Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CXLI

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Sonetto CXL Sonetto CXLII

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SONETTO CXLI.


F
Era stella (se ’l cielo ha forza in noi,

     Quant’alcun crede) fu, sotto ch’io nacqui;
     E fera cuna, dove nato giacqui;
     4E fera terra, ov’e piè mossi poi;
E fera donna, che con gli occhi suoi,
     E con l’arco a cui sol per segno piacqui,
     Fe’ la piaga onde, Amor, teco non tacqui;
     8Che con quell’arme risaldarla puoi.
Ma tu prendi a diletto i dolor miei:
     Ella non già; perchè non son più duri,
     11E ’l colpo è di saetta, e non di spiedo.
Pur mi consola, che languir per lei
     Meglio è che gioir d’altra; e tu me ’l giuri
     14Per l’orato tuo strale; ed io tel credo.