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Il milione (Laterza,1912)/LXXX

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LXXX. Come il Gran Cane tiene sua corte e festa

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LXXX. Come il Gran Cane tiene sua corte e festa
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LXXX (XCV)

Come il Gran Cane tiene sua corte e festa.

E quando egli è venuto alla sua mastra villa di Cablau (Cambaluc), egli dimora nel suo mastro palagio tre dì e non piú. Egli tiene grande corte e grande tavole e gran festa, e mena grande allegrezza con [queste] sue femmine, ed èe grande maraviglia a vedere la grande solinitá che fa il gran sire in questi tre dì. E sì vi dico che in questa cittá ha tanta abondanza di masnade e di gente, tra dentro e di fuori della villa, che sappiate ch’egli ha tanti borghi quante sono le porti, cioè dodici molti grandi; e non è uomo che potesse contare lo numero della gente, ch’assai hae piú gente negli borghi che nella cittá. E in questi borghi albergano i mercanti con ogni altra gente,1 che vegniono per loro bisogna alla terra e ne’ borghi. Hae altresí belli palagi, come nella cittá. E sappiate che nella città non si sotterra niuno uomo che muoia, anzi si vanno a sotterrare di fuori dagli borghi; e s’egli adora gl’idoli, si va fuori degli borghi ad ardersi. E ancora vi dico che dentro dalla terra non osa istare2 niuna femmina di suo corpo che faccia male per danari; ma stanno tutte ne’ borghi. E si vi dico che femmine che fallano per danari ve n’hae bene ventimila; [p. 111 modifica]e si vi dico che tutte vi bisognano per la grande abondanza di mercatanti e di forestieri che vi capitano tutto die. Adunque potete vedere se in Cablau ha grand’abondanza di gente, da che male femmine v’ha cotante, com’io v’ho contato. E sappiate per vero che in Cablau vengono le piú care cose e di maggiore valuta che ’n terra del mondo; e ciò sono tutte le care cose che vengono d’India: come sono pietre preziose, perle e altre cose, che sono recate a questa villa; e ancora tutte le care cose e le belle che sono recate dal Cattai e di tutte altre Provincie. E questo è per lo signore che vi dimora, e per le donne e per gli baroni e la molta gente che vi dimora, per la corte che vi tiene lo signore; e piú mercatanzie vi si vendono e vi si comperano. E voglio che voi sappiate che ogni dí vi vengono in questa terra piú di mille carrette cariche di seta, perchè vi si lavora molti drappi ad oro ed a seta. E anche a questa cittá d’intorno intorno3 bene a dugento miglia vegnono a comperare a questa terra quello che loro bisogna; sí che non è maraviglia se tanta mercatanzia vi viene. Ora vi diviserò del fatto della moneta che si fa in questa cittá di Cablau e sì vi mostrerò come il Gran Cane puote piú spendere e piú fare ch’io non v’ho contato; e dirovvi in questo libro come.

  1. Pad. e molta zente viem a questa zita, a casion della corte del signor e delle gran mercadanzie...
  2. Pad. niuna pecatrize.
  3. Berl. sono duxento zitade, chi dapreso chi lutane, le quale vive de mercadanzie; e da questa sola s’áno tute queste cose che sono de nezesitade.