Il mostruosissimo mostro/L'autore alli cortesi lettori

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L'autore alli cortesi lettori

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Significato dei colori Del significato dei colori. Trattato primo


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L' A V T O R E

A L L I  C O R T E S I

L E T T O R I.


V O L E eſſere caro à gli amanti, qual hora ſi ritrouano lontani dalle loro amate donne; & che non ponno affiſſare lo ſguardo nello ſplendere de celeſti loro lumi, & vagheggiar le innanellate chiome. con il mezo, ò di lettera, ò di colorata diuiſa, & impreſa (poi che per altra ſtrada mal ſi può far chiaro quello, che ſi riſerba dentro il petto) paleſare l'ardentißime fuoco, & l acerbißimo dolore, che prouano per la loro abſenza. il perche, iſtimando io douere giouare altrui (non potendoſi fare coſa più ragioneuole in queſto noſtro cieco laberinto, che l'eſſere a molti cagione di molto bene) mi hò nell'animo propoſto mandare nelle mani di ciaſcuno co' l mezo della Stampa, queſto mio ſcilinguo Moſtro, dal quale inſtrutti, potranno far chiaro alle loro care, & amate donne le allegrezze, le meſtitie, i ſoſpiri, & le inſopportabili paßioni, che per il ſeguirle, & amarle patiſcono come apunto dimoſtrorono quei cauaglieri in Damaſco alle loro Dame. de i quali, ragionando il noſtro poeta Ferrareſe nel canto decimoſettimo alla ottaua 72. dice,


Pertanto douendo io ſcriuere queſte coſe, non à filoſofi, & huomini d'alto ſapere. ma à ſemplici amanti, quali volentieri leggono coſi fatte inuentioni, hò douuto ſcriuerne con purità di [p. 8 modifica]

dire, adornato ſolo quanto baſta à dilettare lore; ne meno mi è piacciuto fauellare filoſoficamente di tutti i colori, ma ſolo di quelli, che più ſi adoprano, & communemente ſi conoſcono, & così ancora dell'altre coſe, che ſi leggeranno nel 2. trattato. però ſe ſara alcuno che mi riprenda in alcuna di queſte parti (ſolo che giouinetta, ò giouine amante non ſia) io non ſcriuo à lui, ma à gli innamorati ſolo, à i quali faccio intendere, che de i colori hò pigliato i più principali, intendendo, che tutti gli altri debbano ridurſi al ſignificato di quelli, co' quali hanno più ſimiglianza, diminuendo, & accreſcendo il ſignificato ſecondo che il colore ſarà più ſicuro, ò più chiaro. A te adunque mi riuolgo, moſtro, & aborto mio, facendoti auuertito, che nō lungi ti ſcoſti dalle tue mura, & che quanto più ſia poßibile habiti, & ami i lochi occulti, acciò che ti poßi naſcondere dalle inſidie de maluagi, nelle braccia de' quali sò, ſe per tuo fiero destino, daßi di petto, ſareſti lacerato, & crudelmente morto, ne punto ti ſeria di giouamento il gridar mercè, ne il dire che amoroſa fiamma ti haueſſe ſpinto; & cacciato dal tuo luogo non coltiuato, ma crudi, & via più arrabiati, che velenoſi ſerpi, ſi ſforzarebbero precipitarti nel fiume dell'eterno oblio, quaſi indegno di vita, rimaneſſe affatto eſtinto ne haurebbero riguardo all'amore, il quale hauendoti ſpinto fuori di te, qual tu ſia, così ti mena. però di nuouo, con le più calde preghiere che io poſſo, ti eſorto, come ſe tu foßi isbandito più ſecreto, che ſia poßibile, & che ti contenti di habitare, & viuere tra le ſolitudini de ſemplici amanti, ne laſciarti commouere da i falſi allettamenti, ne dalle vanißime luſinghe de gli infidi adulatori di andare errando hor quinci, hor quindi, acciò che non te ne auenga male, & ſe pure ti incontraſſe nella copioſa turba de' detrattori, caramente ti prego, che con la tua humiltà ſopporti in patientia le loro percoſſe. Ma à che t'aſcriuo tante leggi? mandandoti fuori ſotto così celebre nome? riportati in ogni caſo alla prudenza di questa tua, & mia Signora,

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L' A U T O R E

A L L I  C O R T E S I

L E T T O R I.


V O L E essere caro à gli amanti, qual hora si ritrovano lontani dalle loro amate donne; et che non ponno affissare lo sguardo nello splendere de celesti loro lumi, et vagheggiar le innanellate chiome. con il mezo, ò di lettera, ò di colorata divisa, et impresa (poi che per altra strada mal si può far chiaro quello, che si riserba dentro il petto) palesare l'ardentissime fuoco, et l acerbissimo dolore, che provano per la loro absenza. il perche, istimando io dovere giovare altrui (non potendosi fare cosa più ragionevole in questo nostro cieco laberinto, che l'essere a molti cagione di molto bene) mi hò nell'animo proposto mandare nelle mani di ciascuno co' l mezo della Stampa, questo mio scilinguo Mostro, dal quale instrutti, potranno far chiaro alle loro care, et amate donne le allegrezze, le mestitie, i sospiri, et le insopportabili passioni, che per il seguirle, et amarle patiscono come apunto dimostrorono quei cavaglieri in Damasco alle loro Dame. de i quali, ragionando il nostro poeta Ferrarese nel canto decimosettimo alla ottava 72. dice,


Pertanto dovendo io scriuere queste cose, non à filosofi, et huomini d'alto sapere. ma à semplici amanti, quali volentieri leggono cosi fatte inventioni, hò dovuto scriverne con purità di [p. 8 modifica]

dire, adornato solo quanto basta à dilettare lore; ne meno mi è piacciuto favellare filosoficamente di tutti i colori, ma solo di quelli, che più si adoprano, et communemente si conoscono, et così ancora dell'altre cose, che si leggeranno nel 2. trattato. però se sara alcuno che mi riprenda in alcuna di queste parti (solo che giovinetta, ò giovine amante non sia) io non scrivo à lui, ma à gli innamorati solo, à i quali faccio intendere, che de i colori hò pigliato i più principali, intendendo, che tutti gli altri debbano ridursi al significato di quelli, co' quali hanno più simiglianza, diminuendo, et accrescendo il significato secondo che il colore sarà più sicuro, ò più chiaro. A te adunque mi rivolgo, mostro, et aborto mio, facendoti avvertito, che non lungi ti scosti dalle tue mura, et che quanto più sia possibile habiti, et ami i lochi occulti, acciò che ti possi nascondere dalle insidie de malvagi, nelle braccia de' quali sò, se per tuo fiero destino, dassi di petto, saresti lacerato, et crudelmente morto, ne punto ti seria di giovamento il gridar mercè, ne il dire che amorosa fiamma ti havesse spinto; et cacciato dal tuo luogo non coltivato, ma crudi, et via più arrabiati, che velenosi serpi, si sforzarebbero precipitarti nel fiume dell'eterno oblio, quasi indegno di vita, rimanesse affatto estinto ne havrebbero riguardo all'amore, il quale havendoti spinto fuori di te, qual tu sia, così ti mena. però di nuovo, con le più calde preghiere che io posso, ti esorto, come se tu fossi isbandito più secreto, che sia possibile, et che ti contenti di habitare, et vivere tra le solitudini de semplici amanti, ne lasciarti commovere da i falsi allettamenti, ne dalle vanissime lusinghe de gli infidi adulatori di andare errando hor quinci, hor quindi, acciò che non te ne avenga male, et se pure ti incontrasse nella copiosa turba de' detrattori, caramente ti prego, che con la tua humiltà sopporti in patientia le loro percosse. Ma à che t'ascrivo tante leggi? mandandoti fuori sotto così celebre nome? riportati in ogni caso alla prudenza di questa tua, et mia Signora,