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Le rassomijjanze

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Giuseppe Gioachino Belli

1837 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu sonetti letteratura Le rassomijjanze Intestazione 13 giugno 2024 75% Da definire

Er modello La perpetuvella de la ggiuventù
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1837

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LE RASSOMIJJANZE.

     Er Conte è arto e ’r mi’ padrone è bbasso:
Lui[1] ha er capello griscio[2] e ’r Conte bbionno:
Uno tiè er viso ovato[3] e ll’antro[4] tonno:
L’amico è smirzo[5] e ’r zor Marchese è ggrasso:

     Er primo arriva un daïno, e ’r ziconno
Pijja fiato e sse[6] sventola a ’ggni passo:
Uno se chiama Ggiorgio, uno Tomasso:
Quello pare er nipote e cquesto er nonno:...

     Eppuro,[7] tutt’e ddua, sora Francesca,
S’hanno d’assomijjà ccom’e ggemmelli,
Come propio du’ gocce d’acqua fresca;

     Pe’ vvia[8] che la padrona, ch’è una quajja
Arisonata,[9] ar praticà cco’ cquelli
Li pijja uno pell’antro e cce se[10] sbajja.

11 giugno 1837.

Note

  1. Lui, assolutamente, significa: “il padrone.„
  2. Grigio.
  3. Ovale.
  4. Altro.
  5. Smilzo.
  6. Si.
  7. Eppure.
  8. Per motivo.
  9. Scaltra, maliziosa.
  10. Ci si.