Le Laude (1915)/XLI. Como li angeli si maravigliano de la peregrinazione de Cristo nel mondo
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XLI
Como li angeli si maravigliano
de la peregrinazione de cristo nel mondo
— O Cristo onnipotente, — ove sete enviato?
perché poveramente — gite pelegrinato?
— Una sposa pigliai — che dato gli ho ’l mio core;
de gioie l’adornai — per averne onore;
lassòme a descionore, — famme gire penato.
Io sí l’adornai — de gioie e d’onoranza,
mia forma l’assignai — a la mia simiglianza;
hame fatta fallanza, — famme gire penato.
Io glie donai memoria — ne lo mio piacemento,
de la celeste gloria — glie diei lo ’ntendemento,
e voluntá en centro — nel core gli ho miniato.
Puoi glie donai la fede — ch’adempie entendanza,
a memoria diede — la verace speranza,
e caritate amanza — al voler ordenato.
A ciò che l’esercizio — avesse compimento,
lo corpo per servizio — diéglie per ornamento;
bello fo lo stromento, — se non l’avesse scordato.
Acciò ch’ella avesse — en que esercitare,
tutte le creature — per lei volse creare;
donde me deve amare, — hame guerra menato.
A ciò ch’ella sapesse — como sé esercitare,
de le quattro virtute — sí la volsi vestire;
per lo suo gran fallire — con tutte ha adulterato.
— Signor, se la trovamo — e vole retornare,
voli che li dicamo — che gli vol perdonare,
ché la possam retrare — del pessimo suo stato?
— Dicete a la mia sposa — che deggia revenire;
tal morte dolorosa — non me faccia patire;
per lei voglio morire, — sí ne so enamorato.
Con grande piacemento — facciogli perdonanza,
rendogli l’ornamento, — donoglie mia amistanza;
de tutta sua fallanza — sí me serò scordato.
— O alma peccatrice, — sposa del gran marito,
co iaci en esta fece — lo tuo volto polito?
co se’ da lui fugito — tanto amor t’ha portato?
— Pensando nel suo amore — sí so morta e confusa;
poseme en grande onore, — or en que so retrusa!
O morte dolorusa, — co m’hai circundato!
— O peccatrice engrata, — retorna al tuo Signore,
non esser desperata — ca per te muor d’amore;
pensa nel suo dolore — co l’hai d’amor piagato.
— Io aggio tanto offeso, — forsa non m’arvorría;
aggiol morto e conquiso; — trista la vita mia!
Non saccio ove me sia, — sí m’ha d’amor legato.
— Non aver dubitanza — de la recezione;
non far piú demoranza, — non hai nulla cagione;
dame tua entenzione — con pianto amaricato.
— O Cristo pietoso, — ove te trovo, amore?
Non esser piú nascoso, — ché moio a gran dolore;
chi vide el mio Signore? — narrel chi l’ha trovato.
— O alma, noi el trovammo — su nella croce appiso;
morto lo ce lassamo — tutto battuto e alliso;
per te a morir s’è miso, — caro t’ha comparato!
— Ed io comenzo el corrotto — d’un acuto dolore:
amore, e chi t’ha morto? — se’ morto per mio amore;
o enebriato amore, — ov’hai Cristo empicato?