Vai al contenuto

Le odi di Orazio/Libro primo/XVI

Da Wikisource.
Libro primo
XVI

../XV ../XVII IncludiIntestazione 8 gennaio 2013 100% letteratura

Quinto Orazio Flacco - Odi (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Mario Rapisardi (1883)
Libro primo - XV Libro primo - XVII
[p. 35 modifica]

XVI.


Di madre bella figlia bellissima,
  Ai criminosi giambi qual piacciati
    Pena infliggi, o vuoi nella fiamma
    4O vuoi d’Adria gittarli nel mare.

[p. 36 modifica]


Non Dindimèna, non squassa agli aditi
  De’ sacerdoti la mente il Pitio,
    Non Libero al pari, se i bronzi
    8Acri battan danzando i Cureti,

Come triste ire, cui non già norica
  Spada atterrisce, non mare naufrago,
    Nè indomito foco, nè Giove
    12Ruinante in tumulto tremendo.

Fama è, che astretto Prometeo a giungere
  Al fango primo di tutti gli esseri
    Un briciolo, in petto il furore
    16Dell’insano leone ci pose.

L’ire in esizio grave prostesero
  Tieste, e ad alte città diêr l’ultima
    Cagion per che a fondo perîro,
    20E insolente l’esercito impresse

L’ostile aratro ne’ valli. L’animo
  Frena: me pure tentò la collera
    Negli anni soavi, e furente
    24Nei volubili giambi cacciommi.

[p. 37 modifica]


Ora m’è grato cangiare in teneri
  I tristi versi, pur che, gli obbrobrj
    Cantati al contrario, tu amica
    28Mi ritorni ed il core a me renda.