Il Libro dei Re - Volume I/Introduzione/VI

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Introduzione - VI. - Lode del Profeta e de' suoi Compagni

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Introduzione - VI. - Lode del Profeta e de' suoi Compagni
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VI. Lode del Profeta e dei suoi Compagni.

(Ed. Calc. p. 5-6).


     Se tu non vuoi che sia dolente il core,
Se tu non vuoi che sempre t’accompagni
270Tristo affanno quaggiù, se aver tu vuoi
Libero scampo da ogni danno o pena
Sfuggendo al laccio della ria sventura,
Se brami in questa vita e in quella ancora
Libero uscir da ogni dolor, di merti
275Ricco volarne al tuo Signor nel cielo,
Del Profeta conforme alla sentenza
Cerca tua via, monda il tuo cor da tutte
Macchie terrene in quell’onda vivace.
Fede nel ciel con sapïenza e amore
280È vera salvazion, via di salute,
Qual dêi cercar. Che disse mai quel santo
Rivelator delle dottrine ascose,
Ch’ebbe al divieto ed al comando in terra
Dal cielo potestà? Disse che il sole,
285Tolto il Profeta, non splendea su capo
Migliore d’Abu-bèkr. Indi la santa
Legge d’Isiàm bandìa per l’ampia terra

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Omàr possente, e l’ampia terra tutta
Adornò qual giardino in primavera.
290A questi due dietro tenea quel santo
Osmano eletto, anima casta e pura,
Infiammata di fè. Quarto fu in quella
Nobile schiera Alì, di vaga e intatta
Vergine sposo, ei che toccò sì bella
295E vera lode dal Profeta: «Io sono,
Egli dicea, del fior d’ogni scïenza
Qual munita città; porta sublime
È per entrarvi, Alì!». — Vera fu questa
Del Profeta sentenza, e testimonio
300Ben io farò che in essa era velato
Ogni secreto del suo cor. Diresti
Che negli orecchi ancor di quelle sante
E sublimi parole il suono io senta!
     Fermo e costante nel precetto suo,
305Figlio mio, ti mantieni, e, poi che il suo
Detto e il suo cenno non recâr mai danno,
D’essi non ti partir. Così dicea
D’Alì l’anima santa, e così ognuno
Dicea di quanti a la novella fede
310Con diverso operar dier forza e vita.
Sole è il Profeta, li Compagni suoi
Son la candida luna; e questo a quello,
Per socievole patto, è dritta guida.
     Il saggio agli occhi suoi qual tempestoso
315Mar raffigura il mondo. Alto sollevansi
In esso l’onde allo spirar dei venti
Impetüosi, e in mezzo all’onde vogano
Settanta navicelle. All’aer spiegate
Son lor candide vele, e una è soltanto,
320Più spazïosa, come sposa adorna
Qual è di fiero augel viva pupilla.
Profeta Mohammèd su quella nave
Viaggiando sen va; sono al suo fianco

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Alì fedel, gli altri Compagni e tutta
325Del Profeta di Dio l’ampia famiglia.
Il saggio allor, che il tempestoso mare
Scorge dal loco suo lontano e spiaggia
Non vede intorno e di quell’acque invano
Fondo ricerca, ben s’accorge e vede
330Che l’onde sue leverà il mar, che niuno
Uscirà da’ suoi gorghi. Il saggio in core
Tutto ripensa e dice: Oh! se sommerso
Col Profeta di Dio, col suo Compagno,
Andrò nell’acque del profondo mare,
335Due fidi amici avrò in quell’ora almeno!
Certo è che aita e valido sostegno
Mi fia colui che ha trono e regal serto
E vessillo in sua man. L’acque de’ fiumi
A lui son care, e il generoso vino
340Ei concesse a goder con l’aureo miele,
Egli è fontana limpida e perenne
Di dolcissimo latte, e umor di fonti.
     Or, se alla vita de’ beati spirti
Gli occhi tuoi son rivolti, un loco eletto
345Prendi e t’acquista del Profeta accanto,
Accanto al suo Compagno. E se da questo
Consiglio mio ti verrà danno, tutta
Cada su me la colpa. Io bene affermo
Esser cotesta la segnata via,
350Questa, mia legge. Che se il cor protervo
Ratto inclina al peccar, soltanto il core
È in questa terra il tuo nemico. Al santo
Compagno del Profeta alcun nemico
Non havvi al mondo, e se pur v’ha, costui
355L’antico padre suo mai non conobbe.
Laggiù, nel fuoco eterno, Iddio l’abbruci!
     Ma tu non estimar cosa leggiera
Questa vita mortal. Non dilungarti
Da chi segnava in terra orme preclare,

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360Che ad opre egregie por tu dêi principio
Or che discendi alla terrena pugna
Con gente di gran nome. Ecco! se approda
A nobil fine opra leggiadra e onesta,
Onesto oprar ti scegli e d’opre vili
365Alta vergogna accogli in cor. — Ma lungi
Errando va la mia parola, e nullo
Vegg’io confine al nobile argomento.