Infortunio sopraggiunto
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Questo testo fa parte della raccolta V. Da 'Memorie e lagrime'
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INFORTUNIO SOPRAGGIUNTO
Ventiquattr’anni avea quella gentile,
e ne’ begli occhi e negli allegri panni
fu mia la dolce violetta umile,
nelle allegrezze mia, mia negli affanni;
ma una súbita errò fiamma sottile
sull’egro viso, e furon certi i danni.
Aimè! le zolle del fiorente aprile
rompersi e seppellir ventiquattr’anni!
Aimè! in quell’ora i guardi e le improvvise
gioie, e i dubbi e i silenzi, e la fuggita
speranza, e allor quel resoluto e forte
addio dell’alme, che un sol giorno assise
festeggiano al banchetto della vita...
e di fuori picchiar senton la morte!