Juvenilia/Libro II/Primavera cinese

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XXXII.1

PRIMAVERA CINESE


Or sono i dí che zefiro
Tepido e lieve aleggia
E che la pioggia placida
4I novi fior careggia.

Ora un mattino in floridi
Rami le gemme afforza
Che timidette ruppero
8Da la materna scorza.

Or a gli affetti sposansi
I facili pensieri
E impazïenti volano
12In cantici leggeri,

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Come la nebbia ch’umida
Gli archi del ponte gira,
Come quest’ombra tremula
16Ad ogni aura che spira.

Oh misero a cui scemasi
De gli anni il bel tesoro
Mentre a la terra indocile
20Chiede l’inutil oro!

La neve ch’empiea rigida
Tutto pur dianzi il cielo,
E i fior che lieti salgono
24Dal fuggitivo gelo,

Son de la vita imagine
Fuggente, e in lei s’appaga
Tra i desiderii l’anima
28E le memorie vaga.

Pace! Anche tu, bellissima
Colomba vïatrice
Che lamentando mormori
32Da la natia pendice,

Se pïetosa il numero
De’ miei pensier richiedi,
Lascia il soave gemito
36Ed al tuo nido riedi.

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Pria conteransi i tumidi
Germi che il suolo or manda
E i fiori onde sí splendida
40Quest’albero ha ghirlanda.



Note

  1. [p. 283 modifica]Fatta veramente su ’l motivo d’antico poeta cinese, Kaokiti; il cui canto può vedersi tradotto nella Storia universale di Cesare Cantú (Letteratura, vol. I, p. 372: Torino, Pomba, 1841).