Gioventù italiana del littorio/Capitolo 6

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Capitolo 6

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VI

ATTIVITÀ GINNICO-SPORTIVA


L
a G. I. L., in base al regio decreto 20 novembre 1937, n. 2341, ha il compito di provvedere all’educazione fisica di tutta la gioventú. Questo compito si esplica nella scuola, con l’educazione fisica impartita dai professori diplomati dall’accademia della G. I. L., e fuori della scuola, con l’attività preparatoria agli sport e quella sportiva propriamente detta.

Dal giorno in cui passavano alle organizzazioni giovanili le attribuzioni dell’Ente nazionale per l’educazione fisica, fino ad oggi, lungo cammino è stato compiuto anche in questo campo. Venne fin dagli inizi affrontato e risolto radicalmente il complesso problema della materia dell’educazionc fisica, onde instaurare un indirizzo nuovo che rispondesse in pieno alle mutate esigenze spirituali e tecniche del tempo fascista. Non piú ginnastica senza costrutto, non piú sport per lo sport.

Banditi empirismo e agnosticismo, si fece luce l’esigenza fondamentale di una educazione fisica intesa come vera cultura fisica, e [p. 50 modifica]subentrò una considerazione spiritualistica, politica, per cui l’educazione fisica in generale è considerata oggi dalla G. I. L. come quell’attività che educa armonicamente corpo e spirito ed è diretta, insieme a quella culturale e militare, alla formazione del cittadino soldato.

Instaurato tale nuovo concetto, non senza il conforto delle piú moderne vedute della scienza medica in materia, e precisate le finalità dell’educazione fisica nel campo giovanile, si sono fissati i criteri da seguire per le varie categorie di giovani e i metodi di insegnamento.

L’agonismo, lasciato specialmente ai giovani fascisti, non è praticato se non in misura molto limitata, e con le opportune cautele, dagli organizzati piú giovani. Se l’educazione fisica deve contribuire a portare i giovani al loro pieno e piú felice sviluppo somatico, essa deve attuarsi razionalmente, con un metodo graduale, tenendo conto di vari elementi fra i quali, in primo luogo, è l’età di chi è addestrato, considerata sotto gli aspetti fisico, fisiologico e psicologico. Bisogna perciò evitare innanzi tutto esercizi e diporti eccessivi, adatti agli adulti. Cosí l’educazione fisica raggiungerà il suo scopo, che è quello di contribuire in modo rilevante alla preparazione di una gioventú sana, robusta, volitiva, coraggiosa. [p. 51 modifica]

Anche per un’altra considerazione non deve essere consentito l’agonismo fra i giovanissimi: dobbiamo infatti fondare, fin dagli inizi, nel cuore della gioventú lo spirito di collaborazione, la volontà di coesione, la disciplina interiore, virtú che si formano in modo eminente con le attività che si possono chiamare corali, e in cui la massa è fatta vibrare all’unisono e i cuori e i muscoli sono legati da un’unica volontà. In questo aspetto mistico dell’attività collettiva, per il quale ad un complesso inizialmente eterogeneo e indisciplinato viene data un’anima sola, fondando la vera disciplina, è racchiusa gran parte del suo valore educativo.

Non bisogna d’altra parte opprimere per principio la spontaneità, lo spirito d’iniziativa e ogni sano individualismo. A queste qualità, che potremmo dire native di noi italiani, deve essere consentito di manifestarsi nei momenti opportuni, negli intervalli tra esercizio ed esercizio, e, in modo piú libero, durante i giuochi. Ma vedremo che, mercé l’intelligente e metodico esercizio della disciplina collettiva, anche le manifestazioni individuali piú spontanee verranno ad assumere quella maggiore armonia, quel piú vigilante senso della collettività, che si esprime in definitiva nel rispetto altrui come in tutte le altre forme di educazione civile e, [p. 52 modifica]di volta in volta, anche in una piú pronta adesione a quelle ragioni che superano l’ambito dell’egoismo.


L’agonismo viene invece coltivato fra i giovani fascisti, nei quali il completo sviluppo fisico è, si può dire, raggiunto. Intensa è l’attività sportiva che essi svolgono durante tutto l’anno, sotto la direzione dei Comandi federali e dei Comandi G. I. L. di Fascio. La Gioventú italiana del Littorio si avvia ad essere l’unico campo di selezione e di reclutamento dello sport nazionale.

Coronamento dell’attività pratica nei vari diporti e nelle varie forme di preparazione fisica sono i campionati nazionali che si effettuano, di volta in volta, in varie regioni d’Italia.

L’attività ginnico-sportiva dei giovani fascisti abbraccia tutti i settori: atletica leggera, atletica pesante, canottaggio, motociclismo, ginnastica, nuoto, pugilato, scherma, diporti invernali, tiro a segno, pallacanestro, palla ovale, calcio, alpinistica e roccia, irrobustiscono i giovani fascisti e dànno loro quello spirito agonistico che non perde mai di mira i superiori interessi della Nazione. Essi, e lo dimostrano continuamente, hanno la coscienza di contribuire a innalzare sempre piú il prestigio sportivo nazionale e si [p. 53 modifica]preparano a far rifulgere, se occorra, l’onore d’Italia nelle competizioni internazionali.

Anche gli avanguardisti hanno modo di sviluppare le proprie doti fisico-sportive, partecipando ogni anno a vari campionati provinciali e regionali di diporti invernali, scherma, pallacanestro, nuoto, tuffi, canottaggio, e, infine, ai “ludi juveniles” e al “gran premio dei giovani”, gara di atletica leggera.

Durante il campo Dux, l’importantissima prova annuale riservata ai soli avanguardisti, si svolge un concorso atletico-militare, nel quale vengono vagliati, individualmente e per reparto, la disciplina dei reparti, il grado di efficienza dei Comandi federali, il grado di preparazione fascista e di addestramento degli avanguardisti e l’idoneità al comando di un grande numero di ufficiali e graduati.

Le giovani fasciste esercitano la ginnastica, i diporti invernali, l’atletica leggera, il nuoto, la pallacanestro, il pattinaggio a rotelle, la scherma, il tiro a segno e l’equitazione. Le giovani italiane si dedicano soprattutto alla ginnastica.

La formazione nei giovani di una sana mentalità sportiva è premessa necessaria per una preparazione militare vasta, intensa e metodica. La Gioventú del Littorio, che nell’anno XVI poteva contare una partecipazione di ben [p. 54 modifica]2.320.328 avanguardisti, giovani fascisti, giovani italiane e giovani fasciste ai vari diporti, è sulla via di conquistare saldamente anche questa meta.


L’insegnamento dell’educazione fisica nelle scuole primarie è affidato agli insegnanti e si attua sulla traccia dei programmi preparati dal Comando generale della G. I. L. d’accordo con il Ministero dell’Educazione nazionale.

Nelle scuole medie sono preposti all’insegnamento dell’educazione fisica i professori e le professoresse diplomati dalle accademie della G. I. L. del Foro Mussolini e di Orvieto. Si può ricordare che l’educazione fisica venne impartita nell’anno XVI a 761.000 alunni di complessive 3853 scuole regie e non regie di ogni grado e tipo, e che la percentuale degli esoneri permanenti è scesa da 1,72 nell’anno XV a soli 0,37 nell’anno XVI. Le palestre coperte, i campi sportivi e i piazzali utilizzati per l’educazione fisica sono saliti da 502, numero complessivo dell’anno VI, a ben 7646 dell’anno XVI.

Per rendere sempre piú viva e confacente alle esigenze del tempo in cui viviamo l’opera di collaborazione di tutti gli elementi della scuola e per sviluppare sempre piú la propaganda nel campo dell’educazione fisica, intesa anche come [p. 55 modifica]potente fattore dell’educazione politica della gioventú, vengono attuati con la collaborazione del Ministero dell’Educazione nazionale corsi estivi per dirigenti e insegnanti della scuola media e primaria, che danno risultati sotto ogni aspetto ottimi. A partire dall’anno XVII vengono effettuati corsi similari anche per gli istruttori d’ambo i sessi dei convitti pubblici e privati.

La “leva fascista”, rito solenne che consacra annualmente il passaggio alle categorie superiori di varie centinaia di migliaia di organizzati (nell’anno XVI: 1.676.993) viene effettuata il 16 ottobre, giorno di inizio dell’anno scolastico. Questa coincidenza, voluta dal Duce, ha un chiaro e concreto riferimento alla Carta della Scuola, che, affermando l’obbligatorietà del servizio nella G. I. L., ne rileva l’alta funzione educativa.

La “festa ginnastica nazionale”, alla quale partecipa dai vari campi e stadi d’Italia gran parte della gioventú di tutte le scuole, ha luogo annualmente l’ultima domenica di maggio.

I comandi, che dirigono l’esecuzione degli “esercizi obbligatori”, vengono trasmessi per radio dallo Stadio olimpico dove è radunata la gioventú di Roma.

È questo il saggio nel quale è dato di vedere schiere di giovani e giovanissimi d’ambo i [p. 56 modifica]sessi eseguire i comandi con disciplina e preparazione perfette. Al pensiero che innumerevoli altre schiere, simili a quelle che vediamo muoversi dinanzi a noi, accompagnano impeccabilmente, in tutta Italia, l’esercitazione dei camerati partecipanti alla cerimonia madre nello Stadio olimpico, non si può fare a meno di pensare alla magnifica unità del popolo italiano, resa evidente, plastica, dalla sua piú bella giovinezza.