Il buon cuore - Anno X, n. 20 - 13 maggio 1911/Beneficenza

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Il buon cuore - Anno X, n. 20 - 13 maggio 1911 Religione

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LA FESTA DELLE OVA

SE PIOVE....


Sabato, 6 corrente, in una sala dell’Istituto dei Ciechi, si radunò il Comitato promotore dell’asilo infantile dei Ciechi, per discutere sul da farsi per la festa delle ova, rimandata al 14 maggio.

Si era sotto l’impressione della sconfitta del 30 aprile: le recriminazioni oramai erano inutili, e si pensò al modo di prendere la rivincita pel 14 maggio.

Il grande spauracchio era: e se piove? Alcuno avanzò l’idea: se piove rimandiamo la festa all’anno venturo. Ma prevalse il parere contrario: giacchè siamo in ballo, balliamo. Speriamo che il giorno 14 sia bello, e se sarà bello, l’aspettativa di quindici giorni, acuendo il desiderio della festa, ne raddoppierà la foga e il trionfo: la gloria sarà maggiore dopo il periglio.

E se piove? E se piove facciamo in modo che la ricerca delle ova si faccia egualmente: non si può farla al di fuori, in giardino, facciamola al di dentro, nelle corti. Proposto il progetto non si pensò che ad attuarlo, nel miglior modo possibile.

Nelle due corti, sotto i portici, lungo il muro, che misura più di trenta metri, vi sarà una cassetta, lunga lunga, stretta stretta, con della raschiatura di legno: in questa raschiatura saranno deposte le ova, e i bambini tuffandovi le mani le troveranno. La cassetta sarà divisa in otto riparti, che corrisponderanno agli otto campi, colla distinzione dei loro colori, e ciascun riparto avrà il suo gruppo di Signore e Signorine.

Come si formeranno le volate? Nell’atrio, appena entrati, i venuti si avviano verso il corridoio a mano destra. Si distribuiscono i distintivi del primo colore, e coi loro distintivi i bambini, accompagnati dai loro genitori e parenti, entrano sotto il portico della corte a mano destra, e facendo il giro vanno nella corte a sinistra e si mettono dinnanzi all'ultimo riparto della cassetta: il secondo gruppo, collo stesso movimento, entra, gira e va dinnanzi al penultimo riparto, e così di seguito, finchè tutti gli otto riparti hanno dinnanzi il loro gruppo.

A questo punto si dà il segnale col campanello e i bambini si mettono alla ricerca delle ova.

Finita in otto o dieci minuti la ricerca, un altro colpo di campanello fa ritirare i bambini, e ricomincia allo stesso modo la seconda volata.

E dove vanno intanto i bambini che hanno già raccolte le ova?

Si dividono nei locali che hanno i diversi divertimenti: nel salone pel Skating, nel corridoio dei refettori per la baracca dei burattini; in altre due sale pel gioco delle pignatte e dei testoni.

Poi c’è la buvette, poi il banco di vendita, poi il banco delle cartoline postali, poi la lotteria delle ova più belle.... Si cercherà di trovare il posto per tutti.

E la banda militare? Se non si potrà trovare un luogo conveniente, la si dispenserà dal venire.

Ecco il modo con cui si cercherà di svolgere la festa delle ova, se piove. È un ripiego, tanto per dire: la festa è fatta, e non ci si pensi d’altro.

Ma noi accarezziamo un altro pensiero, che è veramente bello, e che compenserà da solo nella sua attuazione, tutte le ansie provate, tutte le difficoltà; il pensiero è questo: Domenica il tempo sarà bello; la festa si svolgerà nel giardino, fra l’erbetta e le siepi verdi, sotto l’ombra dei grandi alberi....

Tutti saranno contenti: i bambini di aver trovato le ova, le signore di veder ben coronate le loro fatiche, i genitori di avere bene speso i loro denari, e l’Asilo Infantile più contento di tutti, perchè i danari spesi dagli altri sono danari ricevuti da lui.


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Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali poi bambini ciechi



OBLAZIONI.

Signora Maria Baroncini Tavazza, per un letto che in onore della sorella porti la scritta, Drusilla Tavazza, 10 marzo 1910, offre |||
 L. 100 —




Per la festa delle ova di Pasqua


Offerte in ova ed in oggetti.

Offelleria Cova, n. 24 ova di cioccolato, con sacchetto di cioccolatini.

DALL’ERITREA

Monsignor Camillo Carrara, con suo biglietto dall’Asmara, manifesta il desiderio che venga pubblicato nel Buon Cuore l’articolo seguente, e il soddisfare il suo desiderio è per noi a un tempo onore e piacere.


TRA ROSE E SPINE!....

Mons. Camillo Carrara, Vicario Apostolico dell’Eritrea, ebbe nel suo ingresso in Asmara consolazioni dolcissime per parte della Autorità Civile e di tutto il popolo: ma la consolazione più cara e sentita al suo cuore di Vescovo, gli fu data nei giorni della Settimana Santa, quando si vide dinanzi una fitta schiera di bambini che chiedevano per la prima volta il pane degli Angeli e quando potè conferire il battesimo a due adulti convertiti di fresco al cattolicismo. Alle 7 ant. del Giovedì Santo, il Vescovo indossati tutti i preziosi ornamenti pontificali fra una corona di Sacerdoti, dà principio alla Santa Messa accompagnata da voci argentine che si diffondono soavemente nella chiesetta adorna di fiori e avvolta da bianche nuvole d’incenso. I fanciulli sono trenta e trenta son pure le ragazze: hanno gli occhi sereni, l’ingenua soavità nel viso, le manine dolcemente incrociate sul petto, mentre il cuore ancor vergine batte concitato per l’esuberante gioia....

S’avvicina il momento di ricevere, sotto l’ombra dei pani mutati, il Corpo ed il Sangue di N. S. G. C. Il Vescovo rivolge ai teneri bimbi parole di affetto e depone su quelle labbra immacolate l’Agnello di Dio che è pegno di eterna vita.

Silenzio profondo.... lagrime di tenerezza.... visioni di Paradiso....

Io faccio qui una riflessione consolante. Poco tempo fa, queste piccole creature giacevano abbandonate o nei miseri tucul (capanne di fango e di paglia) o sulla pubblica strada, coperte di un lurido cencio, senza il sorriso della madre, prive di cibo e di istruzione. Poveri ed esili steli esposti al vento, alla pioggia ed al sole, sarebbero ben presto inariditi, o se cresciuti non avrebbero portato alcun fiore di virtù....

Oggi invece per l’opera benefica e santamente cristiana dei PP. Cappuccini e delle Suore di Sant’Anna, questi piccoli derelitti hanno trovato casa; lavoro ed educazione. Nella chiesetta monda, io li vedo biancovestiti, sorridenti, ricolmi dei carismi e penso alla grande consolazione del Vescovo che inizia il suo ministero di pace, confortato dalle preci di questi angioletti terreni....

Nell’azzurro del cielo si profila appena la bianca aurora e già le Suore ed i fanciulli dell’istituto sono tutti in moto per disporre quanto dovrà servire per le cerimonie del Sabato Santo. Grande il concorso del popolo, simpatiche e commoventi le funzioni sacre celebrate qui la prima volta dal Vescovo: ma quello che riempì il cuore di tutti ad una grande spirituale letizia, fu il battesimo solenne di due giovani ricoverati nella casa della Missione e istruiti pazientemente dalle buone Suore. Uno di questi giovani si chiama Vito ed è figlio di un ebreo egiziano stabilitosi all’Asmara. Povero ragazzo! Suo padre invaghitosi di una ricca israelita, ripudiò la moglie con la quale era vissuto per ben 25 anni e non volle più riconoscere i propri figli, sicché l’infelice Vito fu costretto di ricorrere alla pubblica beneficenza. Accolto dai Missionari, apprese tosto l’arte del falegname dando in pari tempo saggi di tanta bontà, da meritarsi la speciale benevolenza degli istitutori e dei compagni. L’altro ragazzo ha nome Johannes ed apparteneva alla setta degli eretici Cofti. Visse per alcuni anni colla madre, intento alla pastorizia: raccomandato poi ai Missionari da S. E. il Governatore, venne accolto ed istruito nella nostra Santa Religione. Il giorno del loro battesimo fu una festa di famiglia, e rimarrà scritto a caratteri d’oro negli annali dell’Apostolato Cattolico. O quanti di questi giovani cresciuti all’ombra malefica dell’eresia e sospinti per la china del vizio, diverrebbero ottimi cattolici e integerrimi cittadini se potessero trovare dolce ricovero nella casa della Missione. Anche pochi giorni fa, altri due giovani eretici venuti da lontani paesi avevano chiesto ospitalità ai padri Missionari, insistendo con gemiti e lagrime per essere ricevuti. Essi narravano col singulto alla gola che molte sevizie avevano patito e che se fossero tornati alle loro case, i parenti li avrebbero brutalmente percossi.... Come non sentirsi spezzare il cuore alla vista di quei corpi sucidi, scheletriti da un lungo digiuno e destinati ad essere bersaglio dell’umana crudeltà?... Eppure coll’anima invasa da profonda tristezza abbiamo dovuto chiudere la porta a questi due infelici (e non a questi soli....) perchè l’istituto deve provvedere ogni giorno a un centinaio di bambini e non può far fronte ai bisogni più urgenti per le strettezze finanziarie in cui si trova. Ecco le spine del povero Vescovo!....

Per questo io rivolgo in particolar modo alle signore italiane una preghiera e le esorto in nome della Religione e della Patria a ricordarsi della nostra Colonia Eritrea. Voi, o gentili lettrici, che avete innato il sentimento del bene ed il cuore sempre aperto a tutte le manifestazioni della dolcezza, fatevi madri amorose di tanti bimbi abbandonati. Circondate col profumo della carità cristiana le culle silenziose, date al povero [p. 155 modifica]Missionario una piccola parte delle vostre ricchezze e subito per l’opera vostra pietosa scompariranno da questi paesi le tenebre dell’eresia, la tristezza dell’abbandono, la piaga profonda dell’ignoranza e del vizio e la gioia più pura esulterà presso i focolari deserti....

Da voi soccorso il Missionario rivolgendo il cuore e lo sguardo ai piccoli abissini potrà dire con un gentil poeta italiano:

O bimbi, stanchi fiori di tristezza,
Sbocciati su dai poveri abituri;
Silenziosi, sconsolati, oscuri,
Poveri fiori de la giovinezza,
Cui non passò sul capo la carezza
De la madre, cui dentro gli occhi puri
Non balenò il sorriso di venturi
Giorni di pace, giorni di dolcezza,
Venite. Se la madre a voi non rese
Il suo tributo di bontà, se venne
Meno l’affetto in voi del padre, in questa
Nova gioia, su queste braccia stese
Ripiegate la vostra bella testa:
Almeno qui l’amor dura perenne.

P. Ezechia d’Iseo, Miss. Apostolico.

Dall’Asmara, 19 aprile 1911.

Offerte per l’Opera Pia Catena

(CURA DI SALSOMAGGIORE).


Signora Castiglioni Pellini Carolina |||
 L. 10 —
» Della Porta De-Vecchi Elisa |||
   » 10 ―
» Fano Emma |||
   » 10 ―
» Guerrini Pigni Ida |||
   » 10 ―
» Marietti Besana Fanny |||
   » 10 ―
» Riva Finoli nobile Maria |||
   » 10 ―
» Calvi nobile Clotilde |||
   » 10 ―
» Gnecchi Bozzotti Isabella |||
   » 10 ―
» Consonni Veratti Irene |||
   » 10 ―
» Pressi Baslini Rosa |||
   » 10 ―
» Prinetti Jacini nobile Maria |||
   » 10 ―
» Negri Negri Enrica |||
   » 10 ―
» Fontana Goggio Luisa |||
   » 10 ―
» Cicogna Jacini contessa Teresa |||
   » 10 ―
» Pesaro Leonino baronessa Elena |||
   » 10 ―
» Schoch Teresa |||
   » 10 ―
» Della Porta Bruni Amalia |||
   » 10 ―
» Sormani Della Carlina Erminia |||
   » 10 ―
» Ferrario Annoni Sofia |||
   » 10 ―
» Rebuschini Casati Virginia |||
   » 10 ―
» Colombo Segabrugo Paolina |||
   » 10 ―
» Negroni Rümele Erminia |||
   » 10 ―
» Pedroni Pavesi Giulia |||
   » 10 ―
» Della Carlina Nicolini Francesca |||
   » 10 ―
» Crivelli Nasoni Maria |||
   » 10 ―
» Cesati Lina |||
   » 10 ―
» Muggiani Radice Eugenia |||
   » 10 ―
» Rümele Cimbardi Ernestina |||
   » 10 ―
» Consonno Elena |||
   » 10 ―
» Consonno Gabriella |||
   » 10 ―
» Rolando Amelie Nicoli Cavaleri |||
   » 10 ―
» Sessa Sessa Lina |||
   » 10 ―
» Gallavresi Segabrugo Elisa |||
   » 10 ―
» Baglia Bamberghi Giulia |||
   » 10 ―
» Cairati Crivelli Mesmer donna Rita |||
   » 10 ―
» Pozzoli Maggioni Luigia |||
   » 10 ―
» Keller Roux Susanne |||
   » 10 ―
» Keller Lily |||
   » 10 ―
» Annoni Keller Madelaine |||
   » 10 ―
» Prandoni Pia |||
   » 10 ―
» Prandoni Casartelli Ida |||
   » 10 ―
» Vittadini Colombo Virginia |||
   » 10 ―
» Consonno Bizzozero Marianna |||
   » 10 ―
» Colombo Maria |||
   » 10 ―
» Martinenghi Riva Camilla |||
   » 10 ―
» Bardelli Crivelli Agostina |||
   » 10 ―
» Sessa Viscardi Giuseppina |||
   » 10 ―
» Gallavresi Carminati Alma |||
   » 10 ―
» Casnati Sofia ved. Chiappa |||
   » 100 ―
» Tettamanzi Carlotta ved. Bauer |||
   » 50 ―
» Rachele Carloni Raimondi |||
   » 25 ―
Signor Gallavresi dott. Cesare |||
   » 15 ―
«27 aprile 1911» |||
   » 50 ―
Monte di Pietà |||
   » 100 ―
Piccolo Credito Bustese |||
   » 50 ―
Cassa di Risparmio di Milano |||
   » 250 ―