<dc:title> L’anima mia vilmente è sbigottita </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Cino da Pistoia</dc:creator><dc:date>XIV secolo</dc:date><dc:subject>sonetti</dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=L%27anima_mia_vilmente_%C3%A8_sbigottita&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20200402151445</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=L%27anima_mia_vilmente_%C3%A8_sbigottita&oldid=-20200402151445
L’anima mia vilmente è sbigottita Cino da PistoiaXIV secoloLe Rime di Cino da Pistoia.djvu
L’anima mia vilmente è sbigottita
Della battaglia che la sente al core.
Che, se pur s’avvicina un poco Amore
Più presto a lei che non soglia, ella more: 5Sta come quei dhe non ha più valore,
Ch’è per temenza dal mio cor partita;
E chi vedesse com’ella n’è gita,
Dirìa per certo — Questi non ha vita. —
Per gli occhi venne la battaglia pria, 10Che roppe ogni valore immantenente.
Sì che del colpo fìer strutta è la mente.
Qualunque è quel che più allegrezza sente,
S’ei vedesse il mio spirito gir via,
Sì grande è la pietà, che piangerìa.