Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CXCIII

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Sonetto CXCII Sonetto CXCIV

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SONETTO CXCIII.


C
Antai; or piango; e non men di dolcezza

     Del pianger prendo, che del canto presi:
     Ch’alla cagion, non all’effetto intesi
     4Son’i miei sensi vaghi pur d’altezza:
Indi e mansuetudine, e durezza,
     E atti feri, e umili, e cortesi,
     Porto egualmente; nè me gravan pesi;
     8Nè l’arme mie punta di sdegni spezza.
Tengan dunque ver me l’usato stile
     Amor, Madonna, il mondo, e mia fortuna:
     11Ch’i’non penso esser mai se non felice.
Arda, o mora, o languisca; un più gentile
     Stato del mio non è sotto la luna:
     14Sì dolce è del mio amaro la radice.