La bella selvaggia/L'autore a chi legge

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L'autore a chi legge

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Lettera di dedica Personaggi

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L’AUTORE

A CHI LEGGE1.

Q
UESTA, Lettor carissimo, che or leggerai è una Commedia, o piuttosto una Tragicommedia, che a taluno sembrerà ardita. Ella è tale, il confesso, avendo io voluto, ad imitazione de’ più felici Scrittori, far parlar la natura col semplice suo linguaggio, senza gli aiuti delle cognizioni acquistate. Scorgesi in essa interessata moltissimo la Religione, e ho spinto il coraggio fin dove me lo ha permesso il rigoroso divieto di framischiare le cose sacre colle profane.! Selvaggi, non istruiti che dalla sola natura, confessano una Divinità superiore; non hanno la felicità di conoscerla; la cercano per istinto, e la ragione illuminata s’arrende.

Questa è una parte della Rappresentazione, senza di cui si sosterrebbe l’azion principale, ma ho voluto, ciò non ostante, farne parola, per render pubblico il mio pensiere, che à di spargere, quando posso, qualche buon seme di verità, fra l’onesto e piacevole trattenimento.

Nulla dirò intorno al soggetto e alla condotta dell’opera, lasciandoti in libertà di pensarne qual più ti sembra che meriti. Accennerò soltanto, che mi riescì felicemente sulle Scene quando l’esposi, e che egual fortuna desidero or che coi torchi l’espongo.

Parmi di aver rilevato, che alcuno tacciata abbia di un poco troppo eloquente Delmira, considerata nel puro grado di una Selvaggia; ma se si esamina quant’ella dice, si vedrà che non eccede i principi di una naturale Filosofia, insita da Dio stesso ne’ petti umani, e coltivata dalla ragione anche fra le più [p. 506 modifica]incolte e barbare nazioni. Aggiungasi a ciò, che non principia l’azione nel momento che arrivano i Portoghesi; che la mia virtuosa Selvaggia ebbe qualche tempo di vedere e comprendere qualche cosa di più elevato oltre al sistema de’ suoi infelici compagni, e che uno spirito pronto facilmente può dirozzarsi, e sviluppare le idee più nobili della mente. Ciò basti per ora. Mi riserberò nella nuova edizione che ho divisata 2, giustificarmi un po’ meglio, se sentirò che gli obbietti mi diano il campo di farlo, pronto per altro a pentirmi, a correggere e a rassegnarmi qualunque volta mi vegga ragionevolmente convinto.



Note

  1. Questa prefazìone la stampata la prima volta in testa alla Bella Selvaggia nel t. VII (1761) dell’ed. Pittori di Venezia.
  2. Allude il Goldoni alla famosa edizione che delle sue commedie cominciò a fare G. B. Pasquali nel 1761, ornata di belle incisioni.