Guida della Val di Bisenzio/Parte prima/Topografia

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Topografia

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Parte prima - Cenni storici Parte prima - Idrografia

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Topografia. — La Val di Bisenzio, piccola per estensione, ma importante per l’industria agricola e manifatturiera, appartiene al Valdarno fiorentino inferiore sulla destra dell’Arno. Sbocca nella vallata dell’Ombrone pistoiese ad un chilometro e mezzo circa a nord della città di Prato, ad eguale distanza da Firenze e da Pistoia.

È posta fra 43° 51' e 44° 5' 28'' di latitudine nord, cioè dalle estreme pendici di Pizzidimonte alla sommità del M. della Scoperta; e fra 1° 16' e 1° 25' 3'' di longitudine ovest del meridiano di Roma, cioè dai fianchi più verso oriente della Calvana al monte sopra la Cascina di Spedaletto, nel cui dorso settentrionale nascono le due Limentre.

Il suo territorio è diviso in quattro comuni; quello di Vernio a settentrione, di Cantagallo a ponente, di Prato a mezzogiorno, di Barberino del Mugello a levante.

La valle è chiusa a settentrione dall’Appennino, che in bellissima curva si stende per un tratto di 20 chil. circa, dal monte sopra la Cascina di Spedaletto sino alle vette del M. di Mezzana, a levante dal valico di Montepiano, ed ha un’altezza media di 900 metri circa, raggiungendo però la sua massima altitudine nel M. della Scoperta 1300 m. circa sopra il livello del mare.

Dalla estremità meridionale di questo semicerchio appenninico si stacca, nel luogo detto gli Acquiputoli, presso Spedaletto, un bel contrafforte di monti in direzione da ponente a levante, si abbassa alle Cavallaie, si rialza in Javello sino a 984 metri e poi degradando ripidamente alla pianura si divide in tre rami o speroni. [p. 7 modifica]

Il primo è quello di M. Lopi che va a finire col Monteferrato nei Galceti, il secondo detto dell’Altociglio, o meglio delle Coste, si appiana nei collicelli di Pacciana e delle Lastre presso Coiano; il terzo verso nord per Migliana, M. Castiglioni e S. Poto corre parallelo alla catena dell’Appennino per circa dieci chilometri, e quasi si ricongiungerebbe con esso, se le acque del Bisenzio non gli fossero d’impedimento presso Mercatale di Vernio.

Dall’estremità opposta di questo semicerchio e cioè dai fianchi di Collobasso, a nord-est del M. di Mezzana, si parte l’altro contrafforte detto della Calvana, che cinge la valle a levante per un tratto di 25 chil. circa e va da nord a sud, e sud-est con una altezza media di 750 m. raggiungendo la sua massima altitudine, 916 m., nel M. Maggiore; deprimendosi al valico di Valibona si rialza al Canto a’ grilli e per le praterie della Retaia e i masseti di Poggio Secco discende a grado a grado sino alle acque della Marina, di contro alle pittoresche colline di Calenzano e di S. Donato1.

Da queste montagne, che segnano i confini della Val di Bisenzio, si partono altri monticelli che in tutte le direzioni scendono al fiume disegnando l’idrografia della Valle.

Note

  1. Lo Zuccagni Orlandini nella sua Corografia d’Italia e il capitano Fogliani, dotto geografo, nella sua egregia opera di Geografia fisica e politica ad uso delle Scuole Militari, pag. 224. Ediz. 4a 1876, parlando di questo contrafforte della Calvana dicono che si stacca dall’Appennino al Monte Stale ad occidente del Colle della Futa; ma la Calvana non dallo Stale si diparte, ma da Collobasso tra il M. Citerna e il M. di Mezzana, 3 Chil. est di Montepiano e 6 chil. e mezzo a ponente dello Stale.