Le indiggnità

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Giuseppe Gioachino Belli

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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

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LE INDIGGNITÀ

     A la su’ porcareccia era curato:
Poi venne a Rroma prete a ’no spedale:
Poi passò a ddì l’uffizzio a un burborato,1
E a spórgeje2 la notte l’urinale.

     Pe’ cquesto ottenne un ber canonicato
In d’una prima cchiesa patriarcale:
Poi salì per impeggni a un vescovato;
E mmó er Papa lo sputa cardinale.3

     E a ’ggn’impiego de tutta sta sfilata,4
Chi jj’ha ttienuto l’occhi addosso ha ddetto
Che ha mmutato ognisempre camminata.

     Prima annava ar galoppo, po’ ar passetto,
Po’ a ccianche5 larghe e a vvita sderenata;6
E mmó ppare che bballi er minuetto.

Roma, 16 dicembre 1832

Note

  1. Porporato: si sa che cosa è la burbera.
  2. Sporgergli.
  3. Dal pubblicare che fa il pontefice i cardinali già riservati in petto, è nata in Roma la fase di fare un cardinale, allorchè si sputa sangue.
  4. Serie.
  5. Gambe.
  6. Sderenato dicesi di chi camminando si tien male sulle reni, sulla vita.