Le avventure d'Alice nel paese delle meraviglie/Prefazione

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[p. xi modifica]


In su’ vespri giocondi, dolcemente
     Sul lago tranquillissimo voghiamo,
Da delicate mani facilmente
     Son mossi i remi, e alla ventura andiamo,
E pel timon che incerto fende l’onda
Va la barchetta errante e vagabonda.


Mentre oppresso dal sonno, in luminose
     Visioni il mio pensiero vaneggiava,
Mi destaron tre voci armonïose
     Chiedendomi un Racconto! Io non osava
Fare il broncio severo ed il ribelle
A tre bocche di rose, — a tre donzelle!


[p. xii modifica]

La Prima, con la voce di comando,
     Fieramente m’impone “Cominciate!”
La Seconda mi dice “Io ti domando
     Un racconto di silfidi e di fate.”
La Terza (io non l’avrei giammai creduto),
M’interrompe una volta ogni minuto.


Eccole! ferme, attente, silenziose,
     Seguire con l’accesa fantasia
La Fanciulla vagante in portentose
     Regioni di sogni e poesia.
Che con bestie ed uccelli ognor favella,
E con forma del Ver l’Errore abbella.


La Storia non toccava ancora il fine
     E appariva di già confusa e incolta;
Allor pregai le care fanciulline
     Di finir la novella un’altra volta,
Ma risposer più vispe e più raggianti,
“No, questa è la tua volta! Avanti, avanti!”


[p. xiii modifica]

E così le Avventure raccontai
     Ad una ad una alle fanciulle amate,
Ed or questa novella ne formai
     Ch’è un tessuto di favole accozzate; —
Ma il Sol già volge al suo tramonto, andiamo!
Alla sponda! alla sponda, orsù, voghiamo! —


O Alice, accogli questa mia Novella,
     E fra i sogni d’infanzia la riponi,
Deh! fanne d’essa una ghirlanda bella,
     E sulla tua memoria la deponi,
Qual pellegrin che serba un arso fiore
Di suol lontano, e lo tien stretto al côre! —