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Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CXLVIII

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Sonetto CXLVII Sonetto CXLIX

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SONETTO CXLVIII.


A
Mor fra l’erbe una leggiadra rete

     D’oro e di perle tese sott’un ramo
     Dell’arbor sempre verde ch’i’ tant’amo,
     4Benche n’abbia ombre più triste, che liete:
L’esca fu ’l seme ch’egli sparge, e miete
     Dolce, ed acerbo; ch’io pavento e bramo:
     Le notte non fur mai dal dì ch’Adamo
     8Aperse gli occhi, sì soavi, e quete:
E ’l chiaro lume che sparir fa ’l Sole,
     Folgorava d’intorno; e ’l fune avvolto
     11Era alla man ch’avorio, e neve avanza:
Così caddi alla rete; e qui m’han colto
     Gli atti vaghi, e l’angeliche parole,
     14E ’l piacer, e ’l desire, e la speranza.