Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto C
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Sonetto C
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SONETTO C.
P
Oi che ’l cammin m’è chiuso di mercede; Per desperata via son dilungato
Dagli occhi ov’era (i’ non so per qual fato)
4Riposto il guidardon d’ogni mia fede.
Pasco ’l cor di sospir, ch’altro non chiede;
E di lagrime vivo, a pianger nato:
Nè di ciò duolmi; perchè in tale stato
8È dolce il pianto più, ch’altri non crede:
E solo ad una imagine m’attegno,
Che fe’ non Zeusi, o Prassitèle, o Fidia,
11Ma miglior mastro, e di più alto ingegno.
Qual Scitia m’assicura, o qual Numidia;
S’ancor non sazia del mio esilio indegno,
14Così nascosto mi ritrova Invidia?