questo o quel compositore e trovi cattiva la musica
degli altri; al contrario, in conseguenza di questo eccellente
instituto, vi regna generale quiete e contentezza,
e questo è un nuovo esempio che la China in molte
cose è più in progresso di noi».
— I fratelli Batta sono partiti alla volta de’Pirenei.
— Un magnifico bronzo d’arte, che attirava gli sguardi
de’curiosi c degli intei ligenti all’esposizione dell industria, fu testé spedito ad Alessandro Batta in souvenir
da S. A. R. il principe d’Orange.
— Gardoni, il nuovo tenore franco italiano, dev’essere
in questo momento a Parigi. La sua comparsa avrà
luogo il mese prossimo nel Guillaume Teli, nella Favorite
e nella Juive.
— Dérivis è in questo momento a Parigi.
— La Società tedesca sotto la direzione dei signori
Schmidt e Hamburger ha dato delle rappresentazioni a
Ginevra, Chambéry c Grenoble. Nel corso di luglio ed
agosto essa si recherà a Marsiglia per farvi sentire i
principali capilavori dell’opera tedesca.
— Il piccolo pianista Angelo Russo ha dato dei concerti
con successo a Postdati e a Brcslavia.
— La celebre cantante T aduliti, che formò le delizie
del pubblico di Vienna, è partita con suo fratello per
Baden-Baden.
— Il signor Vate!, direttore del teatro Italiano di Parigi,
è in questo momento a Napoli; da colà deve recarsi
a Firenze, e sarà di ritorno a Parigi ai primi del
prossimo mese.
— Malgrado il notabile progresso che fanno gli studi
musicali, si adoperava ancora perii fagotto il metodo di
Ozi, che conta più di quarant’anni, e che c inferirne alio
sviluppo delle cognizioni attuali; Willcnt Bordogni, il
celebre fagotto fece testé disparire quest’anomalia,
pubblicando un Gran metodo completo di fagotto, che
Di GIOVAXM RICORDI
IJIVWI
Dramma lirico in quattro parti
mtióica?t
Olire i pezzi già pubblicati sia per Canto che
per Pianoforte solo ed a quattro mani,
cune vennero annunciati in diversi de’ passati
fogli, sonosi ora pubblicati anche i seguenti.
Pianoforte a quattro mani.
16501
16502
16505
1650Ì
16505
16506
1650!)
Introduzione deli’Atto II e Galopp, Esultiamo!..........
l’r.
Terzetto, Dilettino, Ah morir potessi,
e Slrclla del Terzetto.... «Aria, Lo vedremo, veglio audace. >i
Duetto-Finale II, Esci... ale... scegli...
seguimi u
Preludio deH’Atlo III, e Cavatina, Oh
de’verd’anni mici..... o
Congiura, Ad Augusta! Chi va là? u
Scena e Ferzo! Io-Finale, Solingo,errante,
misero......... n
Gli altri petti a compimento dell’Opera
stanno sotto i lorcjij.
50
4
50
50
50
50
5 50
per Flauto
CON REMINISCENZE DELLE OPERE
SVoBetlo ifCOuivofo
bamotiHtcc
COMPOSTA DA
16068
TRE ARIETTE PER CAMERA
l’OSTE IN MUSICA DA
15903 6-7.
vrcz/ze,
Ciascuna Fr. i. 56.
A QUATTRO VOCI
’rzzprr e
Unite Fr.
3
PARTITURA
CON SOTTO ANCHE L ACCOMP." d’ORGANO
il
il
c
signor Fétis, l’abile direttore, ha tosto adottato per
Conservatorio di Bruxelles (t).
— Sulla proposizione del signor Spontini, intendente
direttore generale della musica del He, S. M. il He di
TROIS MORCEAUX RE SILOS
pour te Piano
per Flauto
con accompagnamento di Pianoforte
Prussia, la Regina e S. A. R. Madama la principessa
reale Augusta di Prussia, hanno aggradilo il diploma di
aggregato onorario all’Accademia Palestrita di Santa
Cecilia di Roma. Con lettera autografa, il Re, la Regina
e S. A. R. hanno voluto dar testimonianza nel
modo più lusinghiero della loro reale soddisfazione a
sua Eccellenza il governatore di Roma, c presidente dell’Accademia
di Santa Cecilia.
— Il 17 giugno S. M. il Re di Prussia sulla proposizione
del maestro Spondili, ha comandato ad un artista
romano il busto di Palestrita. che deve essere collocato
nella Galleria del Campidoglio, ove sono riuniti
tutti i busti dei grandi uomini che si sono illustrati
nelle scienze e nelle arti, sin dai tempi antichi, come
nei moderni. e che erano dispersi in varj monumenti
di Roma prima che fosse formato un nuovo museo nell’ala
dritta del Campidoglio.
— All’ultima rappresentazione dell’opera che dovasi
a Berlino, allorché andatasi a compire il terzo atto dei
Caputeti e Montecc.hi. Romeo, vicino al feretro della
sua cara Giulietta, cantata la sua ai ia, attendeva che la sua
diletta si rialzasse per cantare essa pure la sua grand’aria
di morte. Ninna risposta. Giulietta e immobile. Romeo
ripete, la sua frase c s’inchina dolcemente all’orecchio
di Giulietta dicendolo: «Alzatevi, signora Kaiser».
Allora Romeo fa cenno ad un uomo della scena, si
chiama il direttore, si teme qualche disgrazia, cd il
pubblico è impaziente. Il direttore arriva; un russare
sensibilissimo uscito dal fondo del feretro annunziò al
t. ìfoofeto. a. «iìouDeait
COMPOSÉS PAR
mamsw ni»
162IG al.1S
Op. 29.
1BOU 2
sopra una
COMPOSTE DA
BAILO COSASI
TUTTO BRIO
12
per voce (ti metto Soprano
con accompagnamento di Pianoforte
/ta-M c/< féanfa
ÏAÎoZEF.
pubblico che la
fondo sonno. Il
tutto fu finito.
signora Kaiser era addormentata di propubblico
parli ridendo, la tela calò c
FRANCESCO
O,>. 159.
16287 Per Pianoforte solo....
16288 Per Pianoforte a 4 mani.
(!) Questo Metodo verrà pubblicato in breve dal Ricordi.
16200
16201
Lib.
Fr. 4 50
Dall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato
di Calcografia, Copisteria e Tipografia musicale di GIOVATEVI RICORDI
Contrada dagli Omenoni N. 17*20, e sotto il portico di fianco all’I. R. Teatro olla Scala.
G IO VIVAI RICORDI
KDITORE’PROPRIETARIO.