La meteorologia applicata all'agricoltura/Parte prima/3/3

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3 - Dell'Inverno

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§. III. Dell’Inverno.

69. L’inverno è il riposo della terra, il sonno delle piante. Intanto che la vegetazione resta sospesa, o molto rallentata, i succhi si preparano e si digeriscono in terra; per ciò si desidera un inverno freddo e asciutto, o anche burrascoso con abbondanza di neve e di ghiacci, come s’è detto. Se i geli non sono strani per uccider le piante, ciò che è raro, non v’è a temere per le radici delle biade, se per disgrazia non si trovano a scoperto. In Svezia [p. 49 modifica]anno osservato, che dove la neve era calcata e gelata, gli orzi e l’erbe facevano meglio.

70. Ciò che è a temere più per li vegetabili, come s’è detto, sono i falsi disgeli, i geli umidi ec.

71. Ma molto più è da temere d’un inverno dolce e piovoso; non aspettate mai in questo caso una buona ricolta; 1° perchè una tale stagione priva le biade dei benefizj della neve e dei ghiacci; 2° perchè fa crescere le biade avanti il tempo, e con ciò dissipare la loro forza; 3° fa crescere ancora più le cattive erbe, che rubbano il succo al grano, o lo soffocano a primavera; 4° perchè, secondo un proverbio, una stagione non perdonando all’altra, il freddo sopravviene nei mesi di aprile e di maggio, quando i seminati anno più bisogno di calore; 5° perchè le biade piene d’un umor acquoso e indigesto, vanno più soggette alla ruggine, e all’altre malattie.