L'invetrïata de carta

Da Wikisource.
Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:Sonetti romaneschi III.djvu sonetti caudati letteratura L'invetrïata de carta Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

Er Re e la Reggina Er nome de li Cardinali
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

[p. 220 modifica]

L'INVETRIATA DE CARTA

     Era du’ ora, e stavo ar mi’ bbanchetto
A ccuscì un tacco a una sciavatta1 fina,
Quanto... bbùn! ssento un botto a la vetrina,2
Eppoi: “Se pò appiccià3 sto moccoletto?.„

     Io do un zarto4 e cch’edè?!5 vvedo un pivetto6
Tutto-quanto impiastrato de farina,
Che sse7 sporge co’ un pezzo de fasscina
Tra li fojji8 stracciati, inzino ar petto.

     M’arzo,9 agguanto10 una forma, apro, esco fora,
Vedo una cosa bbianca, e, incecalito,11
Do una formata in testa a una siggnora.

     Lei fa uno strillo: io scappo; ma er marito
M’arriva, e mme ne dà, cristo!, c’ancora
Me sce sento er groppone indormentito.

27 marzo 1834

Note

  1. Ciabatta.
  2. Bussola della bottega.
  3. Accendere.
  4. Salto.
  5. Che è? cosè?
  6. Un fraschetta.
  7. Si.
  8. Fogli.
  9. M’alzo.
  10. Afferro.
  11. Abbacinato.