Il Tesoro (Latini)/Libro V/Capitolo XXXII

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Capitolo XXXII. Del pappagallo

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XXXII. Del pappagallo
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Capitolo XXXII.


Del pappagallo.


Pappagallo è una generazione d’uccelli verde1, e hanno il becco torto a modo di sparviere, e hanno maggior lingua e la più grossa che nessuno altro uccello, secondo la sua grandezza2, perchè egli dice parole articolate, sì come l’uomo, se gli è insegnato l’anno ch’egli nasce, perchè dal primo anno innanzi sono sì duri e sì ingrossati3, che non imprendono cosa che sia loro insegnata4, e sì ’l debbe l’uomo castigare con una piccola verghetta di ferro. E dicono quelli d’In[p. 195 modifica]dia, che non nasce5 in nessuna parte se non in India; e di sua natura salutano secondo il linguaggio di quella terra. E quelli che hanno cinque dita sono più nobili; e quelli che hanno tre sono di vile lignaggio. E tutta sua forza hanno nel becco e nel capo. E tutti i colpi e cadute ricevono nel capo, s’elli non li possono ischifare.

  1. E hanno il becco torto a modo di sparviere, che è pure nel ms. Vis. manca al t, che ha invece: ses bés, et si pies sont rouges comme sanc.
  2. Secondo la sua grandezza, che è pure nel ms. Vis. manca al t.
  3. Il t: dours et oblious.
  4. Il t: que om li moustre.
  5. Corretto, non ha, in non nasce, col t: ne naist. Il ms. Vis. che non da.