Il buon cuore - Anno V, n. 19 - 5 maggio 1906/Beneficenza

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Beneficenza

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Il buon cuore - Anno V, n. 19 - 5 maggio 1906 Religione

[p. 145 modifica]Beneficenza


IL RE E LA REGINA

all'Istituto dei Ciechi.


L’Istituto dei Ciechi di Milano ha segnato un’altra bella pagina nella sua storia. Il giorno 1.° Maggio 1906 Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III e Sua Maestà la Regina Elena onoravano di loro visita l’Istituto. Dietro preavviso, giunsero all’Istituto alle ore 15.30, in carrozze separate. Il gran piazzale dinnanzi all’Istituto e tutta la via Vivaio, riboccavano di gente accorsa a fare omaggio alle loro Maestà. Una pioggia di fiori cadde nelle loro carrozze all’ingresso dell’Istituto.

Scese prima Sua Maestà la Regina, accompagnata dalla Dama di Corte Duchessa Visconti di Modrone Groppallo. Il Re era accompagnato dal Generale Brusati e da tre altri graduati militari. Un’altra carrozza seguiva con altri personaggi di accompagnamento.

Erano a ricevere i Sovrani nell’atrio dell’Istituto i membri del Consiglio ing. Spasciani Antonio, avv. Lino Barbetta; il Rettore Comm. Luigi Vitali, il Cav. Ghisi Vespasiano, Economo Cassiere, il sig. rag. Ferdinando Brugnatelli, il Cav. Dott. Lorenzo Brera, il gruppo dei Professori e Maestri dell’Istituto, fra i quali il vecchio maestro cieco in riposo Boselli Enrico, colla medaglia di Cavaliere della Corona d’Italia, conferitagli in benemerenza de’ suoi cinquant’anni di insegnamento e per le sue generose elargizioni in favore dell’Istituto.

Gli Allievi, già schierati sul palco del Salone, all’entrata dei Sovrani, suonarono la Marcia Reale: quando i Sovrani entrarono nel Salone, un vivo applauso scoppiò da tutto il pubblico scelto e numeroso accorso, che, mescolandosi colle note della marcia, insieme sembravano un inno solo, di grandioso, commovente effetto.

Il Rettore, chiesto il permesso alle loro Maestà, leggeva il seguente discorso:

          Sire, Graziosissima Regina,

Augusto erede e rappresentante di Casa Savoja, venendo in questo Istituto che ospita i figli privi della luce, voi continuate le splendide tradizioni della vostra Casa. La corona che cinge il capo dei rigeneratori del nostro paese, del Padre della Patria, vostro avo, dei vostri genitori, fra le gemme più fulgide porta quelle dell’affettuosa pietà verso i Ciechi.

Firenze, nel 1860, aveva raccolto la somma di 42 mila lire per offrire a Vittorio Emanuele II una corona d’oro. Sapendo che in quella città era in progetto la fondazione di un Istituto di Ciechi, Vittorio Emanuele disse: «si usi quella somma a tale scopo: l’erezione dell’Istituto dei Ciechi sarà per me la più bella corona d’oro.»

Voi nasceste a Napoli, o Sire: i fiori sulla vostra culla si intrecciarono col ricordo dei Ciechi: in quella circostanza l’Istituto Martuscelli pei Ciechi ottenne di potersi fregiare del vostro nome, che ancor conserva: Istituto Principe di Napoli. A Sua Altezza il Principe Amedeo di Savoia è intitolato l’Istituto dei Ciechi sorto nella antica capitale del regno, a Torino; e la Società nazionale di patronato che ha sede in Firenze in aiuto di tutti i Ciechi d’Italia, qual nome porta? Società Regina Margherita.

E questo Istituto di Milano, che assiste, in diverse forme, 230 Ciechi, quanti segni di speciale benevolenza nella sua storia gloriosa può contare da parte di Casa Savoja! Era il giorno solenne della inaugurazione di questa splendida sede, nel Novembre 1892: a far quel giorno più solenne erano qui auspici e presenti i vostri genitori, o Sire, il Re Umberto e la Regina Margherita: un marmo nell’atrio dell’Istituto ne perpetua il ricordo. Nelle nozze d’argento celebrate poco dopo, le Dame milanesi raccolsero L. 12,000 per offrire un dono alla Regina. Margherita rispose: «nè il re nè io in questa circostanza accettiamo doni; si devolva la somma in opere di beneficenza.» — Indichi Vostra Maestà — chiesero le dame — quali o quale opera preferisca. — Margherita rispose: «a un’opera sola, l’Istituto dei Ciechi.» [p. 146 modifica]Un’altra istituzione venne l’anno scorso iniziata, una istituzione il cui ricordo tornerà specialmente gradito al vostro cuore di madre, Augusta Regina: l’Asilo Infantile dei Ciechi. Sapendo che la Regina Madre lo prese sotto il suo patronato, vorrei quasi dire che quel patronato, in parte, è preso anche da Vostra Maestà.

          Sire, graziosa Regina!

I distinti segni di predilezione da parte di Casa Savoja verso i Ciechi, hanno creato e conservano nel cuore dei Ciechi un senso di vivissima, imperitura riconoscenza. Questa riconoscenza che da un capo all’altro d’Italia, e in modo particolare dal nostro Istituto, si eleva verso la illustre Vostra casa, per la presente onorifica visita, che è una continuazione ed una novella prova dell’attenzione e dell’affetto di Casa Savoja verso i Ciechi, in ringraziamento, in ricordo, in omaggio, io la raccolgo e reverente la depongo dinnanzi a Voi.

Gli Allievi eseguirono in seguito un Intermezzo per Archi di Bolzoni, con molto sentimento e precisione.

Una bambina si fece poi innanzi sul palco, per presentare il dono dell’Istituto a Sua Maestà la Regina, recitando le seguenti strofe, composte dalla maestra Cieca Motta Maria.

           Dove l’augusto nome Tuo risuona
     Ha un eco di sorriso e di bontà;
     Il fior più vago della Tua corona,
     La più splendida gemma è la pietà.
          Oh noi, noi pure un riverente omaggio,
     Dolce Regina, Ti vogliamo offrir.
     Fra queste mura un ineffabil raggio
     D’esultanza diffonde il Tuo venir.
          È pur meschino il don che Ti presento;
     Ma al Tuo core di madre, al Tuo bel cor,
     Avrà d’amore un delicato accento,
     Poiché di nostra mano è umil lavor.

Il dono assai geniale consisteva in una fotografia dei tre bambini Reali, in cornice di raso verde chiaro, coperta da un merletto di Cantù, lavoro finissimo delle Allieve Cieche. Il dono sorprese gradevolmente e commosse la Regina.

Indi le Allieve Cieche eseguirono, sotto la direzione del Maestro Gallotti, il Coro a tre voci — L’Oceano — di Lecour, con molto affiatamento e sentimento.

Finito il Coro, accolto con applausi, comparve sul palco la schiera dei piccoli bambini Ciechi dell’Asilo Infantile. Erano presenti, nelle prime file del pubblico, le Capi gruppo del Comitato promotore dell’Asilo, colla Presidente Marchesa Maria Trotti Barbiano di Belgiojoso, colla Segretaria Signorina Matelda Cajrati.

Una bambina si fece innanzi, e recitò, con espressione invidiabile, le seguenti strofette, composte dal Rettore dell’Istituto:

           Sappiam che nella Reggia
     Folleggian tre bambini:
     Qui pur ti è dato scorgere
     Un gruppo di piccini.
         Lieta colà tu prodighi
     Il bacio dell’amore:
     Ahi, qui col bacio mèscesi
     La stilla del dolore.

         Sgombra l’angoscia, o tenera!
     Viva alla mente brilla
     La luce, il core ha palpiti,
     Se spenta è la pupilla.
         Di tutte gioje vedova
     Non creder la sventura:
     La carità sa vincere
     I danni di natura.
         Di Dame una benefica
     Schiera qui vedi unita,
     Che a proprio duce mormora
     Un nome — Margherita.
         Elena!... Di tua visita
     Aggiungi al sommo onore....
     Un po’ con noi dividere
     De’ bimbi tuoi l’amore!

La Regina non potè trattenere le lagrime, e abbracciò e baciò più volte la piccola bambina. Fu un momento di commozione generale.

Dopo, con tutto il seguito, il Re e la Regina fecero un giro nell’Istituto a pian terreno visitando le Scuole delle classi elementari, le sale di lavoro, e il Laboratorio Zirotti. Nella sala di classe IV assistettero ad alcuni esperimenti di lettura e scrittura, secondo i metodi speciali dei Ciechi.

Saliti poi a primo piano, nella Sala del Consiglio, apposero la loro firma ad una elegante pergamena, preparata per ricordare l’augusta loro visita all’Istituto. Circostanza interessante: la penna adoperata era la stessa che fu adoperata nel 1892 dal Re Umberto e dalla Regina Margherita quando presenziarono la solenne inaugurazione dell’Istituto.

Ecco le parole della pergamena:

In ricordo
dell’augusta visita fatta
all’Istituto dei Ciechi di Milano
il 1 Maggio 1906
le L.L. M.M.
i Reali d’Italia
qui segnarono il loro nome



VITTORIO EMANUELE
ELENA.

Visibilmente soddisfatti e commossi, i Sovrani, dopo più di tre quarti d’ora di dimora, lasciarono l’Istituto salutati sul grande piazzale e lungo tutta la via Vivajo, da una folla immensa di popolo, che si era andata radunando, e che vivamente acclamò i Reali, che, come nella venuta, partirono in due carrozze distinte, colle persone di loro accompagnamento.

Per l’Asilo Convitto Infantile dei Ciechi


OBLAZIONI.

Somma retro|||
L. 80688 98
Cav. Ettore Boselli |||
  5—
Signora Adele Strambio de Castillia |||
  10—


Totale L. 80703 98