Guida di Castiglione dei Pepoli/I

Da Wikisource.
I — Il Comune di Castiglione dei Pepoli

../Orario ../II IncludiIntestazione 17 gennaio 2020 75% Da definire

Orario II

[p. 9 modifica]

I.

Il Comune di Castiglione dei Pepoli

L’antica rocca di Castiglione, già bello e forte arnese di guerra e che si chiama «dei Pepoli» perchè fino a tempi non remoti appartenne a quella celebre famiglia Bolognese, dette il nome a questo montano Comune1.

La maggior parte del suo territorio è chiusa in una specie di grande triangolo: uno strano ventaglio. I lati, secondo le linee principali, sono costituiti: ad Ovest dal Brasimone; ad Est dal Gambellato, torrenti che danno le loro acque al Sètta, serpeggiante, quasi nel mezzo del territorio; la sua base è formata dallo spartiacque appenninico, che dalla Faggeta di Bargi, dal Giogo di S. Giuseppe, si estende fino al colle di Tavianella. Tale base si addossa, mediante lo spartiacque; per la parte principale al Comune di Vernio, a quello di Barberino di Mugello — tutti e due della Prov. di Firenze, — e in piccolissimo tratto a quello di Camugnano — Prov. di Bologna. [p. 10 modifica]

Castiglione appartiene, per intiero, alla regione Emiliana, perchè tutto posto sul versante Adriatico, diviso quindi, nettamente dalla Toscana. È in Prov. di Bologna, Circondario del Vergato; ha mandamento proprio ed omonimo. La sua superficie è di Ea. 6002, tenuta a selve, o a pascoli, o a cereali, in piccolissima parte a viti2. Trovasi nella parte più meridionale dell’Emilia, sul principiare dell’Italia peninsulare.

È posto tra il 44°, 06° e il 44°, 14° di latitudine, e il 1°, 11°, e il 1°, 19° di longitudine occidentale, cominciando dal Meridiano di Roma3.

Confina a Levante, con Firenzuola e Piano del Voglio; a Mezzogiorno con Vernio e Barberino di Mugello; a Ponente, con Vernio, Camugnano; a Settentrione, con Grizzana (già Tavernola Reno), e con Camugnano.

La sua popolazione, nelle statistiche del 1815, viene assegnata in 2500 abitanti4; nel 1862 in 3820; all’ultimo Decembre 1881 in 4767. (79 abit. per Kmq.), e, secondo il censimento del 9 Febbraio 1901, viene stabilita in abit. 6596 (109 e più per Kmq.).

Le frazioni in cui il Comune si divide sono due.

La prima si compone delle parrocchie di Castiglione, Sparvo, Crèda e Lagàro con una popolazione di abit. [p. 11 modifica]4496: la seconda, della parrocchia di Baragazza con una popolazione di abit. 2030.

Sul censimento del 1881, abbiamo in quello ultimamente fatto, un aumento di 1829 persone.

Ecco la statistica delle parrocchie formanti il Comune, colla relativa situazione demografica.

Castiglione con Rasòro (sussidiaria) abit. 2530
Baragazza » 2030
Lagàro » 784
Crèda » 702
Sparvo » 480

Totale 6526 5

Al rapido accrescersi della popolazione, il che del resto, è proprio a tutta l’Italia, hanno concorso varie cause, ma non ultima è stata l’apertura della strada interprovinciale, e l’esser divenuto il castello e villaggio di Castiglione una stazione estiva apprezzatissima, per l’aria ricca d’ozono, per le belle passeggiate, per i panorami stupendi, per la fresca e costante temperatura, per lo stabilimento idroterapico, uno dei primi d’Italia.

Vi sono scuola maschile e femminile inferiori nel capoluogo, più una scuola superiore, ivi stesso. Non si è mancato di provvedere convenientemente, [p. 12 modifica]riguardo all’istruzione primaria, anche alle altre frazioni6. Vi sono, naturalmente, Medico e Chimico-farmacista, Ostetrica, servizio postale e telegrafico. In questi ultimi tempi nel 1897, fu istituito un asilo infantile, l’asilo Margherita, diretto dalle Oblate Elisabettine di Padova, per cura dell’Arciprete Domenico Machiavelli e di generosi paesani. Il nome della buona, vedovata Regina porti fortuna e prosperità a quella utilissima istituzione!

Il paese è ricco di acque; è ricco di annose foreste, è nido amico a numerosissimi volatili, tanto benefici all’agricoltura, all’igiene, tanto lieto ornamento e vita delle solitarie campagne e tanto ingiustamente perseguitati; è asilo prediletto a non poca e ricercata selvaggina.

E i volatili e la selvaggina forniscono manicaretti squisiti ai paesani ed agli ospiti.

La posizione di questi luoghi sul versante Adriatico, a rovescio dell’Appennino Toscano, è una delle precipue cagioni, unitamente all’altitudine della fresca temperatura, che vi si riscontra. I venti caldi affricani ed i malfidi sciroccali trovano un saldo intoppo nelle masse appenniniche, nè bastano a vincere quelle ardue vette.

Il paese, poi, di Castiglione, posto a cavaliere, su un altipiano dovuto, forse, ad uno scoscendimento del [p. 13 modifica]M. Gatta, tra il Brasimone ed il Sètta, risente delle correnti, che dalle Alpi, traversando la pianura eridanica, s’avvicendano con quelle degli Appennini. Sembra, in estate, e, specialmente, sulla sera, d’essere sulle rive del mare e di goderne le brezze refrigeranti. Ma, qui, siamo immuni dal calore soverchio, che, anche sulle spiaggie marine, talora divien soffocante, nel corso del giorno.

Oltre a ciò, qui, la nebbia, la terribile nebbia montana, che, in alcuni luoghi, pur bellissimi è tanto tediosa, può dirsi, non si conosca7. I venti, per i canali che lor natura assegnò, del Sètta, del Brasimone, del Gambellato servono a sgombrarla.

Il terreno, per quanto permette la sua positura, è assai propizio alle piante di alto fusto, cedue e fruttifere: vi giganteggiano gli abeti, i faggi, i castagni — che forniscono la maggior derrata in questi luoghi — le querci, i ciliegi, i meli, i peri, i prugni. Oh, quanto vantaggio ritrarrebbero i nostri buoni montanari, ove intendessero l’acume del loro intelletto, oltrechè alla cultura delle piante cedue, anche a quella delle fruttifere! Gli stranieri, la Svizzera specialmente, ci danno, in quanto a questo, come intorno a moltissime altre cose, esempi degni di essere imitati.

Anche in pascoli e cereali è assai abbondante il [p. 14 modifica]paese; l’agricoltura e la pastorizia sono tenute in onore: la terra non è ingrata a chi la cosparge dei propri sudori. Vi si trovano inoltre molte erbe aromatiche e medicinali. Numeroso e ben tenuto è il bestiame, specialmente in alcune parti del Comune, dove le pasture son più ricche di erbe saporose e care agli armenti, adorne di fiori vaghi e profumati, bagnate da perenni ruscelli.

   Ivi.... «Pale amica
» Latte ne preme a larga mano, e tònde
» Candidi vèlli e per li prati pasce
» Mille al palato uman vittime sacre8.

La rigidezza del clima, la esposizione dei terreni, la natura del suolo, non son troppo favorevoli alla viticultura. Bacco ama i colli ed i sassi: i grappoli maturano al caldo bacio del sole. Pur non ostante, si vede nei luoghi meglio esposti e di minore altitudine, un qualche vigneto.

L’olivo, poi, non v’alligna, in nessun modo. Minerva scelse a sede sua, Elèa, sulle spiaggie cui carezza l’Egeo.

Note

  1. Guida dell’Appennino Bolognese, edita a cura del Club Alpino. Bologna, Tipografia Fava e Grognani 1882.
  2. Prof. Amati Amato. Corografia it. Torino, Tip. Pomba.
  3. Il Campanile è alla latitudine 44°, 081, 302 e alla longitudine 1,° 17,1 402. (Studii dell’Ing. Ranieri Comandoli).
  4. Enciclopedia popolare illustrata. Roma. Eduardo Perino 1887.
  5. La popolazione totale dell’Emilia, ai 9 Febbraio 1901, fa accertata in abit. 2,451,752 con un aumento sul censimento eseguito nel 1881, di abit. 268,361, e una conseguente percentuale di abit. 6,4. La popolazione totale del Regno ammonta a 32,440,754 di persone.
  6. Negli Archivi della Parrocchia — si trovano documenti attestanti, come, già nel 1600, il Comune corrispondeva una piccola somma al Cappellano, perchè impartisse l’insegnamento ai fanciulli.
  7. Ricordati, lettor, se mai nell’Alpe
         Ti colse nebbia, per la qual vedessi
         Non altrimenti, che per pelle, talpe.
                        DantePurgatorio XVII.

  8. Parini Giuseppe, Il Mezzogiorno, Versi.