La meteorologia applicata all'agricoltura/Parte prima/3/7

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3 - Dell'Autunno

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3 - 6 Parte seconda

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§. VII. Dell’Autunno.

98. Intendo per Autunno i tre mesi di Settembre, Ottobre, e Novembre. Questa è una stagione media, che deve passare gradatamente dal caldo al freddo, ed è di gran conseguenza per li minuti gra[p. 60 modifica]ni, e per le vendemmie. Dopo le tre acque d’Agosto, che somministrano il miglior succo all’uve, ai frutti, ai grani d’autunno, il Settembre dovrebbe esser sereno senza nebbie, senza brine, con una buona dose di caldo. Si raccolgono i minuti, i grani turchi, le uve primaticcie; si comincia a seminar le segale, le granate per gli animali, ed in fine anche il formento. In Ottobre qualche pioggia sarebbe buona per le semine; del resto vi vorrebbe buon tempo per la vendemmia. In Novembre si lascia piover volentieri, nè si prende fastidio nè di nebbie, nè di brine, nè pur di nevi.

99. Il mese di Novembre è il vero tempo per piantar ogni sorte d’alberi, purchè si abbia la precauzione di coprirli contro il rigore dell’inverno. Gli alberi posti in terra avanti l’inverno, oltre che mettono alcune radici anche nella stagione fredda si trovano preparati d’accordo colla terra a ricevere i primi moti della primavera, accordo tanto necessario, quanto difficile da incontrare se si differisce a piantare al mese di Marzo, trasportando la pianta da un suolo ad un altro, da un’esposizione ad un’altra.

100. Poichè la vendemmia cade nella stagione d’autunno, prima di lasciar quest’articolo, bisogna dir una parola della condizion delle vigne. Non entrerò nella quistione, se si debbano potare avanti, o dopo l’inverno, la quale non m’appartiene.

101. Le vigne dopo l’inverno (che talvolta le fa perire, non mai però le radici) vanno soggette a due gran disastri; 1. ai geli, o brine d’Aprile, che lacerano le gemme, e con ciò tolgono ogni speranza di vendemmia; 2. alla pioggia mentre fioriscono verso la metà di Giugno, che impedisce le uve di legare. La state piovosa per eccesso, e il secco per difetto d’umore, fa cadere molti granelli; ma la più pericolosa malattia è la nebbia: accade, [p. 61 modifica]se dopo un grand’umido la stagione diventa eccessivamente calda: questo caldo ristringe i canali ridondanti di succo; questo succo fermato si guasta, le foglie e le uve stesse si seccano, e cadono gli inter grappoli; il restante dà un molto, ed un vino crudo, come fu nel 1774.

102. Nel mese d’Agosto la vigna ha bisogno d’un succo abbondante tanto per nutrir l’uva, quanto per li capi da frutto, per l’anno prossimo1: dopo vorrebbe sole: se la stagione va umida e fredda, l’uva non matura, o si guasta.

103. Gli altri frutti sono soggetti alle stesse vicissitudini; cadono per il secco, marciscono per l’umido; senza calore e senza sole non hanno gusto.

104. Nei mesi di Luglio e d’Agosto, come accennai ora, le vigne e i fruttaj formano le gemme da frutto per la primavera seguente. Gl’intelligenti, dalla grossezza di questi germi congetturano se la fruttificazione dell’anno seguente sarà scarsa, o abbondante; ciò che dovrebbe servir di regola nel potare: or ciò dipende dalla qualità della stagione. Se l’umidità predomina, gli alberi non danno che rami da legno; se predomina il secco, gli occhj sono meschini. Gli occhj da frutto si compiscono nel mese d’Ottobre; se sopravviene del freddo, restano imperfetti deboli soggetti a esser guasti dai geli dell’inverno; in una parola preparano una cattiva ricolta, e gl’intelligenti debbono prevederla.

Questo è quanto io aveva a dire dell’influenza delle meteore e delle stagioni su gli oggetti dell’agricoltura; con che terminerò la prima Parte di questo Trattato.

Note

  1. Nel 1782, la cui State fu aridissima, in qualche luogo caddero i grappoli per il gran secco; ma in generale fu la vindemia abbondantissima; d’altro canto si dice mancar li Capi, o tralci per la vindemmia seguente.