Isaia (Diodati 1821)/capitolo 64

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 OH! fendessi tu pure i cieli, e scendessi, sì che i monti colassero per la tua presenza1!

2 A guisa che il fuoco divampa le cose che si fondono, e fa bollir l’acqua; per far conoscere il tuo Nome a’ tuoi nemici, onde le genti tremassero per la tua presenza!

3 Quando tu facesti le cose tremende che noi non aspettavamo, tu discendesti, e i monti colarono per la tua presenza2.

4 E giammai non si è udito, nè inteso con gli orecchi; ed occhio non ha giammai veduto altro Dio, fuor che te, che abbia fatte cotali cose a quelli che sperano in lui3.

5 Tu ti facevi incontro a chi si rallegrava, ed operava giustamente4; essi si ricorderanno di te nelle tue vie; ecco, tu ti sei gravemente adirato, avendo noi peccato; noi ci ricorderemo di te in perpetuo in quelle, e saremo salvati.

6 E noi siamo stati tutti quanti come una cosa immonda, e tutte le nostre giustizie sono state come un panno lordato5; laonde siamo tutti quanti scaduti come una foglia, e le nostre iniquità ci hanno portati via come il vento.

7 E non vi è stato alcuno che abbia invocato il tuo Nome, che si sia destato per attenersi a te; perciocchè tu hai nascosta la tua faccia da noi, e ci hai strutti per mano delle nostre proprie iniquità.

8 Ma ora, o Signore, tu sei nostro Padre6; noi siamo l’argilla, e tu sei il nostro Formatore7; e noi tutti siamo l’opera della tua mano8.

9 O Signore, non essere adirato fino all’estremo, e non ricordarti in perpetuo dell’iniquità9; ecco, riguarda, ti prego; noi tutti siamo tuo popolo.

10 Le città della tua santità son divenute un deserto; sion è divenuta un deserto, gerusalemme un luogo desolato.

11 La Casa della nostra santità, e della nostra gloria, dove già ti lodarono i nostri padri, è stata arsa col fuoco10; e tutte le cose nostre più care sono state guaste.

12 O Signore, ti ratterrai tu sopra queste cose? tacerai tu, e ci affliggerai tu infino all’estremo?