Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/LXXXIII - In questo seno di Pozzuolo e Cume

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LXXXIII - In questo seno di Pozzuolo e Cume

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LXXXIII - In questo seno di Pozzuolo e Cume
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LXXXIII.

A Napoli e dintorni. La fama è effimera se non raccomandata al canto dei poeti; concetto espresso più volte.


In questo seno di Pozzuolo e Cume,
     E dove Baie fur così nomate,
     Quant’alme, quante stanze già son state,
     4Ch’ebber di fama glorioso lume!
Il tempo fa che ’l tutto si consume,
     Le vite e ancor le cose inanimate;
     Resta la fama e bene spesse fiate
     8Chi non l’aìta ha di morir costume.
Che val teatri far, alzar colossi,
     Forar i monti e porre al mar il freno,
     11E soggiogar paesi e spander l’oro?

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In breve tempo il tutto verrà meno,
     Se li purgati ingegni non son mossi
     14A dargli vita con gli scritti loro.

Note

Vv. 1-2. Pozzuolo, Cume, Baie, Pozzuoli, Cuma, Baia, superbe località dei dintorni di Napoli; la Bajæ dei Latini era particolarmente nota per le sue ville aristocratiche.

V. 8. Chi non l’aìta, se non c’è chi l’aiuti la fama suole, ha costume, scomparire, Cfr. Petrarca nei Trionfi, quello della Fama e quello del Tempo.

V. 9. Che val, ecc.; tutta la terzina è notevole per enumerazione vivace di grandi imprese di costruzioni di colossali edifici, trafori di monti, dighe, conquiste e prodigalità fastose.

V. 13. Purgati ingegni, eletti, puri per inspirazione e per stile.

V. 14. Dargli si riferisce a il tutto. Questo concetto, in cui più volte c’imbattiamo, è dal Petrarca così espresso per bocca d’Alessandro sulla tomba d’Achille: «O fortunato, che sì chiara tromba | Trovasti e chi di te sì alto scrisse!», Canz., CLXXXVII, vv. 3-4.