Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. III/Libro II/VII

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Cap. VII

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CAPITOLO SETTIMO.


Armi, e Milizia del Gran Mogol.


L
E armi offensive de’ Mogoli sono larghe spade pesanti, e curve come scimitarre (come che si rompono facilmente quelle, che si fanno nel paese, gl’Inglesi gli provvedono con quelle, ch’essi fanno in Europa) un pugnale mal fatto, che portano sempre alla cintura; arco, freccie, giavellotto, o zagaglia, pistole, moschetto, e picca di 12. piedi per gli pedoni; il maggior numero de’ soidati però tiene arco, e freccie. Dentro le Città, e per gli eserciti tengono anche cannoni.

Le difensive sono un brocchiere rotondo di due piedi diametro, fatto di pelle nera di Bufolo selvaggio; con più chiodi con testa grande, per riparare i colpi di freccia, e di spada: camiciuole di maglia, corazza, elmo, e bracciali, che cuoprono sino alle mani.

Intorno al pagamento de’ Soldati, si governa il Mogol diversamente da tutti gli altri Principi del Mondo; perocchè non gli paga del suo, ma dà a gli Omrah le Terre, o Giaghir, col peso di [p. 216 modifica]mantenerne un certo novero (come altrove è detto) eziandio i Principi del Sangue.

Si distinguono gli Omrah in Hazarij, Cuhzarij, Pangè, Hechet, Deh-Hazarij, e (siccome è stato il figlio Primogenito del Re) Duazdehazarij. Il loro soldo è a proporzione del numero de’ cavalli che tengono; oltre di che il Re da loro un tanto, di cui non sono obbligati mantener soldatesca. Essi però sempre tolgono qualche parte dalle paghe de’ Soldati, e così divengono ricchissimi; principalmente quando ponno ottenere qualche buon Giaghir. V’ha taluno obbligato a mantener cinquecento cavalli, che avrà cinque mila scudi, della moneta di Napoli, al mese di rendita. Egli è vero però, che spendono tutto l’acquistato a’ donativi, che sono tenuti ogn’anno di fare al Re, in determinate solennità, ciascheduno giusta la sua condizione: e a mantener tante donne, servidori, cammelli, e cavalli di gran prezzo.

Il numero degli Omrah di tutto i’Imperio non è determinato, ordinariamente però sono meno di 40. Pervengono a’ principali Governi, e cariche della Corte, e degli eserciti, e perciò sono, come essi dicono, le colonne dell’Imperio. [p. 217 modifica]Vanno superbamenre per le strade: alcuni sopra Elefanti, altri a cavallo, o in palankino, accompagnati da buon numero di soldati a cavallo, e dalle guardie de’ loro Palagi; come anche da gran numero di servi; alcuni de’ quali fanno lor luogo, altri caccian le mosche, o la polvere con code di pavoni, altri portano acque da bere, ed altre cose. Tutti quelli, che dimorano alla Corte, sono obbligati di andare due volte il giorno, a far riverenza al Re; cioè due ore prima di mezzodì, e verso il tramontar del Sole, nel luogo, dove egli rende Giustizia; altrimente si toglie loro parte del soldo. Denno medesimamente far la guardia ogni settimana, per lo spazio di 24. ore; e in quel giorno il Re manda loro da mangiare, che essi ricevono con molta riverenza, facendo tre volte il Taslim, o saluto verso l’Appartamento Reale; ponendo la destra a terra, e poscia sul capo. Sono anche tenuti d’accompagnar sempre il Re, come di sopra è detto.

I Mansebdar sono Cavalieri, la di cui paga è molto onorevole, e si chiama Manseb; minore però di quella degli Omrah. Sono essi in molta riputazione nel Campo, perche ponno di facile [p. 218 modifica]pervenire alla dignità di Omrah; nè riconoseono altro Superiore, che ii Re. In ciò da quelli differiscono, che non sono tenuti di mantenere altro, che quattro, o cinque cavalli. Quanto al soldo hanno al mese 150. rupie, e talvolta più sino a 700. ma in vece d’averle in contante, sono dati loro, per forza, a carissimo prezzo i vecchi mobili della Casa Reale. Il loro numero non è determinato, ma è maggiore degli Omrah; essendone alla Corte bene spesso due, e trecento, oltre quelli, che sono per le Provincie, e negli Eserciti.

In terzo luogo sono i Ruzinder, eziandio Cavalieri, ma pagati alla giornata, come dinota il nome. Il soldo non è inferiore a quello de’ Mansebdar, ma non così onorevole. Il numero è ben grande, e fra di essi molti ne sono Scrivani, e sotto-scrivani.

I semplici Cavalieri sono sottoposti a gli Omrah: i più stimati perciò sono quelli, che hanno due cavalli, col marchio del loro Omrah alla coscia. La paga non è determinata, e dipende dalla generosità degli Omrah; però al Mogol costano almeno 25. rupie il mese, considerate le rendite, che dà per lo mantenimtnto di essi. [p. 219 modifica]

I pedoni, e moschettieri stanno in miserabile stato; avendo alcuni 20. rupie al mese, altri 15. altri 10. Portano la forchetta attaccata al moschetto; del quale malamente si servono, per temenza di non bruciarsi la loro grande barba. L’artiglieria è distinta in due: grossa, e pesante, come essi dicono; e leggiera. La grossa è comporta da 60. in 70. pezzi di cannoni, senza contarvi circa trecento pezzi di campagna, attaccati sopra Cammelli, come le petriere sopra le nostre barche. Gli altri 50. o 60. piccioli pezzi di bronzo, che compongono la seconda spezie, sono portati sopra carrette (adorne di banderuole rosse) ciascheduna tirata da due cavalli, con un’altro appresso, per far riposare quando l’uno, quando l’altro. Come che l’artiglieria grossa non può seguire sempre il Re, il quale esce talvolta di strada, per gire cacciando, o per altro piacere; l’accompagna sempre la picciola: e quando egli è giunto al luogo destinato, si scarica, acciò abbia contezza l’Esercito del suo arrivo.

Or tutta quesra artiglieria, particolarmente la grossa, sta in mano di Bombardieri Franchi; o Cristiani, i quali [p. 220 modifica]hanno grandissimo soldo; sopra tutto i Portughesi, Inglesi, Ollandesi, Tedeschi, e Francesi, che vi passano da Goa, o fuggono da’ vascelli. Ve n’era per l’addietro taluno, che avea 200. rupie al mese; ma ora che i Mogoli hanno appreso un poco il mestiere, sono meno pagati. Ne ha il comando un Generale, il quale ha di soldo un milione l’anno, con peso di tenere 200. soldati.

Oltre la soldatesca Mogola, v’ha la forestiera, condotta da’ Ragià, i quali servono il Mogol con grandislima paga; portando con esso loro un determinato novero di Ragiaputi, e facendo tanto, quanto fanno gli Omrah: con questa differenza, che la guardia essi non vogliono farla dentro le Fortezze, ma sotto le loro tende, per non istar rinserrati 24. ore. Gli tiene il Mogol al suo serviglo (come anche i Patan) principalmente perche sono coraggiosi; e v’ha tal Ragià, che può mettere in piedi 20. mila cavalli, occorrendo il bisogno: e poi per fomentar fra di loro le gelosie, e nemicizie, favoreggiando più l’uno, che l’altro; e con ciò vivere più sicuro dalle loro macchinazioni, e degli altri, che non sono al suo soldo. [p. 221 modifica]

La soldatesca del paese non differisce punto, intorno a gli ufficj, e disciplina, dalla soprammentovata; se non che giammai non viene appresso al Re; ma ciaschedun Reame ha la propria, per custodire i confini da’ stranieri, come da’ Persiani, Ogani, Balucci, ed altri.

Qualsivoglia genere di soldati, ha senz’alcun fallo, la paga ogni due mesi dal Tesoriere Regio, fuorche quelli, che sono pagati dagli Omrah, come di sopra divisammo. Nè v’è pericolo, che tal pagamento si differisca; imperocchè vivendo quivi ciascheduno colla propria industria, o col servire il Re (per difetto di rendite particolari) il tenergli a bada, sarebbe un fargli morir di fame, o pure obbligargli ad ammutinarli. Ed in vero la maggior maraviglia di quello Stato è, il vedere tante migliaja di persone vivere col soldo del Re. In Europa non accade così, perche i soldati talvolta ponno aiutarsi col proprio; se pure, per difetto di paga, non vivono dell’altrui.

Il numero che teneva, allora quando io vi fui, il Gran Mogol, dicono, che giugnesse a 300. mila, e più cavalli, o 400. m. pedoni. Di essi parte n’eran occupati nel Campo di Galgalà: 60. mila fra [p. 222 modifica]pedoni, e cavalli nell’assedio di Gingì: il terzo Campo era composto di sette mila cavalli, e dieci mila fanti: il quarto, di dodici mila cavalli, lo comandava in Pernalà il figlio d’Azam scià nipote del Re; e’l resto era distribuito per le frontiere, e guernigioni.