La Pieve di Dervio/Effemeridi

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La Pieve di Dervio - Effemeridi

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La Pieve di Dervio - Effemeridi
Mandamento di Bellano Comune di Dervio
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LA PIEVE DI DERVIO


Effemeridi

Dervio, Corenno-Plinio e Dorio sono posti al piede del Legnoncino, contrafforte del Monte Legnone; il primo nella pianura omonima, il secondo su un ceppo al margine del Lario, e Dorio raggruppato a non molti metri sullo stesso.

Anno 59 avanti Cristo (695 dalla fondazione di Roma). — Voglionsi fondati da una colonia di nobilissimi Greci mandati da Giulio Cesare a ripopolare le rive del Lario; i nuovi abitatori alla novella patria imposero i nomi dell’antica, quali: Delfo, Corinto, Doro, Peonia, Nasso ed altri.1

Anno 900 dopo Cristo. — In quest’epoca e per lungo tempo chiamaronsi borghi i paesi cinti da mura2; vi erano compresi Corenno, Dervio, Bellano, Varenna e Lecco; Corenno conservò il titolo di borgo sino al 1750 all’incirca.

Anno 1040. — Dervio, Corenno e Dorio sono alla dipendenza di Bellano. Sulla fine della primavera la Repubblica delle Tre Pievi — Dongo, Gravedona e Sorico — [p. 34 modifica]poste in acqua le navi, ben fornite di armi e armati, prendono di sorpresa il paese di Dorio, e poscia la flottiglia si spinge a Corenno, che, trovato indifeso, occupano e saccheggiano, meno un forte sovrastante dov’eransi ritirati gli abitanti colle migliori masserizie; il castello si arrende dopo tre giorni per mancanza di vitto e dell’aiuto dei bellanesi. Entrati i pievesi in possesso del castello e paese di Dervio, per arresa, dopo sostenuti quattro mesi di assedio, aver respinti replicati assalti e colla condizione di aver salve le vite e le masserizie degli abitanti, Dervio, Corenno e Dorio cessano di appartenere a Bellano, e per alcuni anni fanno parte della Repubblica Pievese per cadere poi sotto il dominio dei milanesi.34

Anno 1120. — Gli abitanti di Dervio collegatisi coi milanesi, unitamente a quelli delle Tre Pievi, di Varenna, di Bellano e di Perledo, volgono all’assedio di Como, che abbandonano nell’anno appresso per conchiusasi tregua.3

Anno 1126. — Liberatisi i comaschi dai milanesi, che dalla primavera antecedente assediavano la città, prendono a scorrere il lago sul loro naviglio, cui si aggiunge quello delle alleate Tre Pievi. Desiderose una parte e l’altra di vendicarsi dei milanesi e loro dipendenti, mettono a ruba Varenna, Bellano e Corenno.4 Dervio e la rôcca cadono pure in loro potere con tutti gli oggetti preziosi d’oro e d’argento depositati nella stessa per il tradimento del castellano Corrado Galimberto da Dervio. Dopo alcuni nuovi combattimenti i comaschi cedono la rôcca ed il porto in cambio di prigionieri e di una loro grossa nave caduta in mano ai derviesi.5

Anno 1182. — Un Arnolfo da Dervio viene eletto Console in Como.6

Anno 1232. — L’arcivescovo di Milano dichiara [p. 35 modifica]leggitimamente eletto a Vescovo di Ventimiglia un Fulcone da Dervio, già canonico del Duomo di Milano sino dal 1224.7

Anno 1271. — L’arcivescovo di Milano, Ottone Visconti, signore della Pieve, crea feudataria di Corenno la Famiglia Andreani nella persona di Jacomo Andrea.8

Anno 1347. — Un ignoto, con testamento rogato da Airoldo del Prato, in data 8 gennajo, lascia da distribuire ai poveri di Dervio staja 3 di segale, staja 3 di miglio e staja 2 di frumento (Vedi annotazione L) e mezzo ducato al reverendo Proposto.9

Anni 1363-70. — Vengono innalzati a Corenno1011 l’attuale castello sui ruderi di una rôcca più antica; quelli di Rezzonico e Barbignano, e poste le fondamenta di quello di Musso, che, ingrandito dai Visconti, dal Triulzio, maresciallo di Francia, e per ultimo da Gian Giacomo De-Medici, diviene uno dei più importanti della Lombardia.

Anni 1384-89. — Gli abitanti di Dervio-Corenno, desiderosi di riordinare «i diversi statuti del Comune, confusi, oscuri, spesso contraddicentisi e ridotti in cattivo stato» nominano nel 1384 dodici consiglieri per la revisione e correzioni necessarie. Nel 1389 vengono nuovamente eletti sei nobili uomini, di preclari costumi, per nuove modificazioni, nelle persone di Stefano Del-Guasto dei Valvassori, Antonio De-Paruzzi, Arnoldi Anselmo dei Capitanei e Baldissare Del-Guasto di Dervio; Andrea dei Castellani — Andreani — ed Andriolo Manisacco di Corenno.12

Valvassori chiamavansi nel medio-evo i dipendenti o Vassalli di altri di maggior grado detti Cattanei o Capitanei; in seguito vennero i Valvassori confusi coi grandi Vassalli.

Anno 1389 (25 novembre). — Radunati sotto il Coperto nel luogo delle sedute, i Consiglieri del Comune Dervio[p. 36 modifica]Corenno presieduti dal podestà Nobile Della-Valle, votano l’abolizione assoluta delle capre e capretti nel territorio comunale.13

Anni 1396-1401. — Entrata la discordia nelle Tre Pievi, a causa dei partiti Guelfo e Ghibellino, Giovanni Galeazzo Visconti, Duca di Milano, manda un incaricato per pacificare gli animi, ma veramente per estendervi il suo dominio. Fa occupare la torre di Olonio a Sorico ed in seguito le rocche di Corenno, Musso e Rezzonico.1415

Guelfi diceansi i sostenitori del Papa, Ghibellini quelli dell’Imperatore; questa divisione ebbe principio sotto Enrico IV° di Franconia — 1050-1106.

Anno 1436. — Un Cristoforo Andreani di Corenno governa come Vicario, o Podestà, la Valsassina, che comprendeva le valli di Dervio e di Perledo.14

Anno 1449. — I comaschi reggentisi a Repubblica tengono una forte flottiglia a Menaggio e con questa assalgono Bellano occupato da poche truppe sforzesche. Dopo accanito combattimento i comaschi vincitori occupano e saccheggiano Bellano, Dervio, Corenno e Dorio.1415

Anno 1480. — Dervio, Corenno e Monte Introzzo con i paesi della Valle e Dorio vengono infeudati da Galeazzo Sforza alla sorella Chiara, maritata Dal-Verme, che non avendo figli passa a seconde nozze col conte Fregosini cui cede i diritti sul feudo.14

Anno 1492. — Lodovico il Moro, Duca di Milano, ordina una lunga e solida arginatura a Tirano in Valtellina per riparo alle inondazioni dell’Adda. Quest’opera importantissima e dispendiosa viene assunta dal maestro Stefano di Corenno, che la compie egregiamente ottenendone lodi.16

Anno 1498. — La comunità di Dervio fa vendita libera al signor Nicola Oltremonti di una parte del lago, e nello stesso giorno, 17 dicembre, con istrumento a rogito [p. 37 modifica]Giovanni Battista Campazio, la cede in livello alla stessa comunità.17

Anno 1516. — Sconfitto lo Sforza a Melegnano dai francesi, il 14 settembre 1515, Francesco Morone da Lecco, partigiano dello Sforza, saccheggia la Valsassina, incendia i paesi della Valle d’Introzzo e mette a ruba e rovina Corenno. Passa quindi a Menaggio che incendia, e devasta la valle fino a Porlezza. I Francesi mandano Giovanni De-Lapalisse con molte navi di Guasconi contro il Morone ritiratosi a Corenno, dove viene assalito. Si combatte sino all’alba del giorno appresso, ma stanche e decimate ambe le parti, i Guasconi si ritirano a Como ed il Morone in Valtellina. Sconfitti poscia i Francesi dallo Sforza e liberati i paesi del lago, un avventuriero, Antonio da Brenzio, Valle di Dongo, detto il matto, con l’aiuto dei Grigioni prende a devastare Corenno, Dervio, Bellano e quindi la Valsassina esportando ovunque ricca preda.18

Anno 1517. — La Comunità di Dervio vende altra parte di lago al già nominato Oltremonti il giorno 8 di maggio e di nuovo la cede al comune in livello come da istromento rogato Abbondio De-Denti.17

Anni 1524-27. — Gian Giacomo De-Medici, detto il Medeghino, riconosciuto dai Reti, signore di Musso, scorre il lago impossessandosi di tutte le terre e castelli e tenendoli in signoria.19

Anno 1532. — Il De-Medici viene a patti col Duca Sforza, signore di Milano, cui abbandona Musso, Lecco, la Valsassina, tutte le terre e castelli, le munizioni da guerra, le artiglierie che erano nei forti e le vettovaglie. Lo Sforza in cambio lo investe del marchesato di Melegnano con vistoso assegno. I castelli di Musso, Barbignano e Dongo vengono abbassati al suolo.20

[p. 38 modifica] Anno 1535. — Il feudo di Corenno, Dervio e Monte Introzzo con Dorio viene dalla Famiglia Fregosini venduto a Francesco Sfondrati per lire 12,000 imperiali.21 (Vedi annotazione M).

Anno 1537. — Il ducato di Milano passa all’imperatore Francesco V° di Spagna, che riconosce allo Sfondrati il feudo da Mandello a Dorio e Monte Introzzo.21

Anno 1543 (agosto). — Radunatisi gli ispettori e gli uomini di Dervio sotto il commissario della riviera, rappresentante il feudatario Don Francesco Sfondrati, viene stabilito di riadattare il ponte a S. Quirico e di imporre il pedaggio pei foresi di soldi uno imperiale per ogni soma di vino od altra merce, e soldi dodici per ogni cento capi di bestiame minuto. Questa deliberazione viene approvata il 15 settembre 1544 dal podestà residente in Bellano.22

Anno 1551. — Nel giorno 7 gennajo la comunità di Dervio riconosce la vendita fatta da Oltremonti con istromento 5 luglio 1544 a rogito Giovanni Pietro De Andreani al signor Cesare Stoppa del diritto all’annuo canone di livello del lago di lire 28.10 imperiali.23

Anno 1566. — Corenno viene eretto a parrocchia da S. Carlo Borromeo il 3 novembre, come da istromento rogato da Pietro Scotto.24

Anno 1570. — Soppresso dal papa Pio VI° l’ordine degli umiliati, i beni del convento di S. Clemente a Monasterio, ora in Comune di Corenno, vengono destinati ad opere pie, specialmente per l’istruzione.

L’ordine degli umiliati ebbe principio nel 1033; le donne attendevano alla filatura della lana, gli uomini alla tessitura dei panni che venivano smerciati nello Stato ed all’estero. Esistevano conventi a Sorico, Domaso, Gravedona, S. Gregorio di Dongo, Dervio, Bellano, Menaggio, Tremezzo ed altri in numero di 22 tra provincia e diocesi di Como.

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Anno 1582. — S. Carlo Borromeo visita i paesi della Pieve di Dervio.

Anno 1612. — Il cardinale Federico Borromeo visita esso pure la Pieve.25

Anno 1628 (28 luglio). — I consoli e capi-famiglia di Dervio nominano i sindaci Giovanni Battista Vasti e Giovanni Andrea Cattaneo, procuratori speciali per la cessione di parte dei dazi e pedaggio sino alla concorrenza d’annue Lire 36 imperiali ai Fratelli Rubini fu Taddeo di Tremenico, Monte Introzzo, e loro eredi. Per detta cessione i signori Rubini versano al comune la somma di Lire 600 imperiali che devono servire al pagamento dei soldati spagnuoli in Lecco ed anche per quelli che il comune deve consegnare al governo di Sua Maestà.26

Anno 1629. — Un corpo di 36000 lanzichenecchi, accozzaglia di avventurieri della peggior specie che si vendevano al miglior offerente, calano dalla Germania, arrivano a Colico che spogliano e distruggono, e di là scendono a Dorio, Corenno, Dervio e Bellano da dove passano in Valsassina portando dovunque rovine, stupri e desolazione.27

Anno 1630. — Sviluppasi a Milano e nel Ducato la peste bubbonica; Dervio, Dorio ed Aveno ne sono gravemente colpiti, mentre ne vanno esenti gli altri paesi della Pieve.27

(Ottobre). — Un corpo di Allemanni che doveva acquartierarsi a Bellano viene dal marchese Corrado ordinato a Dervio; gli abitanti di questo Comune inoltrano domanda al feudatario Sfondrati con cui chiedono venga allontanato tal peso dal comune, poichè sarebbe stata «un’immensa rovina, il totale sterminio della povera terra già afflitta da inenarrabili miserie.»26

Anno 1631 (22 dicembre). — Il signor Conte della Riviera ordina che venga esaudita la domanda inoltrata dalle comunità di Varenna, Bellano, Dervio, Corenno e Monte Introzzo. Con quella chiedevasi la parità di trattamento nella [p. 40 modifica]diminuzione del sale e che su questa venisse basato il quantitativo degli alloggi militari, come erasi fatto con Mandello ed altri paesi.28

Anno 1633 (24 luglio). — Dal commissario governativo viene ordinato al comune di Dervio di riadattare strada e passi dal confine con Corenno a quello con Bellano, onde possa transitare con sicurezza e comodità la cavalleria diretta per l’Alsazia. «In caso di trasgressione verrà fatto sostare e mantenere in comune il detto corpo oltre il pagamento dei danni.»28

Anno 1635. — Accesasi guerra fra la Spagna e la Francia, questa manda un corpo d’esercito in Valtellina che viene respinto. Un secondo corpo nell’anno susseguente entra nella valle del Bitto, valica il monte Varrone, scende a Premana ed Introzzo e da qui a Dervio e Bellano che saccheggiano.29

A difesa di Corenno trovasi una compagnia di spagnuoli comandati dal capitano Don Pedro Della Ringa, che fa abbattere case e stalle poste non lungi dal castello perchè non servissero di batteria al nemico.28

Anno 1640. — Il signor Giacomo Rubini di Dervio, Podestà di Bellano, accorda a Giovanni Scotto e Luigi Comilli, maestri di legname, di fare i credenzoni — armadi — della nuova sagrestia ed alcuni banchi che importano la spesa di Lire 114.1 imperiali non compreso il valore delle tavole di legname.28

Anno 1644. — Con instrumento di transazione 3 aprile a rogito del Notajo Serponti Giorgio, fra le comunità di Dervio, Corenno, Dorio ed il feudatario don Ercole Sfondrati, viene concordato un nuovo annuo canone di feudo in Lire 132.2 imperiali.30

Anno 1645 (11 giugno). — I sindaci e capi-famiglia di Dervio, in numero di ventisei, stabiliscono di riadattare la vecchia casa propositurale consegnando al reverendo [p. 41 modifica]Proposto Oltremonti, nativo di Bellano, la somma di Lire 600 imperiali.31

Anno 1646. — Viene pubblicato il nuovo riparto per la riviera di Lecco e dipendenze, col quale devono somministrarsi diecisette guastatori o soldati addetti alla manutenzione delle strade, dei quali uno fra Varenna e Corenno e due fra Dervio, Monte Introzzo e Porlezza.31

Anno 1647. — Giacomo Rubini qm. Taddeo di Dervio, assegna ai maestri Antonio e Bastiano Fizzari del Lago di Como di fare il suolo della propositurale in pietra moltrasina a corsi speciali per soldi 13 al braccio, e brente una, staja uno vino per ogni centinajo di lire di lavoro; inoltre alloggio gratuito. Contratto fatto in Dervio il 3 febbrajo e firmato dalle parti.31

Anno 1647 (24 maggio). — L’arcivescovo Cardinale Monti visita Dervio dove vien ricevuto con grandi festeggiamenti, ed il comune spende Lire 36 imperiali per l’addobbo all’interno ed all’esterno della propositurale.31

Anno 1660. — Il sindaco Calvi, i consoli e gli uomini di Corenno concedono la costruzione del legnajo e moletto sotto a Chiari al signor Giorgio Andreani come da istrumento rogato Boldoni in data 29 ottobre.32

Anno 1664 — Il comune di Dervio trovandosi sopracarico per un debito di Lire 14,000 se ne esonera ripartendolo fra i possessori di estimo in ragione di lire 22.10 per pertica; già altrettanto erasi fatto molti anni prima per altro debito di Lire 13,000. In questo modo i debiti del comune divennero debiti privati dei possidenti, che ne risentirono per lunghi anni il grave peso.33

Anno 1665. — Il presidente del consiglio di sanità dello Stato di Milano, Joseph Ridulphus, condona una multa di Lire 150 imperiali alla comunità di Dervio. Questa erasi resa colpevole di trasgressione alla grida che ordinava di [p. 42 modifica]cingere il paese con cancellata per vietare il passaggio dei forestieri sospetti d’infezioni, specialmente di peste.34

Anno 1669 (22 febbrajo). — Radunatisi i capi-famiglia, nonchè i sindaci della chiesa di S. Pietro e Paolo in Dervio, riconoscono il conto delle opere eseguite nel 1665 presentato dal signor Jacobo Rubini risguardante le spese per la costruzione del cimitero a sud-ovest della Chiesa, della balaustrata, confessionale in pietra e cappella del Battistero in Lire 1,565 imperiali. Tutti i capi-famiglia e sindaci si rendono complessivamente ed individualmente per sè ed eredi garanti del pagamento.34

Anno 1669 (3 settembre). — Il Tribunale di Milano, in base al memoriale presentato dalle terre di Corenno, Dervio, Bellano, Varenna, Mandello ed Onno, conferma l’ordinazione magistrale del 1611. Con questa venivano riconosciuti i diritti di pesca nelle porzioni di lago dei rispettivi comuni e quella di mantenere i legnaj di proprietà di alcune persone di Mandello purchè non fossero di impedimento alla navigazione. La domanda venne inoltrata in opposizione alle pretese del R. Fisco.34

Anno 1674 (19 gennajo). — Il signor Celso Stoppa con istrumento a rogito Polidoro Boldone fa vendita del diritto di livello pel Lago di Dervio al signor Donato Mezzera di Bellano. Da questi per eredità passa alla nobile Famiglia Schenardi ed in seguito, pure per successione, al ragioniere Carlo Andreani di Corenno.35

Anno 1675. — Con privata scrittura 15 aprile il sindaco Andreani Gerolamo, dottore fisico, il console Petazzo ed uomini tutti di Corenno fanno dono della pezza di prato a Presongio al signor Giuseppe Campazzo per compenso di favori fatti al comune.35

Anno 1709. — La comunità di Dervio accetta la cessione fatta da Paolo Orio, tutore di Bartolomeo Rondone, del prato a Santa Cecilia — Balma — obbligandosi al [p. 43 modifica]pagamento delle staja 8 mistura per pane ai poveri di Cristo e del mezzo ducatone di Milano — lire quattro — al reverendo Proposto.36

Anno 1711. — Carlo VI° di casa d’Austria ordina la verificazione del catasto con un nuovo censo.

— Radunatisi i consoli ed uomini della comunità di Corenno stabiliscono di innalzare un campanile con tre campane e di aprire una sottoscrizione pubblica. A compimento della somma necessaria la comunità cede ai signori Carlo Antonio Andreani e Tomaso Calvi il dazio del lago sino ad estinzione degli interessi e capitale anticipato. Ottenutasi l’approvazione ecclesiastica e quella dell’ill.o Conte della Riviera, feudatario, per potersi appoggiare sopra la muraglia del castello, si principiano i lavori. (Atto notarile 9 febbrajo a rogito Vitali di Vendrogno).37

Il vecchio campanile, con due piccole campane, innalzavasi sul frontone della chiesa, in allora molto più bassa. Un nuovo concerto di cinque campane venne posto nell’anno 1836 in sostituzione di quelle del 1712.

Anno 1715. — Il comune di Dervio inizia una causa contro la comunità di Mugiasca (Valsassina), che avanzavano pretese su di una porzione del monte e zerbo detto Bientro e Gaggio.38 Questa lite ebbe termine nel 1866 colla cessione di parte del suddetto monte e zerbo al comune di Mugiasca col relativo estimo.

Anno 1723 (1° aprile). — Viene pubblicato nei comuni della Pieve e vicini la grida 23 febbrajo emanata dal capitano generale dello Stato di Milano colla proibizione della pesca nella metà laghetto detto di Piona «con qualsiasi sorte di reti et con la canna compreso anco il pescare con frosne, calzina e pasta e finalmente con ogni ordigno atto a prender pesce e lo stesso nel lago di Corenno quanto dura il suo territorio cioè fino a mezzo il lago chiamato di Como, e dal confine di Dervio, stretta di Foppa, sino [p. 44 modifica]alla valletta vicino alla punta di Piona che confina col laghetto», e dell’abusivo pascolo e taglio di legna nel bosco Lenteno pure di proprietà del Comune di Corenno. La grida venne ottenuta per istanza dei comunisti, essendo andata in dimenticanza quella del 9 gennajo 1698. I trasgressori dovevano assoggettarsi alla multa di Scudi 10 per persona e di 5 per ogni capo di bestiame, oltre la rifusione dei danni e spese e le pene portate dagli Statuti.39

Anno 1728 (29 aprile). — Il signor Conte della Riviera, Sfondrati, ordina al podestà di Dervio, residente in Bellano, di sentenziare in merito alla dimanda presentata dai sindaci di Corenno, Carl’Antonio Andreani e Carlo Calvi. Nella dimanda chiedevasi giustizia per le prepotenze usate e minacce fatte da una turba di comunisti di Vestreno, capitanati da un prete, onde farsi rilasciare alcune bestie state sequestrate per abusivo pascolo.39

Anno 1731 (29 ottobre). — L’ill.o Don Pietro Paolo Andreani concede un piccolo spazio di terreno detto la Boggiana ad ovest del campanile, compreso nel castello, antichissimo dominio della famiglia, per il passaggio della processione. La dimanda di concessione venne fatta all’illustre fisico collegiato Giovanni Antonio Andreani, padre del sopranominato, nell’anno 1720.39

Anno 1734. — La R.a Camera con sua decisione 31 marzo concede ad Anganuzzi, Maggi e Rubini l’escavazione delle miniere di ferro nel Fiume Varrone di Dervio, nella località detta la Valle del Sasso o Zappello, state scoperte da un Buzzella di Dervio nel 1724. Nell’ottobre del 1735 viene fatta la prima fusione del ferro di quelle miniere nei forni di Dongo. Vengono le cave ben presto abbandonate per le serie difficoltà e gravi spese.40

Anno 1740. — Maria Teresa, Imperatrice d’Austria ed annessi Stati, instituisce i convocati ed ordina la continuazione del censo.

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Anno 1741. — Dai sindaci di Dervio viene acquistato uno spazio di terreno nel Piazzale della Chiesa sul quale il rev. Proposto intendeva rifabbricare una stalla stata abbruciata nel 1636 perchè sospetta di infezione di peste.

«Colla nuova costruzione si sarebbe reso irregolare il piazzale ed angusto l’ingresso alla porticina della chiesa».41

Anni 1741-50. — In quest’epoca la comunità di Corenno trovasi in lite coll’Abbazia di Piona, contado di Como, per una certa porzione di lago, detto il Laghetto, confinante colla Caravina o Lenteno, territorio di Corenno. La causa venne promossa dall’Abbazia avanti l’eccell. Senato, obbligata però a depositare nelle mani del cancelliere annue lire 30, importare dell’affitto, sino a decisione di causa.42 Ebbe questa risultato favorevole all’Abbazia.

Anno 1750. — La comunità di Dervio fa istanza per redimersi dalla tassa di macinazione o bollino nuovo, perchè da tempo immemorabile aveva diritto alla confezione del pane venale, ossia di vendita al minuto, per tutta la Pieve, e per il danno di annue lire 130, causato al comune coll’impianto di un prestino a Sueglio per parte di Carlo Cantini.43

Anno 1754. — Il cardinale Pozzobonelli, Arcivescovo di Milano, visita la Pieve, già visitata nel 1746.44

Anno 1765. — Il reverendissimo don Salvadore Andreani, prelato domestico ed assistente al Soglio Pontificio, viene promosso al Vescovado di Lodi.45

Anno 1780. — La Pieve di Dervio viene unita, da Giuseppe II° successo a Maria Teresa, al Distretto di Gravedona ed alla Provincia di Como.

Anno 1788. — Colla morte del colonnello Sfondrati [p. 46 modifica]avvenuta il giorno 7 agosto, il feudo passa alla R.a Camera, che lo sopprime.46

Anno 1801 (Repubblica Cisalpina). — Il 2 ottobre, nelle ore del mattino, si presenta il Sindaco di Dorio con scorta armata per requisire il fieno esistente nel magazzino di Dervio, ma riceve un assoluto diniego dai deputati comunali. Alle 2 pom. si ripresentano le autorità di Dorio accompagnate da una massa di popolo e violentemente forzata la porta della chiesa di S. Quirico, in uso di magazzino, ne esportano il fieno. I Derviesi, per ubbidienza e rispetto alla loro deputazione, non rispondono alle insolenze, alle minaccie e violenze dei «cittadini» di Dorio, evitando così gravi e dolorosi fatti. La vertenza venne accomodata a mezzo di giudici.47

Anno 1802 (Repubblica Cisalpina, 20 settembre). — I deputati all’estimo di Dervio, rappresentanti del comune, fanno istanza al Direttorio esecutivo per ottenere la fondazione di una fiera nei giorni 25 e 26 ottobre, con libero ingresso ed immunità di dazio al bestiame forestiero, ritenuta però sempre la sospensione in causa di epizoozia, sgraziatamente serpeggiante nello Stato. «All’istituzione della fiera concorre la felicissima ubicazione del paese posto all’imbocco delle popolatissime vallate di Monte Introzzo e Valsassina dove, solo cespite d’utile è l’allevamento ed il commercio del bestiame. Devesi anche riflettere alle difficoltà ed al grave rischio cui devono sottostare i proprietari col trasporto delle bovine per lungo tratto di lago all’unica fiera esistente, detta di S. Gusmeo a Gravedona, nel giorno 11 settembre, e che in quest’epoca le bovine trovansi ancora sui pascoli montani e quindi non costose.»48

L’istanza venne respinta con decreto N. 3020 del Ministero dell’interno firmato Ragazzi.

Anno 1816. — Con imperiale decreto, confermato poi [p. 47 modifica]nel 1844, la Pieve di Dervio viene compresa nel Distretto ora Mandamento di Bellano.

Anno 1850. — Colla sollevazione della Lombardia e della Venezia nel 1848 vengono scacciati gli austriaci, ma questi, dopo fortunate battaglie e dopo quella di Novara del 1849 ritornano padroni del Lombardo. Nel 1850 l’Austria manda una compagnia di 130 croati a Dervio per il buon ordine, dove risiedono per circa due anni.

Anno 1883 (24 giugno). — In Dervio, in una dipendenza della Trattoria Al Sollievo, si incendia un teatrino di marionette, e nel locale vi periscono asfissiate e poscia in parte abbruciate, quarantasette persone. Altre morirono per lo spavento e per le ustioni non molto dopo. Alcune famiglie vennero intieramente distrutte. Con ammirevole slancio di carità comuni e privati concorrono ad alleviare i danni alle sgraziate famiglie. Le lire 16,927.50 raccolte vengono in parte distribuite a pronto soccorso, e col rimanente, dedotte le spese del monumento innalzato a ricordo di tanta sciagura, viene istituito un fondo di soccorso ai discendenti delle persone perite.

— In Corenno vengono costrutte a spese comunali due fontane, una sul Piazzale Garibaldi e l’altra nella Scalotta, alimentate dall’acqua donata dal Signor conte Lorenzo Sormani-Andreani.

Anno 1893. — Mancata l’acqua della vecchia fonte sulla via a Chiari, causa la costruzione della galleria ferroviaria che vi sottopassa, la Società Adriatica, assuntrice della linea, versa al comune it. lire 2,400 per la condotta dell’acqua di Molinelli in litri 45 al minuto. Di questi, quindici per uso del donatore Rag. Carlo Andreani, tre per uso del signor cav. maggiore Antonio Regalini, sette per il lavatojo, ed il rimanente per la fontana. Il distintissimo signor conte Lorenzo Sormani-Andreani concede il gratuito passaggio della tubazione sui propri fondi e lo spazio per la costruzione del lavatojo.

— In Villa di Dervio vengono attivate due fontane, ed una terza al Borgo, colla condotta (fatta a spese comunali) [p. 48 modifica]dell’acqua del Crotto, donata dall’ing. Leonardo Andreani di Corenno-Plinio.

Anno 1896. — Straordinaria la caduta di pioggia in quest’annata, raggiungendo la complessiva altezza di metri 2.10, causando piene di lago, debordamenti di fiumi, molte ed estese frane nella Provincia, alcune assai gravi. A Dervio il 9 novembre, giorno di fiera, alle 9 circa del mattino si sfasciano le ali formanti il molo, precipitando nelle profonde acque, e nello stesso tempo si affondano il muro di difesa della vigna e parte della sostra dei signori Fratelli Vasti fu Agostino, nonchè parte del cantiere navale del signor Riva.

Anche nel 1810 una straordinaria escrescenza di lago (metri 3.70 sopra lo 0) aveva distrutti 180 metri di muro lungo la spiaggia nord, ed allagate in più del consueto oltre 150 pertiche di terra a prato e coltivo, ed il piano terreno di cinque case al Borgo.49

A Dorio numerose frane e scorrimenti di terreno a monte ed ai fianchi del paese su vasta estensione, apportando considerevoli danni. Per non pochi anni sarà possibile il totale ripristinamento degli ubertosi vigneti.

Note

  1. Cesare CantùComo, ecc.
  2. ArrigoniLa Valsassina.
  3. 3,0 3,1 ArrigoniLa Valsassina.
  4. 4,0 4,1 RebuschiniStoria del Lago di Como e principalmente delle Tre Pievi.
  5. Giovio BenedettoStoria Patria, ed il Canto del Liber Cumanus.
  6. Piadeni FedericoEffemeridi di Como.
  7. GiuliniMemorie, ecc.
  8. Conte Lorenzo Sormani-AndreaniArchivio.
  9. Archivio Comunale di Dervio.
  10. ArrigoniLa Valsassina.
  11. RebuschiniLe Tre PieviEricio Puteano e la Cronaca Stampa di Gravedona.
  12. Statuti di Dervio e Corenno di mia proprietà.
  13. Statuti di Dervio e Corenno di mia proprietà.
  14. 14,0 14,1 14,2 14,3 ArrigoniLa Valsassina.
  15. 15,0 15,1 RebuschiniLe Tre Pievi.
  16. MerzarioI Comacini.
  17. 17,0 17,1 Istrumento di mia proprietà.
  18. ArrigoniLa Valsassina. — B. GiovioStoria Patria. — RebuschiniLe Tre Pievi.
  19. ArrigoniLa Valsassina. — RebuschiniLe Tre Pievi.
  20. RebuschiniLe Tre Pievi.
  21. 21,0 21,1 ArrigoniLa Valsassina. — CantùIllustrazione del Lombardo-Veneto.
  22. Annotazione sugli Statuti di Dervio-Corenno, di mia proprietà.
  23. Istrumento di mia proprietà.
  24. Archivio della Fabbriceria.
  25. Archivio Parrocchiale di Dorio.
  26. 26,0 26,1 Documento di mia proprietà.
  27. 27,0 27,1 ArrigoniLa Valsassina.
  28. 28,0 28,1 28,2 28,3 Documento di mia proprietà.
  29. ArrigoniLa Valsassina.
  30. Relazione su Dervio del 1750, di mia proprietà.
  31. 31,0 31,1 31,2 31,3 Documento di mia proprietà.
  32. Istrumento di mia proprietà.
  33. Relazione su Dervio del 1750, di mia proprietà.
  34. 34,0 34,1 34,2 Documento di mia proprietà.
  35. 35,0 35,1 Istrumento di mia proprietà.
  36. Archivio comunale.
  37. Documento di mia proprietà.
  38. Relazione su Dervio del 1750, di mia proprietà.
  39. 39,0 39,1 39,2 Documento di mia proprietà.
  40. Lettere di mia proprietà.
  41. Archivio Propositurale — Convenzione 9 gennajo.
  42. Relazione su Corenno del 1750, di mia proprietà.
  43. Relazione su Dervio del 1750, di mia proprietà.
  44. ArrigoniLa Valsassina.
  45. Documento di mia proprietà.
  46. CantùIllustrazione del Lombardo-Veneto.
  47. Documento di mia proprietà.
  48. L’originale trovasi presso la signora Regalini-Rubini di Dervio.
  49. Dalla copia della Relazione alla Cancelleria di Bellano, presso la signora Regalini-Rubini.