Le poesie di Catullo/28
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O di Calpurnio corte, a cui troppo
Casse e valigie non son d’intoppo,
O buon Veranio, Fabullo amato,
Codesto sudicio v’ha ben conciato?
5Che fate? ditemi, avete mai
Fame e intemperie patito assai?
Sta nelle tavole scritta a guadagno
La spesa? O misero, e anch’io mi lagno,
Però che al sèguito di Memmio ascritto,
10Mi fu lo scapito dato a profitto.
“O Memmio, a comodo tuo, qual conviene,
M’hai questo manico ciurlato bene!"
Un caso simile è il vostro, e v’ha
Un giudeo sordido pasciuto. Or va’,
15Ti sdruscia a’ nobili! Via col malanno,
Di Remo e Romolo vergogna e danno!