Il Re Torrismondo/Atto quinto/Scena terza

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SCENA TERZA

ROSMONDA

Ancor mi vivo di mio stato incerta:
Ancor pavento, e spero, e bramo, e taccio,
E del parlar mi pento, e dell’ardire,
E poi del mio pentire io mi ripento.
Quel che sarà, non so; chè non governa
Queste cose mortali il voler nostro,
Ma ’l voler di colui, che tutto regge.
Però questo solenne, e lieto giorno
Visiterò devota i saeri altari,
Ed offrirò queste ghirlande al tempio
Di vergini viole, e d’altri fiori,

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Persi, gialli, purpurei, azzurri, e bianchi,
Ch’in sull’aurora io colsi, e poi contesti
Gli ho di mia mano. Or degni il Re del Cielo
Gradir la mia devota, e pura mente,
Ed al Settentrion gli occhi rivolga
Pietosamente, e con benigno sguardo.