Il Tesoro (Latini)/Libro V/Capitolo XIII

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Capitolo XIII. Degli smerli

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XIII. Degli smerli
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Capitolo XIII.


Delli smerli1.


Smerli sono di tre maniere. l’uno che ha la schiena nera, e l’altro che ha grigia, e son piccoli e sottili uccellatori2. L’altro è grande e somiglia al falcone laniere bianco, ed è migliore di tutti gli altri smerli, e più tosto si concia. Ma egli addiviene loro una malizia3, che si mangiano tutti piedi, se l’uomo non li ritiene dell’uccel[p. 161 modifica]lare4 al tempo della sementa del lino e del miglio5.

Qui lascia il conto il parlare degli uccelli di caccia6, e vuol seguire la natura e la maniera degli altri animali7, cioè d’ altri uccelli che non son da caccia.

  1. De tous esmerillons.
  2. Il t: petis et fort roberes. Corretto: uccelletti in uccellatori col ms. Ambr. e Vis. Sono uccelli da caccia, e perciò uccellatori.
  3. Il t: maladie. Il Volgarizzatore usa di sovente, malizia per malattia, come tutti gli altri trecentisti.
  4. Il t: se on ne fait demorer
  5. Il t segue: que li arteil n’apparissent par dehors.
  6. Il t aggiunge: et comment om les doit norrir, et enoseler, et enseigner à prendre proie as chans et as rivieres, et comment on les doit curer quant il ont aucune maladie; car ce n’apartient pas à ce livre. Questa è la ragione dell’ommissione di Bono e del ms. Vis. al capitolo X del lungo brano che tratta delle malattie degli astori. Nel Tesoro voleva dedicare un capitolo speciale alla trattazione di questa materia: ovvero per essa il maestro mandava il discepolo, o lettore, ed altri libri, che non mancano fra i testi di lingua.
  7. Cioè d’altri uccelli che non sono da caccia, manca al t, ed al ms. Vis.