Vai al contenuto

Favole (Fedro)/Libro primo/II - Le Rane, che chiedono un re

Da Wikisource.
Libro primo: II - Le Rane, che chiedono un re

../I - Il Lupo e l'Agnello ../III - La Cornacchia superba e il Pavone IncludiIntestazione 26 settembre 2016 100% Favole

Fedro - Favole (I secolo)
Traduzione dal latino di Giovanni Grisostomo Trombelli (1797)
Libro primo: II - Le Rane, che chiedono un re
Libro primo - I - Il Lupo e l'Agnello Libro primo - III - La Cornacchia superba e il Pavone

[p. 158 modifica]

FAVOLA   II.

Le Rane, che chiedono un re.

Retta fiorìa da giuste leggi Atene:
     Allor che troppo libera licenza,

[p. 159 modifica]

     Sconvolse la città; sicchè del retto
     Santo primier costume il fren le tolse,
     5Nè guari andò, che le fazion s’uniro,
     E fer Signor Pisistrato. La grave
     Lor servitude i cittadin’ piangendo;
     Non già perchè crudel fosse costui,
     Ma chi avvezzo non è, mal soffre il giogo:
     10Raccontò questa novelluccia Esopo.
Sciolte da servitude eran le Rane;
     Quando d’aver un re vogliose, a Giove
     Con tai grida il richieser, ch’e’ ridendo,
     Un picciol travicelio a lor destina.
     15Lo strepito che fa ne l’improvviso
     Cader, sgomenta il pauroso gregge.
     Ma poichè lungo tempo impantanato
     Giaceva, da lo stagno chetamente
     Una alza a caso il capo, il guata; e l’altre
     20Aduna, e mostra il rege: arditamente
     Salgonvi sopra a gara, e dopo averlo
     D’ogni feccia imbrattato, ambasciatori
     Spediro a Giove, tal sovran chiedendo,
     Che con la forza i rei costumi affreni,
     25Se quello far noi puote. Immantinente
     Lor manda Giove un Idro, che a lo stagno
     Giunto appena, le ingoja ad una ad una.
     Vorrian fuggire; ma il timor le arresta,
     Nè dà lor campo ad implorar mercede.

[p. 160 modifica]

     30A Mercurio commetton di nascosto
     Che chiegga pietà a Giove: ma il gran Padre:
     Poichè un re buono, dice, vi dispiacque
     Abbiatene un crudele. E Voi ancora
     Tollerate costui; un mal più grave
     35Se nol soffrite, cittadin’, v’aspetta.